di Matteo Forciniti

Ennesimo riconoscimenti per “Bosco”, il documentario di Alicia Cano che racconta i ricordi di una storia di emigrazione italiana in Uruguay attraverso la descrizione di un piccolo paesino della provincia di Massa Carrara.

Pochi giorni fa è arrivato un altro importante premio al Fluvione Film Festival dove si è imposto come miglior film nella sezione Appennino Doc. Partito il 17 luglio per la sua undicesima edizione, questo concorso cinematografico è organizzato dall’Associazione Culturale Educ-arte e si svolge nelle Marche. È rivolto principalmente ai giovani autori con un particolare interesse per le tematiche legate ai paesaggi, le tradizioni e la memoria con lo scopo anche di sostenere le piccole comunità e le problematiche negli ambienti montani sia a livello territoriale che internazionale.

Il documentario della giovane regista di Salto è una coproduzione tra Italia e Uruguay -MyBossWas e Mutante Cine- ispirato al luogo protagonista dei racconti del nonno Orlando, un minuscolo villaggio sospeso tra Toscana e Liguria destinato a scomparire e dove il tempo sembra essersi fermato. A vivere e resistere in questo paradiso naturale incontaminato oggi sono rimaste solo 13 persone, tutti gli altri sono morti oppure sono partiti per l’America come la famiglia del nonno Orlando arrivata in Sud America nel periodo della Prima guerra mondiale e scomparso recentemente all’età di 104 anni. “Io sono cresciuta con le storie che mi raccontava il nonno. Conosceva alla perfezione Bosco ma tutto quello che sapeva lo aveva sentito dai suoi genitori” ha raccontato la regista italouruguaiana. “Da bambina ho costruito un’immagine mitologica di questo posto, erano le mie favole e per questo ho deciso di andare a vedere con i miei occhi quel luogo magico. Sono stata la prima della famiglia a tornare. Volevo mostrare come vivono le persone di fronte al tempo, al ricordo, alla perdita. Per me è un film sulla resistenza, ma anche su cosa rimane mentre le cose spariscono”.

Quello del Fluvione Film Festival è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti che sono stati attribuiti negli ultimi mesi all’opera di Alicia Cano a partire dalla menzione speciale della giuria al Festival dei popoli di Firenze, la Biznaga de Plata come miglior documentario al Festival di Malaga, il miglior film al Nuovi Mondi Festival e la menzione speciale della giuria al Santiago Festival. Da segnalare, infine, anche un’apprezzata partecipazione al Trento Film Festival Montagne e Culture.