di Mimmo Carratelli

Con la migliore difesa in campionato, tre gol al passivo come solo il Chelsea in Premier, il Napoli si riaffaccia stasera in Europa League dove non ha lo stesso score difensivo, cinque reti in tre partite. Ma non è solo questo il dettaglio del match di ritorno contro il Legia Varsavia in Polonia.

Il Napoli giocherà la terza partita della stagione senza Osimhen, assente a Marassi contro il Genoa (2-1) per squalifica e a Salerno (1-0) per il problema muscolare al polpaccio destro. Gattuso giocò 14 partite senza il centravanti nigeriano: otto le vinse, due le pareggiò, ne perse quattro. Si può vincere senza Osimhen. Questo dicono i numeri. Sul campo è un'altra storia.

Il Napoli resta in corsa per raggiungere gli ottavi dell'Europa League. Una vittoria a Varsavia lo rilancerebbe. All'andata, il Legia è stato battuto nettamente (in gol Insigne, Osimhen, Politano). Bisognerà scoprire quanta differenza faranno il fattore-campo e il Napoli senza Osimhen, Insigne e Fabian Ruiz che sono rimasti a casa. Lo stadio del Legia (30mila posti) è uno dei più "caldi" in Polonia. Il Napoli giocherà in una bolgia ostile.
Spalletti starà già pensando al Verona, domenica allo Stadio Maradona. Il Verona è una delle squadre più in forma e agiterà i fantasmi delle due partite dell'anno scorso, batosta azzurra al Bentegodi, flop a Napoli per la conquista del quarto posto. Ma non chiederà alla squadra di risparmiarsi puntando esclusivamente sul campionato.

A Varsavia, assenze pesanti. Petagna è il centravanti predestinato. Riposerà Anguissa, torna Demme. La presenza più interessante sarà Elmas che, col suo gioco anarchico e travolgente, se non travolge se stesso, potrà risultare l'azzurro capace di far saltare la difesa polacca.

È una partita interessante per Spalletti alla ricerca di una soluzione convincente senza Osimhen per l'ormai famoso gennaio con la Coppa d'Africa. Non è andato bene, a Salerno, il rilancio di Mertens. Dries non giocava una partita di responsabilità da troppo tempo, in campo dall'inizio solo contro il Legia e a Salerno, poi quattro scampoli di finali di partite. Non è credibile che si sia spento improvvisamente e che sia condizionato dai 34 anni. Forse non potrà essere più il fantastico falso nove, ma può dare molto non solo per l'entusiasmo che lo lega alla squadra e alla città.

Il Napoli, ampiamente ritoccato, dovrà comunque giocare questa partita di Europa League al massimo delle possibilità e con l'impegno maggiore perché un successo internazionale contribuisce all'immagine del club e alla crescita di una squadra vincente. Oltretutto, ci saranno seicento tifosi azzurri al seguito in uno stadio "ribollente".

Il Legia, campione di Polonia negli ultimi due anni, è sprofondato in una crisi profonda. Ha vinto appena quattro partite delle ultime dodici giocate, compresi i tre match europei. È terzultimo in campionato, piena zona retrocessione. Una curiosità: nelle undici partite giocate nel torneo nazionale non ha mai pareggiato (tre vittorie, otto sconfitte).
Ha sorpreso in Europa League, primo nel girone dopo il sorprendente debutto vittorioso a Mosca contro lo Spartak e il successo casalingo sul Leicester, due partite risolte con un solo gol. Ha per obiettivo l'Europa per salvare la stagione. Il match col Napoli sarà decisivo per evitare il fallimento completo di questa annata.

Sarà battaglia dura a Varsavia. Il Legia, fallita la partita difensiva a Napoli (5-4-1), sarà più offensivo (3-4-3) e annuncia una formazione con sette cambi rispetto all'andata sfoderando il migliore tridente d'attacco (Kastrati, Emreli e Muci), rivoluzionato anche il centrocampo. Potrebbe favorire un Napoli raccolto e rapido nel contropiede.