Il vaccino a m-Rna produce un’immunità più alta nelle mucose rispetto a quella riscontrata nelle persone guarite dopo l’infezione da Sars-Cov2, proprio nella parte alta delle vie respiratorie che rappresentano la prima barriera di difesa dell’organismo. A dirlo è uno studio coordinato dal Dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’Università di Tor Vergata, sulle dosi Pfizer.

“L’immunità umorale mucosale ha un’importanza fondamentale perché il naso è una delle principali porte da cui entra l’infezione nell’organismo ed è qui che si attiva la prima difesa immunitaria tramite la produzione di immunoglobuline secretorie di tipo A”, spiega Stefano Di Girolamo, responsabile di Otorinolaringoiatria del Policlinico Tor Vergata, che ha diretto lo studio.

Lo studio ha comparato l’immunità specifica contro il Sars-Cov-2, riscontrabile nelle secrezioni nasali e nella saliva, in un campione di 80 persone diviso in più gruppi: i convalescenti da infezione accertata tramite tampone nasofaringeo (risultati negativi negli ultimi 60 giorni), i guariti dalla sintomatologia (fatta eccezione per l’anosmia, cioè l’assenza di olfatto), e i vaccinati che non avevano mai contratto l’infezione. Per questi ultimi, i campioni biologici sono stati prelevati prima della somministrazione della prima dose e quindici giorni dopo la seconda.
I ricercatori di Tor Vergata sono andati a indagare la presenza nel sangue, nella saliva e nelle secrezioni nasali delle immunoglobuline Igg-Rrb e Iga-S1, anticorpi che agiscono contro il virus. I risultati dimostrano che entrambe le classi di anticorpi sono espresse in maniera maggiore nel gruppo dei vaccinati rispetto ai guariti in tutte e tre le modalità di prelievo.

“Il dosaggio delle IgA nelle secrezioni salivari e nasali dei pazienti vaccinati è un dato nuovo e di grande rilevanza poiché permette di ipotizzare come il vaccino, inducendo una immunità mucosale oltre che sierica, fornisca una prima protezione contro l’infezione anche come barriera a carico dei siti di ingresso al virus - aggiunge - lo studio ci lascia supporre che, in futuro, sulla necessità di un terzo o quarto richiamo, sia opportuno valutare l’ipotesi di indagare l’immunità mucosale dal momento che l’individuazione degli anticorpi nel sangue non è un fedele monitor dell’immunità”.