Gentile direttore,

oggi è una giornata straordinaria per la legalità nella circoscrizione estero, nella quale si eleggono i rappresentanti dei nostri connazionali all’estero; questa non è e non dovrà mai essere la prateria sterminata nella quale crescono e proliferano faccendieri e cacciatori di plichi elettorali, che ne minano la credibilità alimentando dubbi affari di traffico di influenza illecite. In ogni tornata elettorale, a qualsiasi livello e per ogni tipologia di rappresentanza, sono stati denunciati brogli, compravendita di plichi elettorali e uso maldestro del materiale, che, invece, è personale e responsabilizza il cittadino. Dall’introduzione del voto all’estero in ogni tornata elettorale, sia referendaria, sia legislativa che per i Comites, la grande stampa ha ripetutamente verificato casi di brogli: schede elettorali fotocopiate e con nuance di colori attenuati, migliaia di schede riportanti la stessa calligrafia non intercettate nei seggi di Castelnuovo di Porto e, benché siano stati depositati diversi ricorsi alla magistratura ordinaria, questi non hanno mai terminato l’iter completo nelle giunte per l’elezione di Camera e Senato. Clamorosi i casi di truffa assorti alla cronaca in Brasile, Argentina, Svizzera, Belgio che vox populi non hanno sortito miglioramenti procedurali, anzi si sono aggravati con le recenti candidature di cittadini residenti in Italia, quando nello spirito dei codici il legislatore aveva previsto la circoscrizione estero per rappresentare esclusivamente le comunità italiane residenti nei 5 continenti.

I brogli generano discredito e allontanano la gente dalla partecipazione attiva premiando “ladruncoli e imbroglioni” interessati ad interessi particolari e immediati, diversi dagli interessi della nazione ai cui interessi generali i parlamentari dovranno contribuire con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge. Sedere in Parlamento presuppone una legittimazione e il consenso popolare che è altra cosa dalle alchmie truffaldine.

Che finalmente si arrivi oggi ad una decisione sull’esposto presentato dall’Onorevole Fabio Porta, già presidente del Comitato per gli italiani nel mondo e promozione del sistema paese della Camera dei deputati nella passata legislatura, che denuncia  e produce elementi probatori veritieri della falsificazione di migliaia di schede elettorali, che hanno determinato la sua esclusione dal Senato nella presente legislatura è un segnale fortissimo in questo mondo, perché scrolla finalmente i “salici piangenti” avvitati nell’indecisionismo o sul possibilismo, apre una breccia nel muro di gomma a volte omertoso e di connivenze nei piani alti dei palazzi italiani all’estero e, miracolosamente, afferma senza equivoci la terzietà delle istituzioni riconciliando la politica con la legalità e la trasparenza, rafforzandone idealmente la credibilità e la missione.

La moralizzazione della politica nella circoscrizione è ancora lontana dall’affermarsi, vorremmo che si bruciassero i tempi affinché dai nostri insegnamenti crescessero figli migliori e classi dirigenti rispettose delle regole che costruiscono il bene comune. Il governo italiano dovrà investire in forme educative e in civismo capaci di rafforzarne i lineamenti per renderla protagonista e assicurare le stesse opportunità  a tutti i cittadini interessati alla vita pubblica, nella quale si esprimono e sono impegnati grandi donne e grandi uomini, che potranno ambire a rappresentare i propri territori senza prendere scorciatoie, né farsi attrarre dalle funambolie dell’azzardo.  

L’onorevole Fabio Porta merita la stima e riconoscenza per il convinto perseguimento della verità di questi ultimi  anni, come ha dimostrato anche nella sua presa di posizione nel processo Condor, perché la sua determinazione ha reso un grande servizio alla legalità. Nella circoscrizione estero nulla sarà più prima, le regole vanno garantite ovunque c’è una rappresentanza italiana a differenza dei sepolcri imbiancati che hanno anche adornato attitudini sfavillanti.

Michele Schiavone

Segretario Generale Cgie