di Franco Esposito

Una strage senza fine, dai cantieri alle fabbriche. Il giorno nero del lavoro. L'Italia piange altre sei vittime; sono 677 gli incidenti mortali nei primi sette mesi del 2021. Ogni giorno muoiono sul lavoro tre persone. Sei ieri l'altro. Una pandemia quella delle cosiddette "morti bianche". 

Da Milano a Palermo, le morti sul lavoro uniscono l'Italia. 

L'ultima in ordine di tempo nel Milanese, al campus universitario di Humanitas. Deceduti per aver inalato azono Emanuele Zanin, quarantadue anni, di Brescia, Jagdeep Singh, di quarantadue, residente a Piancogno. Per Singh, manovale da una vita, era uno dei primi giorni di lavoro. Era in prova alla Autotrasporti Pedi Costa Volpino, in provincia di Bergamo. Affiancava da una settimana Emanuele, che lo stava formando. 

Morti insieme in un locale cisterna del campus universitario di Humanitas, alle porte di Milano. 

Forse prima sono svenuti a causa della mancanza di ossigeno, poi l'azoto gli ha levato il fiato e congelato i polmoni. Sono diventate statue di ghiaccio. La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti.   

A Torino un carrozziere è morto in azienda. Caduto da un'impalcatura, ha battuto la testa. Antonio Perna, settantadue anni, stava lavorando nella sua carrozzeria a Nichelino, nel Torinese. A Loreggia, Padova, è rimasto ucciso Valeriano Bottero. Cinquantadue anni, operaio della Lavor Metal, è caduto da un'impalcatura di cinque metri. Stava tinteggiando la facciata dell'azienda. In Sicilia, a Capaci, il tir da cui era appena sceso ha travolto Giuseppe Costantino, cinquantadue anni. Si era avvicinato al mezzo per effettuare delle verifiche. Ancora una vittima, in tarda serata. Morto sotto una trebbiatrice un imprenditore agricolo di cinquantaquattro anni. Stava lavorando in provincia di Pisa, a Pontassieve. Sarebbe stato risucchiato dal macchinario: decapitato. 

Un giorno nerissimo, morti bianche che hanno causato l'indignazione di Maurizio Landini, segretario della Cgil. Il sindacalista è andato su tutte le furie. "Stop immediato alle aziende che non tutelano la sicurezza". Landini chiede assunzioni negli ispettorati e nelle Asl. "Prevenzione e formazione sono il nodo, vanno considerate un investimento, non un costo". 

E alto si è levato il coro addolorato – come da prassi consolidata a tragedie ormai avvenute – di politici e sindacalisti. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando: "Presto un piano per la sicurezza e una banda dati sulle violazioni. Saranno pronti nelle prossime settimane". 

Domanda: sicurezza e banca dati ma non dovrebbero esistere entrambe da tempo? Evidentemente, necessitavano sei morti bianche in un giorno per dare un'accelerata (se ci mai ci sarà) all'azione di governo. "La banca dati per la raccolta delle violazioni è una cosa nuova, finora non c'è stata mai. Stiamo lavorando per definire sanzioni più tempestive per chi viola le norme. Implementeremo in maniera consistente a livello di ispettorato del lavoro, per i controlli". Previste ottocento nuove unità entro il 2022. "Arriveremo a duemila". 

Insistere sulla prevenzione e sulla formazione professionale è il concetto, anch'esso tardivo, fuori tempo, espresso dal segretario AUIL, Pierpaolo Bombardieri. "Il cordoglio non basta, o la condanna, bisogna accelerare le misure del governo". Parole, sollecitazioni ad operare ascoltate troppe volte, le ha scritte e ripetute in un twitter Luigi Sbarra della Cisl.  Ma niente o quasi si è fatto nel frattempo, sotto l'incalzare del numero spropositato di morti sul lavoro in Italia. 

Purtroppo lievita intanto il numero delle vittime. Siamo davvero a livello di strage. Giuseppe Sinno, quarantotto anni, schiacciato il 18 settembre da un macchinario in una fabbrica tessile di Campi Bisenzio, Firenze. Operaio di 54 anni, Andrea Bascherini ha trovato la morte sotto una decina di lastre in un laboratorio di marmo a Pietrasanta, Lucca. A Palmariggi, Lecce, il 21 settembre, Fabio Sicuro, di trentotto anni, è stato travolto dal solaio di un garage in ristrutturazione. 

La parola strage suona come la più indicata, quello che meglio fotografa la moria di persone sul lavoro. Laila El Harim, quarant'anni, ha perso la vita il 3 agosto, schiacciata da una fusellatrice. L'episodio mortale è avvenuto nella ditta di in lavorava, a Camposanto, nel Modenese. Impossibile, infine, dimenticare Luana D'Orazio, ventidue anni. Una vita stroncata il 3 maggio, dopo essere rimasta incastrata in un orditoio di una fabbrica tessile di Prato, dove lavorava. In prova, fresca di assunzione, quindi non ancora abilitata ed esperta nello svolgimento della delicata mansione. 

Morti bianche che, in alcuni casi, fanno gridare all'omicidio.