di GERARDO PETTA

Caro Direttore,

Seguo con vivo interesse e curiosità lo scambio di opinioni che ''Gente d'Italia' viene pubblicando in queste settimane sui temi di interesse consolare, all'approssimarsi per altro delle elezioni per il rinnovo dei Comites.

Vorrei esprimere il mio plauso per lo stimolante intervento dell'On. Fucsia Nissoli Fitzgerald, pubblicato nell'edizione corrente del Suo giornale. Molto opportunamente, secondo me, la signora Fucsia ha invocato l'adozione di misure urgenti col fine di scongiurare '' il tracollo della rete consolare''.

Mi ha stupito invece la reazione piccata di Silvana Mangione , Vicepresidente del CGIE( Consiglio generale degli Italiani all'estero), la quale si è mostrata indignata perché qualcuno pretenderebbe, a suo dire,  di darle delle lezioni. A me sembra però che i personalismi nuocciano alla causa degli italiani all'estero, Non si tratta infatti di impartire delle lezioni, ma di imparare piuttosto la lezione. Se è consentito esprimere in proposito un giudizio tranchant, direi che serve a poco indignarsi, se  non si riesce poi a sbandierare utili risultati..

Nonostante un certo attivismo dispiegato dal CGIE. in vista di un rafforzamento delle dotazioni umane e finanziare delle sedi consolari, i risultati purtroppo non si vedono e la situazione anzi si va aggravando. Di chi è la colpa? Del Parlamento? O della leggendaria indifferenza dei diplomatici e dei consoli per le questioni di natura organizzativa?

Su questi  stessi temi, il Suo giornale ha ospitato di recente un intervenuto dell'ex Sottosegretario agli esteri, Ricardo Merlo, che   ha rinnovato, per parte sua, le critiche per lo stato pietoso in cui versano le sedi consolari in America latina.  Peccato però che l'On.Merlo eserciti l'arte della critica, ma non quella della autocritica,  considerati gli scarsi risultati  da lui conseguiti  nella sua veste di responsabile politico dei Consolati italiani nel mondo.

A mo' di utile promemoria,  ma anche per mettere un po' di sale nel presente dibattito, vorrei  ricordare le dichiarazioni rilasciate dall'On. Merlo  nell'occasione della visita compiuta in Svizzera, nel gennaio del 2020, e cioè, per l'esattezza,   l'anno scorso. Nell'occasione,  il rappresentante del Governo   è arrivato ad affermare che il '' Consolato generale di Zurigo è il fiore all'occhiello della rete consolare'' italiana, mettendo così  in evidenza una situazione  che si presentava, sotto molti aspetti, come anomala.  Come era infatti possibile che quell'ufficio consolare assicurasse servizi eccellenti nonostante la carestia di risorse umane e finanziarie?   In ogni caso, c'era allora, per ammissione dell'esponente governativo,  una sede consolare perfettamente funzionante. E' appena il caso di aggiungere che  la  Farnesina  ha poi colto al volo il pretesto del Covid per porre fine all'esperienza zurighese.

Per chi non lo sapesse, o non voglia ricordarlo, Zurigo è la terza sede  più popolosa della rete consolare, dopo Buenos Aires e Londra, con 220 mila connazionali iscritti all'Aire e con 34 impiegati in servizio.  Ed è stata,  dal  gennaio  2015 al fino al marzo del 2020, l'unica tra le grandi sedie consolari ove non si registravano arretrati, né code, né liste di attesa, e neppure l'obbligo di prenotare gli appuntamenti. Per cittadini, l'ingresso in Consolato era libero e senza barriere. Non stupisce quindi lo stupore manifestato nell'occasione  dall'On, Merlo, il quale però si è ben guardato dall'estendere l'esperimento zurighese alla restante rete consolare. Perché è stato così timido?

Si moltiplicano ora  gli inviti a rafforzare  le dotazioni umane e finanziarie dei Consolati. Si sorvola tuttavia sul tema, probabilmente  decisivo, dell'organizzazione del lavoro consolare e della connessa capacità manageriale dei Consoli, i quali sono pagati per innovare  i moduli lavorativi e non per attendere il varo di nuove leggi.

Visto che si parlava poc'anzi di utili lezioni, mi azzardo ad affermare, sulla base anche della modesta esperienza maturata in questo osservatorio,  che le leggi possono  fare meno di quanto in genere non si creda, se manca poi la passione di servire al meglio i cittadini.

Gerardo Petta