Di Claudio Madricardo

Dopo sei mesi di lavoro, la commissione di inchiesta formata da un gruppo di senatori brasiliani incaricata di indagare sulla condotta del presidente brasiliano Jair Bolsonaro in tema di lotta all’epidemia di Covid-19 ha presentato le proprie conclusioni in una relazione che è stata approvata con maggioranza semplice dal Senato. Copia della stessa sarà consegnata alla magistratura ordinaria, alla Corte Suprema e alla Corte internazionale dell’Aja.

La commissione era giunta alla conclusione di accusare Bolsonaro di crimini contro l’umanità, uso inappropriato dei fondi pubblici, incitamento al crimine e prevaricazione. Con il presidente brasiliano, vengono coinvolti nelle accuse quattro ministri del suo governo, tre suoi figli, oltre a un gruppo di parlamentari della destra, di imprenditori colpevoli di aver tentato vendite fraudolente di vaccini all’esecutivo e altre settanta persone a vario titolo coinvolte.

Oltre a ciò, la commissione ha richiesto di entrare in possesso dei dati di Google, Facebook e Twitter relativi alle attività del presidente dall’aprile dell’anno scorso, quando scoppiò l’epidemia di Covid che al Brasile è costata fino a ora la morte di 605mila persone e 21,7 milioni contagi. Collocando il gigante sudamericano al secondo posto subito dopo gli Stati Uniti nella graduatoria mondiale dei Paesi che hanno registrato il maggior numero di decessi.

Solo pochi giorni fa Bolsonaro aveva visto il proprio account di YouTube bloccato per una settimana per aver violato la policy della piattaforma in fatto di “disinformazione medica”, cosa che era già accaduta lo scorso luglio. In questa ultima occasione Bolsonaro aveva diffuso un video in cui sosteneva che l’uso dei vaccini anti Covid favoriva l’insorgere dell’Aids, basandosi sulle presunte conclusioni di un articolo pubblicato dalla rivista Exame e su informative del governo inglese.

Nel video pubblicato su YouTube che in seguito gli è costato la sospensione dalla piattaforma, Bolsonaro affermava che “informative ufficiali del governo del Regno Unito suggeriscono che le persone completamente vaccinate (….) che hanno assunto la seconda dosi, mostrano che dopo quindici giorni sviluppano la sindrome di immunodeficienza acquisita (AIDS) molto più rapidamente da quello che ci si attende”. Anche per questo il voto del Senato di ieri ha chiesto che il presidente brasiliano sia sospeso da tutte le reti sociali a tempo indeterminato.

Prima ancora della sospensione da parte di YouTube, seguito da Facebook e Instagram, le affermazioni del presidente brasiliano avevano suscitato le critiche da parte degli ambienti medici che subito si erano incaricati di smentire ogni relazione tra vaccini e AIDS, facendo rientrare quanto detto da Bolsonaro nel novero delle fake news.

Le innumerevoli bugie sull’epidemia sparse in questi anni da Bolsonaro, tese a derubricare il Covid ad una gripezinha, una semplice influenza, giustificano la richiesta del Senato di entrare in possesso delle sue attività in internet e sono alla base delle attuali accuse di crimini contro l’umanità.

Mentre il Senato approvava ieri le conclusioni della sua commissione, alla Camera sono in attesa ben 137 richieste di impeachment  bloccate dalla destra che vanno dal genocidio alle accuse a Bolsonaro di aver lucrato sugli acquisti dei vaccini assieme ai tre figli. Intanto nei sondaggi è in picchiata, dato che  il 61% dei brasiliani considerano il suo governo negativamente, precipita la crisi economica, la povertà assoluta si estende toccando quindici milioni di brasiliani, e l’inflazione galoppa a due cifre.

Oltre alle accuse di crimini contro l’umanità, Bolsonaro è imputato di essere una delle cause dell’epidemia, di aver disatteso le misure sanitarie necessarie, di ciarlataneria medica, di incitazione al delitto, attentati contro la dignità della sua carica, prevaricazione, falsificazione di documenti, uso irregolare di denari pubblici. Essendosi Bolsonaro impegnato fin dall’inizio dell’epidemia a demolire il prestigio della comunità scientifica internazionale con le sue prese di posizione a favore di rimedi dubbi come la clorochina, contro i suggerimenti dell’uso della mascherina e di misure di distanziamento, imponendo agli operatori sanitari brasiliani misure prive di efficacia contro il virus.

Per quanto riguarda l’andamento dell’epidemia in Brasile, nonostante la posizione negazionista del presidente e grazie soprattutto all’iniziativa dei singoli stati della federazione, il 72% dei 213 milioni di brasiliani ha già ricevuto la prima dose, mentre il 52% è già completamente immunizzato.

Nonostante le gravi accuse che lo hanno colpito, difficilmente esse potranno avere effetto sul presidente brasiliano, tanto più che Bolsonaro non ha smesso di giocare la sua carta favorita che prevede l’innalzamento dello scontro e la continua erosione delle istituzioni democratiche del suo Paese. In vista delle elezioni presidenziali che avranno luogo il prossimo anno, Bolsonaro prevede per se stesso tre ipotesi: “essere arrestato, essere ammazzato, la vittoria”, escludendo quella di poter uscire sconfitto dalle urne. Il che potrebbe far pensare che Jair, grande ammiratore di Donald Trump, abbia in testa una riedizione in salsa carioca della giornata di Capitol Hill, nel caso, al momento assai probabile, uscisse sconfitto dalle urne.

La pericolosa deriva impressa da Bolsonaro al suo governo, ha spinto nelle scorse settimane un gruppo di congressmen statunitensi a denunciare la troppa discrezione e timidezza da parte dell’amministrazione Biden, al quale è stato chiesto di esercitare pressioni e di minacciare una revisione delle relazioni con il Brasile, assumendo finalmente una posizione meno diplomatica inviando “un chiaro messaggio” affinché Bolsonaro metta fine alle manipolazioni elettorali, alla corruzione e alla continua deforestazione dell’Amazzonia.”

Anche a costo di minacciare la compromissione delle relazioni bilaterali attraverso una revisione della cooperazione in materia di antiterrorismo e lotta al narcotraffico, bloccando la decisione presa da Donald Trump nel 2019 di fare del Brasile un socio della NATO, nonché di avviare un iter che lo porti a far parte integrante dell’alleanza.

Una pratica che i governi americani sono soliti concedere a Paesi alleati che non fanno parte dell’alleanza atlantica, grazie alla quale questi ultimi possono entrare in possesso di sistemi di difesa e partecipare a esercitazioni militari assieme agli Stati Uniti. Che, se venisse cancellata, danneggerebbe in primo luogo i militari con i quali Bolsonaro ha infarcito il suo governo.

Ammesso, e ancora non concesso, che Biden possa finalmente esprimere quali sono le linee della nuova amministrazione in America Latina, e soprattutto in cosa si differenzino da coloro che lo hanno preceduto, basterà a far evitare al gigante brasiliano un possibile futuro da brividi?