di Pino Nicotri

​ Italia del No, se fosse vivo Dante, cosa scriverebbe del “popolo”? “Martedì, domani, il ministro Stefano Patuanelli porterà al Consiglio dei ministri le nostre istanze. Che sono di tutti gli italiani. Aspettiamo questa risposta, poi ci troveremo qui tutti insieme per decidere il da farsi. Non sono io a decidere ma è il popolo”.

 

“Spero che il Governo abbia sentito dalle nostre voci la preoccupazione e l’indignazione del popolo italiano che finalmente è stato ascoltato”.

 

Queste sono le dichiarazioni di Stefano Puzzer, portavoce del Coordinamento 15 ottobre, dopo l’incontro di una mezz’ora venerdi 23 ottobre 2021 con Patuanelli, ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

 

Domanda: come fanno le poche migliaia di manifestanti No Vax, No Mask e No Greenpass a gridare “noi siamo il popolo!”.

 

Come per esempio nella lunga manifestazione di sabato 16 ottobre a Milano, la 13esima consecutiva sempre di sabato. Quando invece la stragrande maggioranza degli italiani, cioè del popolo italiano, si è vaccinata. Indossa le mascherina dove e quando prescritto. E si è dotata di greenpass?

 

Anche se quei manifestanti rappresentassero davvero i non vaccinati in blocco, 8 milioni di italiani sopra i 12 anni di età, si tratterebbe sempre di una minoranza. Rispetto ai 42 milioni con vaccinazione completa, pari a oltre il 73% degli italiani.

Nel Lazio gli adulti vaccinati superano ormai addirittura il 90% della popolazione adulta​ stando alle dichiarazioni dell’assessore alla sanità Alessio D’Amato. Quindi, fossero anche il doppio, ​ chi rappresentavano i forse 10 mila di piazza del Popolo a Roma del 9

 

E se “il popolo” è davvero quello rappresentato dalla striminzita minoranza manifestante, gli oltre 43 milioni e mezzo di vaccinati non sono “popolo”? E cosa sono, allora? Zavorra?

 

Enrico Montesano, ex attore comico ed ex eurodeputato dal ’94 al ’96 del Partito del Socialismo Europeo, ieri in un comizio a Roma al Circo Massimo ha gridato:

 

“Trieste è in ogni piazza!”.

 

Senza rendersi però conto che la “piazza” dove stava parlando pur essendo molto grande conteneva appena 500 persone. E che quasi tutte le piazze d’Italia vivono la solita vita fatta di passanti, turisti, curiosi, persone al bar o nei negozi, bancarelle. ​

 

Spiace dover rilevare che al Circo Massimo Montesano prima ha scoperto l’acqua calda affermando che i vaccini ​ “proteggono ma non immunizzano”.

 

Come se la protezione per non farci crepare non sia utile. Poi aggiunto: ​ ​ “Il futuro è creare una nuova forza che ci rappresenti”.​

 

Spiace perché tradotto in italiano significa che tanta esibita solidarietà a chi “lotta per la libertà”, cioè ​ contro vaccini, mascherine e greenpass, ​ NON è disinteressata, ma dovuta al fatto che anche lui, Montesano, vuole farsi il suo partitino.

 

Magari per tentare di tornare nel parlamento europeo o entrare in quello italiano. Come del resto si poteva intuire dal suo essere accorso a Trieste il 16 ottobre. Per un comizietto di solidarietà con gli scaricatori davanti al molo 4 del porto. Ma rivolto comunque al “popolo” e a tutti gli “italiani”.

 

Francamente si resta allibiti a dover constatare che i No Wax, No Mask e No Greenpass più convinti paragonino la campagna vaccinale e l’obbligo del greenpass al regime nazista. Per esempio scrivendo nei cartelli la parola Pass con la doppia esse tipica delle efferate SS naziste. E a volte addirittura esibendo la stella di Davide gialla che veniva cucita sugli abiti degli ebrei nei campi di sterminio.​

 

La signora Paola Perinetto, Garante dei detenuti per il Comune di Ivrea, è arrivata a sostenere per iscritto che l’intervento della polizia a Trieste il 18 ottobre “è la Tienanmen italiana”!. Da notare che l’intervento della polizia contro i non molti manifestanti davanti al molo 4 a Trieste è stato assolutamente incruento, senza neppure un ferito. A base di pochi lacrimogeni, qualche manganellata e qualche getto d’acqua sparato con gli idranti da un’autobotte. (In ogni caso, poiché quel giorno a Trieste si votava per il sindaco è stato gravissimo e sbagliatissimo fare intervenire la polizia, cosa che peraltro ha contribuito a far vincere le elezioni al candidato del centrodestra anziché a quello del centro sinistra).

 

Invece in piazza Tienanmen, a Pechino, il 4 giugno 1989 c’è stato un assalto dell’esercito cinese condotto con fucili mitragliatori e carri armati per stroncare una volta per tutte le manifestazioni quotidiane e l’occupazione permanente che in quella piazza erano iniziate il 15 aprile, cioè un mese e mezzo prima. La stima dei morti varia da parecchie centinaia a parecchie migliaia, con migliaia di feriti. Stima necessariamente imprecisa perché non era presente nessuno straniero. Tanto meno gli ormai pochissimi giornalisti rimasti a Pechino, prudentemente bloccati nei rispettivi alberghi dalla polizia,

 

La signora Perinetto, ma non solo lei, evidentemente non ha​ mai visto una carica del Secondo Celere di stanza a Padova. Oltre che negli anni ’50, dal ‘68 a metà anni 80 le cariche erano terrificanti. Perinetto&C cerchino su Google cosa ha fatto la polizia ad Avola il 2 dicembre ’68 e a Battipaglia il 9 aprile ’69.

 

Non si capisce se tutte queste esagerazioni siano dovute alla tendenza alla mitomania che abbonda anche in Italia. O a un forte desiderio di sentirsi protagonisti e magari anche eroi.​ Questa seconda ipotesi sottende comunque un forte desiderio di nuovi tempi terribili. Contro i quali potersi ribellare più o meno eroicamente. Forse in Italia 70 anni senza guerra. E più o meno 35 senza terrorismo e senza anni di piombo. Più il benessere crescente. Hanno finito col generare molta noia. E così c’è chi non vede l’ora di menare le mani. E magari non solo le mani.

Come che sia, sono segnali preoccupanti.

 

Chissà se oggi Dante nel suo verso 80 del canto XXXIII dell’Inferno definirebbe di nuovo l’Italia il “bel paese là dove ‘l sì suona”. Visto il baccano di quelli che anziché il SÌ fanno suonare il loro NO come fosse universale.

 

Chissà se Goethe rifarebbe il suo celebre Viaggio in Italia.​

E chissà se Goethe alla giovane danzatrice di strada Mignon farebbe ripeterebbe i famosi versi pieni di nostalgia:​

 

“Kennst du das Land….”.