di Riccardo Galli

Quasi mezza Italia non ha partecipato, non ha votato: affluenza finale al 54 per cento. Quindi mancano ai seggi 46 elettori su cento. In realtà a mancare davvero sono otto su cento, il non andare a votare (che è cosa diversa e più vasta dall'astensionismo classico e conosciuto) è cresciuto di otto punti percentuali (prima non è che andasse ai seggi il cento per cento, però il 60 per cento e più sì). La mezza Italia che ha ritenuto fosse inutile o non valesse la pena andare a votare si è manifestata soprattutto nelle grandi città: tranne Bologna negli altri quattro grandi centri urbani (Roma, Milano, Torino e Napoli) ai seggi meno del cinquanta per cento dei potenziali elettori. E, dentro le città, spesso ma non sempre (non a Milano, sì invece a Roma) un non voto secondo geografia urbana di reddito, cultura e condizione sociale: nei quartieri residenziali si va a votare, nelle periferie molto meno.

Al momento non ci sono studi ma è lecito supporre la metà d'Italia che non ha votato sia quella che "contiene" ex elettori M5S soprattutto. E nella mezza Italia che non ha votato è lecito supporre forte presenza di elettori della Lega che non si ritrovano nella Lega di governo. Presente di certo ma tutto da valutare nella sua consistenza nella mezza Italia che non ha votato il cittadino-elettore moderato e centrista che non vuol votare a sinistra ma a votare per Salvini-Meloni incarnati in Bernardo-Michetti non ce la fa.

La mezza Italia che ha votato (che vale quanto l'altra in quantità e qualità) ha premiato soprattutto il Pd. Lista Pd prima quasi ovunque (a Roma lista Calenda più votata di tutte, effetto del dividersi del voto per gli altri partiti nelle liste di appoggio, ma comunque lista Calenda prima). Tre sindaci eletti al primo turno. Enrico Letta eletto a Siena, seggio parlamentare conquistato a Roma nel collegio dove l'altra volta candidato Pd arrivato terzo. Alleanza con M5S, dove c'è stata, dove M5S fa elettoralmente junior partner.

E dove alleanza non c'è, Pd fa da solo: Milano e probabilmente tra 14 giorni Torino e Roma. Era molto tempo che in Italia non si votava davvero, molto tempo che si viveva di sondaggi e questo dà una qualche inaspettata solidità al successo Pd e del centro sinistra. Però è costante in tutto l'Occidente che i grandi centri urbani votino più a sinistra della media dell'intera nazione. E stavolta all'intera nazione manca un'intera metà. Se quindi si vogliono leggere in chiave di future elezioni politiche le amministrative di ottobre 2021 queste dicono che alle destre manca un leader che possa essere un credibile e affidabile capo di governo per l'elettorato moderato e che alle sinistre manca ancora un elettorato di ritorno da ciò che fu M5S.