di Lucio Fero

Trattare giornalisticamente Covid con le categorie concettuali in uso da decenni per Tangentopoli è sciocco, pigro, tronfio e...furbetto. Concepire e raccontare il mondo come un mondo sempre e comunque di ladri e scopritori di ladri e nulla più è sciocco oltre che falso. Ed è tronfio assegnare a se stessi il ruolo e la missione degli scopritori di ladri in missione per conto del popolo derubato. Sentirsi hunters e insieme crociati, cacciatori della truffa che sempre c'è e crociati della verità che altro non è che scoprire, raccontare l'imbroglio è pigrizia culturale prima ancora che professionale.

La terza dose business delle case farmaceutiche - Sigfrido Ranucci nella sua puntata di Report, in stretta coerenza e osservanza con queste connotazioni culturali, ha letteralmente detto: "La terza dose di vaccino è il business delle case farmaceutiche". Non l'ha solo detto, l'ha motivato con un "ovviamente". Ed è in quell'avverbio, in quel ritenere ovvio che la terza dose dei vaccini sia un affare di soldi e non di salute che si riscontra pigrizia culturale, pensiero corto, ampio presumere del proprio ruolo e, come dire, esiguo spessore di razionalità. In una parola, disinformazione. Disinformazione in senso proprio e stretto: è falso e sciocco che la terza dose del vaccino sia stata inventata per far fare soldi a Bigpharma. Ma Ranucci e Report non possono non pensarlo, perché sono fatti così. Sono nel campo del talk show televisivo la malattia senile del santorismo. Santoro, dove ogni umor di gente diventava diritto di popolo. Ora ogni rumor di gente diventa inchiesta.
Siam tutti vaccinati...- A riprova e ripulsa dell'accusa di aver fatto cassa da risonanza ampia ai rumor di gente No vax, Report-Ranucci replicano: siamo tutti vaccinati! Rai 3, Italia al tempo del Green Pass, ci mancherebbe altro che una redazione della tv pubblica lavori ed operi senza che siano vaccinati. C'è del furbetto tradizionale e consolidato nel lanciare il sasso e ritirare la mano. Report-Ranucci hanno liberamente accolto e diffuso il sospetto vaccino sia soprattutto business, il sospetto asse e sostegno primario del sentimento No Vax. Affrettarsi poi a dire che no, che si parlava solo di..."criticità" di cui il giornalismo si occupa è posizione che si colloca tra il vittimismo, il furbetto e anche un po' il pavido. Appunto, il sasso e la mano.

Questione etica - C'è una questione etica hanno detto Report-Ranucci. In effetti una questione etica c'è, riguarda l'etica del giornalismo, la responsabilità sociale del fare giornalismo. Sociale, non social. Il giornalismo si è perso la E.