Egregio Direttore,
entro pochi giorni (20 ottobre) il Governo è chiamato a presentare al Parlamento il testo del disegno di Legge di Bilancio per il 2022 e comunque entro il 15 ottobre è previsto (salvo rinvii dell'ultima ora) l'invio alla Commissione europea del Draft Budgetary Plan, il Documento programmatico di Bilancio che definisce la manovra finanziaria per il prossimo triennio. 
Potrebbero essere molte le misure che direttamente e indirettamente interesseranno gli italiani all'estero. Di grande impatto sarà la riforma delle pensioni – di cui ho già parlato in dettaglio in un mio recente comunicato. 
Il Governo Draghi prevede l'abolizione di "Quota 100" con l'introduzione però di nuove forme di flessibilità per l'uscita dal mondo del lavoro, tra le quali la pensione anticipata con 41 anni di contributi, la proroga dell'Ape sociale (63 anni di età e dai 30 ai 36 anni di contributi), tutele pensionistiche per gli addetti a lavori gravosi e usuranti i quali potrebbero andare in pensione con 61 anni e 7 mesi e con almeno 35 di contributi se dipendenti, la pensione anticipata per le donne che è perfezionabile anche tramite la totalizzazione dei contributi in regime internazionale, "Opzione donna" che  potrebbe diventare strutturale. Il dossier pensioni è ora all'esame della Camera, e sono diverse le proposte sulle quali si cerca una linea condivisa tra le forze politiche in campo. 
Sono previsti anche interventi sugli ammortizzatori sociali in materia di lavoro e sostegno al reddito, un taglio alle tasse sul lavoro, altre misure di welfare e sono attese novità anche per quanto riguarda il reddito di cittadinanza che se verrà prorogato – come si presume cercheremo di fare in modo che venga concesso anche ai nostri emigrati che rientrano in Italia e che attualmente ne sono esclusi perché privi di alcuni requisiti di residenza. 
Sembra confermato l'avvio a regime dell'assegno unico per i nuclei familiari con figli a carico a partire dal 1° gennaio 2021. 
Si tratta di una misura problematica per gli italiani residenti all'estero i quali non potrebbero beneficiare dell'assegno e rischierebbero pur tuttavia di perdere le detrazioni per figli a carico e gli assegni familiari attualmente concessi anche ai residenti all'estero che appunto verrebbero aboliti. Infatti l'assegno unico, riconosciuto fino ai 21 anni di età dei figli, dovrebbe sostituire alcune agevolazioni attualmente vigenti tra le quali le detrazioni e l'Anf: tuttavia sono molti gli aspetti da definire ed è quindi plausibile immaginare che sarà proprio la Legge di Bilancio 2022 a disciplinare e chiarire i dubbi. 
Da parte nostra siamo intervenuti segnalando al Governo il pericolo e chiedendo misure alternative e compensative. Sembra confermata l'intenzione del Governo di intervenire sull'alleggerimento del carico fiscale, uno degli interventi al centro anche del disegno di legge delega sulla riforma fiscale approvato in Consiglio dei Ministri il 5 ottobre 2021. Per il taglio del cuneo sono disponibili due miliardi di euro per il 2022, risorse che non è ancora chiaro come saranno utilizzate.  Si sta parlando inoltre dell'abolizione delle addizionali comunali e regionali – molto invise ai nostri connazionali che pagano le tasse in Italia – ma non è chiaro ancora come verrebbero sostituite (prima di esultare aspettiamo). 
Nonostante le risorse del Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) è ancora incerto il destino per la possibile proroga fino al 2023 del Superbonus 110% per l'efficientamento energetico, di cui sono possibili fruitori anche i soggetti residenti all'estero che intendono ristrutturare la loro casa in Italia, e per i bonus casa in scadenza il 31 dicembre 2021: sono in corso valutazioni in merito e solo il testo della legge di bilancio farà chiarezza. 
Insomma la manovra sta prendendo forma e sarà quindi necessario tutto il nostro impegno di parlamentari eletti all'estero per vigilare e fare proposte utile e concrete per la tutela dei diritti e degli interessi degli italiani nel mondo.

Angela Schirò 
Deputata PD - Rip. Europa - 
Camera dei Deputati