di Edda Cinarelli

Il 28 ottobre, Ernesto Tagliani era emozionato, lo sguardo perso come se vedesse un panorama distante, ricordava infatti quando un 28 ottobre di 73 anni fa è arrivato a Ushuaia con l'impresa di Carlo Borsari, di cui il padre era socio, per costruire il porto e il nucleo della città.

In Italia, era da poco finita la guerra e Ernesto negli orecchi, nel corpo e nello spirito ricordava ancora il sibilo delle bombe, la loro posteriore esplosione e i morti. Quanto dolore e quanto spavento. Chi ha vissuto quei momenti non se li può dimenticare. Nella Terra del Fuoco i dipendenti dell'impresa hanno trovato un freddo intenso e hanno dovuto combattere una nuova guerra, questa volta contro il clima, ma dopo l'orrore vissuto ce l'hanno messa tutta per sopravvivere e per lavorare con lena anche per non sentire il gelo.

Quando sono arrivati a Ushuaia c'erano poco più di duemila abitanti e con la chiusura del carcere nel 1947 la città rischiava di spopolarsi. L'impresa aveva firmato un contratto con il Ministero della Marina argentino per costruire diverse opere pubbliche da portare a termine in due anni. Così sono arrivati due contingenti di impiegati dell'impresa Borsari con macchine e materiali. Un gruppo è venuto con la nave Genova, il 28 ottobre 1948, l'altro con il Giovanna Costa, il 6 settembre 1949.

Gli operai italiani, con ingegneri e personale specializzato hanno costruito alberghi, il mattatoio e il frigorifero, le scuole, la centrale elettrica, le case per i militari, la diga per portare l'acqua, le fogne, i rioni Solier e Almirante Brown, quest'ultimo lo chiamavano, tra loro, la Nuova Bologna. Hanno edificato il nucleo dell'attuale città, che è divenuta piano piano uno dei centri turistici più importanti dell'Argentina. Un luogo da sogno, con monti innevati, laghi trasparenti e tanti boschi.

Quasi tutti gli italiani arrivati con la spedizione Borsari -Tagliani sono andati via da Ushuaia, ne sono rimasti pochi, ma anche quelli che se ne sono andati continuano a ricordare a sognare quei monti e il canale di Beagle, un paesaggio unico e mozzafiato. Con molto diritto possiamo dire che Ushuaia è quasi italiana, lo è la sua anima.