Otto su dieci, forse pure nove. Ma non basta. Non basta appartenere alla maggioranza, ma che dico, alla larghissima maggioranza di chi si è vaccinato e accetta le contromisure necessarie per contenere una pandemia mai affrontata prima e ancora in corso. Non basta avere avuto pazienza, avere avuto paura – magari – di fare il vaccino e averla superata, aver avuto comprensione per la fragilità e le indecisioni degli altri, tacitando le proprie fragilità e indecisioni, e mettendo tutto nel conto del “bene comune”. No, non basta. Alle conseguenze della pandemia noi otto su dieci, forse pure nove, dobbiamo sommare le conseguenze della protesta scriteriata di una minoranza egoista e intollerante, dei due su dieci, forse pure uno, che pretendono di gestire per conto di tutti, senza criteri scientifici ma nemmeno semplicemente logici, la situazione.

Intendiamoci, le minoranze sono il sale della democrazia, e anche il suo banco di prova, ma questo non vuol dire che tutte le istanze minoritarie, comprese le più assurde e insensate, debbano trovare realizzazione: se cento (ma anche mille o centomila) persone chiedono che nei libri scolastici si inserisca l’ipotesi che la Terra è piatta, perché quella del terrasferismo altrimenti è una dittatura, è evidente che è una richiesta non ricevibile. Se poi quei cento (o mille o centomila) per continuare ad affermare il loro diritto al terrapiattismo – che, per esempio, per loro comporta anche la revisione di tutte le mappe, gli atlanti, i sistemi, oltre che la riscrittura della storia – decidono di scendere in piazza ogni settimana, bloccando interi centri e affermando che proseguiranno fino a che non avranno trovato non ascolto (che quello lo hanno già, anche molto amplificato rispetto alla loro consistenza), ma attuazione delle loro richieste, allora la situazione si complica.

Ora, trasferite questo esempio fantasioso (ma non troppo) alla situazione attuale. Tenendo però conto del fatto che un terrapiattista è solo un po’ strampalato, mentre un novax nogreenpass, che manifesta assembrato, senza mascherina, urlando, è anche un potenziale veicolo di contagio, e dunque la sua scriteriata protesta potrebbe avere (come ha avuto) conseguenze drammatiche, ben oltre il fastidio arrecato alla libera circolazione delle persone. Ovvero la cosa che abbiamo fatto di tutto per ripristinare, e che la vaccinazione di massa e il greenpass hanno reso possibile. Che poi fa persino ridere, vedere schierato in prima linea in questa strategia del disturbo senza fine (come se l’ultimo anno e mezzo non ci avesse disturbati tutti, e ogni pezzetto di normalità riconquistata oggi sembra un tesoro), anche chi, mesi e mesi fa, quando non c’erano ancora i vaccini, protestava per “aprire tutto” e ogni giorno denunciava la tragedia di commercianti e ristoratori, e oggi – che tutto è aperto da un pezzo, e non grazie alle sue proteste – se ne infischia di aperture e normalità, purché sia garantito il suo diritto al disturbo.

Dobbiamo dire che la dittatura sanitaria a questi due su dieci, forse uno, finora ha dato risposte indegne di una dittatura che si rispetti: nessun Tso a chi continua a sostenere che la pandemia non esiste (ieri Floris ha mostrato il video di un alto prelato che sosteneva questa tesi e concludeva con il segno della croce...), che le mascherine non servono, che i vaccini sono acqua sporca (uno dei due su dieci) o pericolosi ogm dai poteri maligni (l’altro dei due su dieci); nessun obbligo di vaccinarsi, ma solo farsi un tampone, se si vogliono frequentare i luoghi al chiuso; sedici (finora) weekend con proteste, cortei per i quali però, che diamine, non dovevano valere le normali regole dei cortei e i percorsi concordati (tanti dei manifestanti due su dieci, forse uno, non erano mai scesi in piazza in vita loro: mica gli interessano i diritti civili, il lavoro, la politica...).

Deludente come dittatura, una dittatura che trova comunque spazio e ascolto per una minoranza così difficile da gestire. Una dittatura che si sta preoccupando di trovare forme perché le proteste terrapiattiste continuino, se vogliono, ma senza costituire un pericolo per gli altri, gli otto su dieci, forse nove, che non le condividono ma sono costretti a subirle. Allora, è davvero il concetto di “libertà” che deve essere attentamente considerato (lo ha detto con parole ferme il presidente Mattarella): se pensi che mettere una mascherina, fare un vaccino o un tampone sia una lesione della libertà, se pensi che sia tuo diritto negare la pandemia o contestare le misure che – come è evidente – funzionano, ma sono sempre appese a un filo sottile, la coesione della comunità, la coerenza e responsabilità dei comportamenti individuali, allora sei tu il problema della libertà. E degli otto su dieci, forse nove, che te la garantiscono senza chiederti niente.

MANGINOBRIOCHES