Accordi tra un operatore dell’obitorio di un ospedale di Milano e due dipendenti di una ditta di pompe funebri, che “compravano” i morti. Pagavano infatti in cambio di preziose informazioni sui decessi. E’ il fulcro dell’indagine della polizia locale milanese. Il dipendente ospedaliero di 57 anni è stato sospeso dall’esercizio del pubblico servizio. Ai due lavoratori funebri (di 29 e 38 anni) di Milano e Baranzate è stato imposto il divieto di esercitare l’attività di impresario funebre.

 

Negli esposti arrivati in tribunale venivano segnalati “atteggiamenti confidenziali” tra impresari e operatori degli obitori. I quali consentivano ai primi di accedere alla camera mortuaria senza alcuna richiesta ai parenti del defunto, come previsto dal regolamento aziendale. Il 57enne è accusato di aver consegnato in diverse occasioni documentazione relativa ai decessi in cambio di soldi.

 

Prima “un’offerta di 200 euro”, poi la frase: “Qui funziona così, prendi i vestiti e vestila, se è una salma Covid non ti preoccupare, che te ne do anche 400. I familiari la vogliono vestita”. E’ la proposta che si è sentito fare un addetto della camera mortuaria dell’ospedale di Milano. Era il novembre 2020. Il gip parla di “una diffusa pratica corruttiva fra tutti gli operatori dell’obitorio” in cui sono state anche riscontrate “violazioni” delle regole anti-Covid.