Gente d'Italia

Meiler: “In Argentina saremo presenti con liste composte unicamente di nostri iscritti e con il simbolo del partito”

I Comites svolgono un lavoro importante nel far conoscere ai parlamentari eletti all’estero le istanze dei connazionali  L’invito ai cittadini all’estero ad iscriversi, entro il 3 dicembre, all’elenco degli elettori attraverso Fast it.

DI GIOVANNA CHIARILLI

Mentre prosegue alla Commissione Esteri della Camera l’iter delle proposte di riforma, le elezioni per il rinnovo dei Comites entrano nel vivo. C’è attesa non solo per i risultati che, secondo non pochi addetti ai lavori, potrebbero essere penalizzati dall’opzione inversa, ma anche per l’esito dell’esperimento del voto elettronico nei Comitati di Berlino, Houston, Johannesburg, Londra, L’Aja, Marsiglia, Monaco di Baviera, San Paolo e Tel Aviv. Le informazioni sulle modalità di partecipazione sono disponibili sui siti dei Consolati interessati alla sperimentazione. Sempre sui siti dei Consolati, attraverso Fast it, è possibile iscriversi, entro il 3 novembre, all’elenco degli elettori. Ricordiamo ancora che solo questa iscrizione permette la partecipazione al rinnovo dei Comites.

Intanto, continuiamo a conoscere come si stanno organizzando i partiti per queste elezioni. E come prima domanda, a Noè Meiler, Responsabile del Coordinamento dei Comitati di Italia Viva all’estero, abbiamo chiesto in quali Paesi presenteranno liste con il loro simbolo.

“In Argentina, nelle circoscrizioni di La Plata e Buenos Aires, saremo presenti con liste composte unicamente da nostri iscritti e con il nostro simbolo del partito. Si tratta di un risultato importante per un partito giovane come il nostro, frutto dell’ottimo lavoro svolto dai nostri coordinatori sul territorio”. Consapevoli che il grande impegno, fino al 3 dicembre, sarà informare in maniera capillare gli elettori all’estero, anche Italia Viva da diversi mesi porta avanti una campagna per far conoscere l’importante ruolo dei Comites “e spronare i connazionali all’estero a partecipare al voto. Un’operazione resa difficoltosa a causa dalla pandemia, ma alla quale abbiamo saputo rispondere con tante iniziative online, in collegamento con gli italiani in tutto il mondo. Abbiamo anche organizzato delle iniziative di persona a sostegno dei nostri candidati e siamo contenti delle tante candidature che siamo riusciti a presentare. Ora la sfida è far iscrivere le persone per poter partecipare al voto. Solo chi effettua l’iscrizione al voto Comites riceverà il plico per poter votare. È possibile iscriversi online, tramite il servizio Fast it, oppure scaricando dal sito del Consolato un modulo e spedendolo via posta al Consolato. Colgo l’occasione per invitare le lettrici e i lettori a farlo”.

Dell’Argentina abbiamo già parlato, per quanto riguarda il resto del mondo, chi sono i candidati che pensate di appoggiare?

“Abbiamo nostri candidati all’interno di liste civiche o in alleanza con altri partiti di centro-sinistra in quasi tutte le circoscrizioni consolari. Nelle circoscrizioni in cui non presentiamo candidati nostri, appoggeremo le candidature di chi condivide le nostre idee.”

Per votare, si dovrà manifestare l’intenzione di voto, parliamo della tanto discussa “inversione dell’opzione di voto”, tra l’altro, tra le “novità” previste dalla legge di riforma dei Comites in discussione alla Commissione Esteri della Camera, figura proprio la soppressione di questa modalità perché per molti rappresenta un ulteriore deterrente alla partecipazione: qual è il suo pensiero?

“L’inversione dell’opzione di voto, ossia la necessità di iscriversi all’elenco elettorale per ricevere il plico per votare, nasce come strumento per evitare brogli. Mandando i plichi solo a chi ne fa richiesta si va a ridurre il rischio di intercettare le spedizioni e votare illegalmente a nome di altre persone. Si tratta quindi di una misura volta a dare maggiori garanzie sulla personalità del voto. Allo stesso modo, però, rischia di disincentivare la partecipazione perché troppo cavillosa dal punto di vista dell’iter per la presentazione della richiesta. Personalmente credo che sia un sistema datato ed imperfetto, che sicuramente andrà riformato in futuro, anche alla luce delle nuove tecnologie che possono facilitare le operazioni di voto.”

La scarsa partecipazione registrata nel 2015, sempre per il rinnovo dei Comites, pensa possa rappresentare un “pretesto” per i detrattori del voto all’estero, e quali possono essere le cause di questa scarsa “attenzione”, pur con i dovuti distinguo tra elezioni per i Comites e per le politiche?

“La scarsa adesione alla scorsa tornata elettorale dei Comites è preoccupante. La partecipazione ai voti che riguardano la rappresentanza degli italiani all’estero è essenziale per difendere le istanze dei nostri connazionali nel mondo. In particolar modo dopo il referendum sul taglio del numero dei parlamentari tenutosi l’anno scorso. Si tratta di una riforma che andrà ad indebolire la rappresentanza degli italiani all’estero in Parlamento. Ecco che i Comites giocheranno un ruolo ancora più importante nella rappresentanza delle nostre comunità nel mondo.”

Per la prima volta, in queste consultazioni verrà sperimentato il voto elettronico ma solo in alcune sedi, potrebbe essere una valida alternativa anche per le prossime elezioni politiche, in modo che non si ripetano storie di brogli con il voto per corrispondenza?

“Come Italia Viva siamo favorevoli all’introduzione di sistemi informatici per facilitare e rendere più sicure le operazioni di voto. Proprio per questo motivo abbiamo depositato una proposta di legge in parlamento per l’introduzione della blockchain per il voto estero. Si tratta di una tecnologia avanzata e sicura che permetterà di tracciare i plichi elettorali e quei brogli che purtroppo verifichiamo spesso nei voti per corrispondenza.”

Da tempo si sente affermare che la presenza dei parlamentari eletti all’estero rischia di vanificare l’operato degli organismi di rappresentanza come Comites e CGIE, in pratica, non hanno più motivo di esistere…

“Non condivido questa opinione. Stiamo parlando di organismi distinti che, proprio grazie alle diverse competenze che hanno, si complementano per rappresentare al meglio le istanze dei nostri connazionali. I Comites, ad esempio, svolgono un lavoro importante nel portare le istanze e i bisogni dei connazionali a conoscenza dei parlamentari eletti all’estero. Un lavoro che durante la pandemia era particolarmente prezioso, e che ha permesso ai nostri parlamentari di risolvere diverse problematiche sulle quali i connazionali all’estero si sono confrontati.”

 

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