di Stefano Casini

Eduardo Germán María Hughes Galeano è nato a Montevideo nel seno di una famiglia cattolica dell'alta borghesia uruguaiana. Suo padre si chiamava Eduardo Hughes Roosen, ma sua madre era Licia Esther Galeano Muñoz, da cui prese il cognome per il suo nome d'arte. É stato un grande giornalista e scrittore del XX secolo e parte anche del terzo millennio, con un senso critico invidiabile e un’atipico atteggiamento sui generis.

I nonni di Licia giunsero in Uruguay all’epoca dell’arrivo di Giuseppe Garibaldi, attorno al 1838, dalla localitá toscana di Gagliana, dove il cognome Galeano era abbastanza comune.

Durante la sua gioventù, Eduardo ha lavorato in fabbrica, come disegnatore, come pittore, fattorino, persino dattilografo e cassiere di banca, tra vari altri mestieri. A 14 anni riuscí a vendere la sua prima vignetta politica al settimanale El Sol, organo del Partido Socialista Uruguayo.

Inizió la sua carriera giornalistica nei primi anni '60 come caporedattore di Marcha, un importantissimo settimanale di sinistra fondato da Carlos Quijano, considerato da Eduardo “il suo padre giornalista". Lavorava con Mario Vargas Llosa, Mario Benedetti, Adolfo Gilly, Alfredo Zitarrosa, Manuel Maldonado e i fratelli Denis e Roberto Fernández Retamar, tra gli altri, tutti simboli di un’epoca d’oro del giornalismo e la letteratura latinoamericana.

Fu Direttore, per due anni, dal 1964 al 1966 del quotidiano indipendente di sinistra Época. Studió alcuni anni a Parigi, dove capí l’importanza della sua opera quando l'allora presidente argentino, Juan Domingo Perón, disse un giorno: "Se quel ragazzo è qui intorno, mi piacerebbe vederlo".

Anche se Eduardo non credesse del tutto che ciò fosse vero, approfittò di un viaggio per chiamare il numero di telefono datogli da Perón in esilio in Spagna. Era tutto vero e il Generale lo accolse a braccia aperte. Ha avuto un lungo colloquio con l'ex presidente argentino. Gli chiese perché non emetteva segnali più spesso e ottenne una singolare risposta: "Il prestigio di Dio è che si fa vedere molto poco".

Nel colpo di stato del 27 giugno 1973 fu imprigionato e costretto a lasciare l'Uruguay. Il suo libro Las venas abiertas de América Latina fu censurato dalle dittature di Uruguay, Argentina e Cile. Fu quando Galeano andò a vivere in Argentina, dove fondò la rivista culturale Crisis. Nel 1976, quando ci fu il golpe in Argentina, voló in Spagna, dove, nel 1984 scrisse la sua celebre trilogia intitolata Memoria del fuego, da molti considerata la sua opera maestra, tuttavia, in quegli anni trascorse un periodo a Stoccolma lavorando per il tribunale occupato dall'invasione sovietica dell'Afghanistan nel 1979. A questo proposito, ha commentato di aver sentito che uno dei momenti culminanti delle sessioni è stato quando un anziano leader religioso, di età avanzata, esclamó: “I comunisti hanno disonorato il nostro figlie! ! Gli è stato insegnato a leggere e scrivere!”

All'inizio del 1985 tornó a Montevideo e nell'ottobre di quell'anno, con Mario Benedetti, Hugo Alfaro e altri giornalisti e scrittori appartenuti al settimanale Marcha, fondò Brecha e rimase nel Consiglio Consultivo fino alla sua morte.

Tra il 1987 e il 1989 fu membro della Commissione Nazionale Pro Referendum, costituita per revocare la Legge di Scadenza dell'azione punitiva dello Stato o “Ley de Caducidad”, promulgata nel dicembre del 1986 per prevenire il perseguimento dei crimini contro l'umanità commessi durante la dittatura militare in Uruguay, dal 1973 al 1984.

Nel 2004, Galeano ha sposato la causa dell'alleanza di sinistra Frente Amplio appoggiando Tabaré Vázquez. Ha scritto un articolo in cui scrive: “…..le persone hanno votato usando il buon senso”.

Nel 2005, con intellettuali di sinistra come Tariq Ali e Adolfo Pérez Esquivel, è entrato a far parte del comitato consultivo dell'allora recente rete televisiva latinoamericana TeleSUR. In Messico ha collaborato con il  quotidiano La Jornada e  nel gennaio 2006 entra a far parte di figure internazionali come Gabriel García Márquez, Mario Benedetti, Ernesto Sabato, Thiago de Mello, Carlos Monsiváis, Pablo Armando Fernández, Jorge Enrique Adoum, Luis Rafael Sánchez, Mayra Montero, Ana Lydia Vega e il cantante e scriottore cubano Pablo Milanés, lottando con loro per la richiesta di sovranità del Porto Rico, oltre a firmare per la proclamazione dell'indipendenza del Paese.

Nel febbraio 2007, Galeano ha subito un'operazione per il trattamento di un cancro ai polmoni. Nel novembre 2008, ha detto della vittoria di Barack Obama: "La Casa Bianca sarà presto la casa di Obama, ma quella Casa Bianca è stata costruita da "schiavi neri". E vorrei e spero che non lo dimentichi mai». Nell'aprile 2009, l'ex presidente venezuelano Hugo Chávez ha presentato una copia de Las venas abiertas de América Latina all'allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante un vertice delle Americhe tenutosi in  Trinidad e Tobago. L'evento lo rese un bestseller su Internet in poche ore, anche se lo stesso Galeano, disse piú volte che odiava quel libro da lui scritto perché non rispondeva al terzo millennio. In un intervista ha dichiarato:

“Non solo gli Stati Uniti, ma alcuni Paesi europei hanno seminato dittature in tutto il mondo. E si sentono capaci di insegnare cos'è la democrazia».

Nel 2010 il settimanale Brecha Semanal ha istituito il Premio Memoria del Fuoco, che Galeano doveva assegnare annualmente a un creatore con valori artistic che si distinguessero nell'impegno sociale  e per i diritti umani. Il primo vincitore è stato il cantautore spagnolo Joan Manuel Serrat, ricevuto il 16 dicembre 2010 al Teatro Solís di Montevideo.

Il secondo destinatario del premio è stato Manuel Martínez Carril, rinomato critico cinematografico e direttore storico della Cinemateca Uruguaya, la più grande cineteca dell'Uruguay, istituzione indipendente e autogestita emblematica per la sua resistenza culturale che, l’anno prossimo, compierá 70 anni di esistenza .

Galeano soffriva di cancro ai polmoni dal 2007, un malaccio che lo aveva costretto a ridurre le sue apparizioni pubbliche, anche se continuó a partecipare a diverse manifestazioni. Dopo aver trascorso una settimana al CASMU a causa della sua malattia, Eduardo è morto il 13 aprile del 2015 nella sua nativa Montevideo.

Si è sposato tre volte. La prima con Silvia Brando, dalla quale ha avuto la figlia Verónica Hughes Brando. Poi fu la volta di Graciela Berro Rovira, con la quale ha avuto due figli: Florencia e Claudio Hughes Berro. Per ultimo si è sposato con Helena Villagra, sua moglie per 40 anni.

Nel suo “classico” Las venas abiertas de América Latina Galeano ha affermato che la povertà, la sofferenza e il sottosviluppo nella maggior parte degli stati latinoamericani non sono uno stato naturale, ma uno stato creato dal saccheggio economico e storico iniziato dalla Spagna e da altri paesi. poi Regno Unito e infine dagli Stati Uniti In questo senso disse: "La nostra ricchezza ha sempre generato la nostra povertà per alimentare la prosperità degli altri". Secondo Galeano, viviamo in un mondo alla rovescia. Nel suo Perdón por el inconveniente ha scritto: "Chi sono i giusti e chi gli ingiusti? Se la giustizia internazionale esiste, perché non giudica mai i potenti? Gli autori della carneficina più feroce non vengono imprigionati. È perché sono loro che hanno le chiavi delle carceri? È solo un mondo che ogni minuto stanzia 3 milioni di dollari per le spese militari, mentre ogni minuto 15 bambini muoiono di fame o di malattie curabili? Contro chi è armata fino ai denti la cosiddetta comunità internazionale? Contro la povertà o contro i poveri?”

Lo intervistai nel 1991 per la RAI a Buenos Aires quando stava ricevendo un premio con Ernesto Sabato, grande scrittore argentino. Era un uomo incantevole, finissimo e realmente affascinante nel suo linguaggio preciso e rispettoso. Indubbiamente un sagace giornalista ed un grande scrittore

STEFANO CASINI