di MARCO FERRARI

Sta diventato un gioco di società, scegliere la scena più buffa della serie del ragionier Ugo Fantozzi: la partita di calcio tra scapoli e ammogliati? Il match di tennis nella nebbia? Quando va nella clinica per dimagrire? Quando sua figlia confessa che è incinta di un impiegato postale chiamato Loris Batacchi, meglio conosciuto come capo ufficio "Pacchi"? Quando afferma "La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca"?

"Per tutti era il personaggio famoso, l'attore, il comico, lo scrittore, ma soprattutto Fantozzi, che anche i bambini sanno chi è. Per me è sempre stato e rimane mio padre": così racconta la figlia di Paolo Villaggio, Elisabetta, nel libro "Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio" edito da Baldini-Castoldi.  "Un memoir privato e un racconto corale, lo definisce la stessa autrice, sulla vita di Paolo Villaggio, prima come padre e poi come interprete di uno dei più celebri personaggi della commedia italiana, il ragionier Ugo Fantozzi.

Paolo Villaggio (Genova, 30 dicembre 1932 – Roma, 3 luglio 2017), attore, comico, sceneggiatore e scrittore, ha passato la gioventù a Genova, facendo svariati lavori, tra cui l'impiegato di una grande impresa, da cui trarrà ispirazione per il suo personaggio principe. La figlia Elisabetta ripercorre l'infanzia a Genova con il gemello Piero, le serate d'estate a Boccadasse e in viale Italia, l'amore della sua vita incontrato a vent'anni, il suo debole per Buñuel, l'amicizia con Fabrizio De André. Poi la gavetta romana quando Maurizio Costanzo nel 1967 gli consigliò di esibirsi al "Sette per otto", un noto e frequentato cabaret di Roma. Fu subito un grande successo. Gli aneddoti raccontano che Ennio Flaiano, alla fine, a forza di ridere, cadde dalla poltrona.

A quegli anni risale anche il suo esordio in un altro storico locale, il Derby Club di Milano, dove conosce artisti, quali Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni, Giorgio Gaber e Umberto Simonetta. Nel 1967, dopo anni di cabaret, esordì alla radio con "Il sabato del Villaggio" e il 21 gennaio 1968 entrò nel piccolo schermo conducendo il programma d'intrattenimento "Quelli della domenica". Da allora divenne una figura di primo piano nella televisione, del teatro e del cinema sino all'invenzione di Fantozzi che lo portò al trionfo.

"Mio padre era molto diverso dal personaggio che ha inventato - spiega Elisabetta Villaggio. - Fantozzi era il tipico sfigato con un lavoro noioso e che non amava, mentre mio padre nel campo lavorativo era più che realizzato. Tuttavia, aveva alcune caratteristiche di Fantozzi: era totalmente incapace di manualità. Non era in grado di mettere un chiodo nel muro, non capiva nulla di tecnologia o di motori. Credo che non abbia mai cambiato una ruota bucata e comunque non ne sarebbe stato in grado. Era affascinato dal computer, ma non riusciva neanche ad avvicinarcisi e anche prima scriveva solo a mano poiché non sapeva usare la macchina da scrivere. Inoltre, prima di usare i suoi camicioni anche lui ogni tanto si metteva i pantaloni ascellari. Però aveva anche in comune con Fantozzi la tenacia: entrambi non mollavano mai la presa, entrambi non si davano mai per sconfitti".

Il ragionier Ugo Fantozzi, nato il 17 luglio 1934, impiegato nella Megaditta è "il prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullità". Ha due anni di più del suo creatore che lo lanciò esattamente cinquant'anni fa, nel 1971. Un altro anniversario da ricordare sarà l'anno prossimo nel novantesimo della nascita del comico genovese che, assicura la figlia, sarà rievocato con "celebrazioni pazzesche con la partecipazione delle istituzioni e forse della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare". Insomma, una festa come sarebbe piaciuta a papà, anche se non c'è più, riportato in vita dalle memorie della figlia. "Non un classico libro da 'figlia di' – spiega Elisabetta Villaggio - ma il racconto della sua parabola da illustre sconosciuto a comico famosissimo grazie all'invenzione di Fantozzi e al rapporto con Federico Fellini".

Quando il successo arrivò, Elisabetta e suo fratello Piero erano ragazzi e si trovarono spiazzati. Era il 1975 quando cominciò la saga del ragionier Fantozzi che andò avanti sino al 1999, in tutto dieci pellicole, quasi tutte campioni d'incasso. Il primo Fantozzi con la regia di Luciano Salce fu un grande successo finanziario: incassò più di sei miliardi di lire, rimanendo in prima visione per più di otto mesi e risultando il maggior incasso in Italia della stagione cinematografica 1974-75. A quella prima pellicola seguirono "Il secondo tragico Fantozzi", sempre con la regia di Luciano Salce (1976); "Fantozzi contro tutti", regia di Neri Parenti e Paolo Villaggio (1980); "Fantozzi subisce ancora", regia di Neri Parenti (1983); "Superfantozzi", regia di Neri Parenti (1986); "Fantozzi va in pensione" di Neri Parenti (1988); "Fantozzi alla riscossa", regia di Neri Parenti (1990); "Fantozzi in paradiso", regia di Neri Parenti (1993); "Fantozzi - Il ritorno di Neri Parenti (1996); "Fantozzi 2000 - La clonazione", regia di Domenico Saverni (1999).

Essendo un uomo di sinistra, Villaggio arrivò a candidarsi per Democrazia proletaria nell'87 dichiarando di avere un'anima francescana, anche se sperperava denaro ma aiutava gli altri. Non venne eletto e lui diede la colpa alla mitica "Nuvola dell'impiegato", che provocava maltempo esclusivamente sopra a Fantozzi durante i suoi viaggi.