di Matteo Forciniti

Quella tra Canelones e la periferia rurale a nord di Montevideo è una delle zone dell'Uruguay con la più alta concentrazione di italiani. Una zona, questa, dove però non arrivano i corsi di lingua nelle scuole elementari organizzati dal Casiu (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay).

La denuncia era stata fatta in più occasioni da alcuni consiglieri del Comites ma oggi, con l'anno scolastico agli sgoccioli, il tutto è finito nel dimenticatoio. Non solo, lo stesso Comites in attesa delle elezioni del 3 dicembre sembra praticamente aver alzato bandiera bianca rinunciando a essere presente nella diffusione della lingua così come in tutte le altre tematiche di interesse generale.

Sono circa 200 i corsi di italiano offerti da 38 scuole agli alunni in tutto il paese attraverso un'ora e mezza di lezioni a settimana. Questi corsi sono gestiti dal Casiu con il supporto dell'Ambasciata e la collaborazione del Dipartimento di seconde lingue dell'Anep (Administración Nacional de Educación Pública) e vengono stabiliti da un accordo tra la stessa Ambasciata e il Ceip (Consejo de Eduación Inicial y Primaria) che va avanti dal 2003 e che viene rinnovato ogni anno.

"Questo è un tema che ci preoccupa molto ma purtroppo il problema persiste, speriamo che per il prossimo anno si possa intervenire per migliorare". José Méndez è uno dei consiglieri che ha seguito da vicino la vicenda e dopo numerosi interventi presso le autorità componenti mantiene ancora una piccola speranza in ottica futura. "Siamo intervenuti diverse volte negli ultimi anni, recentemente abbiamo anche scritto una lettera all'Ambasciata e al Casiu ma non ci sono state ancora soluzioni. Dato che i corsi sono regolati da un accordo tra i due paesi il fatto che intervengano il Comites e le associazioni per chiedere miglioramenti è un fatto senz'altro positivo. In realtà noi abbiamo accompagnato una richiesta che viene da tempo avanzata dalla Società Italiana di Las Pidras e dalle altre associazioni presenti sul territorio" racconta Méndez.

Las Piedras, La Paz, Melilla, Rincón del Cerro. Sono queste alcune delle località interessate dal problema nell'area compresa tra il dipartimento di Canelones e la periferia rurale a nord della capitale dove c'è stata una fortissima impronta italiana tutt'ora visibile: "Questa zona è stata interessata da una notevole influenza da parte degli emigrati italiani specialmente nell'ambito della produzione agricola che è diventata l'attività più importante, il punto di riferimento per tutto l'Uruguay. Ricordo, anni fa, quando José Mujica (allora ministro, prima ancora di diventare presidente) partecipò a un incontro alla Casa degli Italiani raccontando la storia della sua famiglia, i Cordano, che venivano dalla Liguria e si stabilirono in questa zona per dedicarsi alla produzione vitivinicola. Questa è una delle tante storie di italiani che attraverso il duro lavoro diedero impulso allo sviluppo del territorio come lo conosciamo oggi con una densità di popolazione italiana molto alta".

Proprio recentemente l'Ambasciata ha annunciato la firma di un'importante intesa volta a "estendere l'insegnamento della lingua italiana alle scuole secondarie uruguaiane attraverso finanziamenti erogati dal Ministero degli Esteri italiano". Per il consigliere del Comites "ogni iniziativa volta a promuovere la diffusione della lingua e della cultura è benvenuta" ma oggi "la grande urgenza per la comunità italiana è quella di ottenere maggiore visibilità all'interno della società civile uruguaiana. Questa esigenza vale ancora di più per quelle zone dove la presenza italiana è stata forte in passato".