Gente d'Italia

Givenchy e Loewe: due visioni, una moda sperimentale, aristocratica e street wear

Sono praticamente coetanei, Jonathan Anderson, ormai consolidato stilista per il marchio di tradizione e origine spagnola Loewe, e Matthew M. Williams, direttore creativo di Givenchy alla sua prima sfilata dal vivo nella settimana parigina della moda spring summer 2022. Due giovani per due proposte differenti, che guardano ed esplorano mondi che, nel caso del giovane talentuoso irlandese, custodiscono gli indispensabili frammenti di colori a segno della classicità mentre nel dinamico e americano Matthew Williams rivelano, riflettono il connubio con la l'arte contemporanea come traccia vitale. Due visioni che declinano perfettamente i motivi essenziali per cui la moda di oggi è a tratti sperimentale, aristocratica ed essenziale e a momenti totalmente immersa in un'umanità a ispirazione street wear, questo nonostante i nomi di appartenenza delle singole maison continuino a significare evocazioni e pezzi di storia importanti della moda.

Il grande show di Givenchy è costruito all'arena della Défense, il moderno centro avveniristico del business della capitale francese, parte da una piattaforma ovale di luce e chiaro scuri e da una regia grandiosa di perfetta coreografia. Per questa collezione Matthew Williams mette insieme un grande lusso mitigato da una sorta di nuovo rigore che dapprima appare quasi spiazzante, ma che piano piano riesce ad insinuarsi quasi convincente. L'allure è urbano di provenienza Riccardo Tisci, ma c'è un tocco sovversivo, aspro, di dettaglio inatteso che muta quasi poetico, complice il bistrato voluto trucco imperfetto dei visi delle modelle e quell'incedere spigoloso. Guardaroba maschile e femminile per stratificazioni di generi e tessuti, forme sartoriali e costruzioni ruvide che si combinano, corsetti e pepli, shorts e gonne cortissime, tailleur di tradizione e trasparenze che aggregano una nuova leggerezza. La pennellata di colore è anche il patto con la pittura d'artista di Josh Smith, mentre la colonna sonora è del musicista Young Thug, l'ormai celebratissimo rapper, un simbolo indiscusso, molto influente tra le generazioni nuove.

Le "corazze" di Jonathan Anderson, hanno tutt'altro sapore, non vengono dal buio, ma emergono dalla luce asciutta chiarissima, e dalla scala di una sala della Garde Républicane. Anderson parte, almeno per la parte cromatica (ma non solo) dall'espressività intensa e nervosa di tormentata maniera e stile sofisticato di un grandissimo pittore del Rinascimento italiano Iacopo Carucci detto Pontormo. Abito e corpo in un tutt'uno, vere e proprie sculture che spuntano e si integrano, abiti lunghi che avvolgono mantelli definiti e di taglio alare, simmetrie che si scardinano, e corpetti come placche per i volumi riscritti capovolti, come a rimodulare per intero lo spazio della silhouette. Si può quasi immaginare il filo metallico inserito dentro il vestito che ne stravolge la sagoma, l'effetto per il tutto è tracciato e rigorosamente verticale, ma è popolato di figure eretiche che scorrono reali su una superfice lucida e sperimentale. Il gioco dei tacchi delle scarpe che sono rose capovolte, saponette, smalti e candeline da compleanno, è l'impronta di senso euforico e surrealista.

Psyco chic è il titolo della presentazione al mitico indirizzo di Place Vendôme Parigi, di Schiaparelli. Anfitrione impeccabile per questa primavera-estate 2022 è Daniel Roseberry dal 2019 il direttore creativo. Dopo lo sfarzo dei Met e i red carpet, gli specchi del luccicchio dei palcoscenici a misura di riflettore, questa volta al di là, ma anche un po' insieme alla couture lo stilista immagina una donna di eleganza ricca e chic con un seducente sapore d'avanguardia e culto audace del dettaglio. C'è "Elsa in città", dal nome leggenda della fondatrice, c'è il bianco dove i potenti codici della griffe si ritrovano tutti, ci sono i gioielli eccentrici, vere creazioni artistiche di spirito surrealista, e i bottoni esagerati , quei seni conici e le chiusure a morsetto per un vero guardaroba di lusso e di città. C'è "Elsa in vacanza", atmosfera Côte d'Azur anni d'oro, di quell'eleganza impeccabile che diventa oggi l'occasione per una fuga dalla realtà, naturalmente in avanti. Il caftano è di seta e a strisce l'abito da cocktail è nero e fluido, i costumi da bagno sono a righe e i cappelli a tesa larga. Le due Else, se così di possono definire, sono una sintesi inimitabile, esuberante e tradizionale, i due volti raffinati di un medesimo profilo.

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