Il decreto dell'arcivescovo di Catania, il primo del genere in Sicilia, solleva un dibattito già aperto da tempo nella Chiesa italiana. A proposito di padrini e madrine, il Codice di diritto canonico indica, tra le qualità richieste a padrini e madrine, “una vita conforme alla fede”. E purtroppo i cambiamenti nei costumi nazionali, specie in tema di convivenza, matrimoni civili e divorzi, non va in questo senso. E non sono serviti neanche i “certificati di idoneità” o gli “atti di impegno” richiesti a padrini e madrine da alcune diocesi, né gli appositi corsi per aspiranti “vice genitori” spesso disertati. Da qui la decisione, lenta e sofferta presa da alcune diocesi di abolire la figura di padrini e madrine. La questione fu anche dibattuta in una nota della Conferenza episcopale italiana del 2003, 18 anni fa. Ma il primo vescovo a emanare un decreto per disciplinare la figura di padrini e madrine è stato monsignor Giuseppe Satriano, vescovo dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati, che nel 2017 si limitò però solo alle cresime e non anche ai battesimi. Non si trattò di un divieto ma solo di un invito a «scegliere il padrino e/o la madrina tra i catechisti e/o gli educatori della comunità che hanno accompagnato il cresimando/a nel percorso di fede in preparazione ai sacramenti dell’Iniziazione cristiana». Padrini sì, ma solo “doc”, dunque.

Un caso che fece scalpore fu quello del vescovo di Sulmona-Valva, monsignor Michele Fusco, che il 16 luglio 2020 ha deciso di cancellare del tutto padrini e madrine dai sacramenti del battesimo e della cresima. «La Chiesa - scrisse - è chiamata sempre a confrontarsi con il mutare dei contesti socioculturali in cui è inserita e a considerare il continuo cambiamento che tali contesti portano in sé». A gennaio 2021 è stata la volta del vescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo: «Scelti abitualmente con criteri e finalità diverse da quelle che intende la Chiesa (relazioni di parentela, di amicizia, di interesse, ecc.), risulta che padrini e madrine non hanno piena consapevolezza ed effettiva idoneità a svolgere un ruolo efficace e credibile nel trasmettere la fede con la testimonianza della vita». Quindi, meglio farne a meno.

E la decisione del presule di Catania potrebbe fare proseliti. Già altre diocesi si preparano a proibizioni simili. A Mazara del Vallo, per esempio, il vescovo ha annunciato che il divieto di  padrini e madrine partirà dal prossimo gennaio.