di Stefano Casini

 

Dopo Juan Carlos Onetti nel 1980 e Ida Vitale nel 2018, é giunto il terzo Premio Cervantes, il più importante in lingua spagnola, per un'altra discendente di italiani: Cristina Peri Rossi nata a Montevideo il 12 novembre del 1941 e direttamente figlia di italiani. Scrittrice, traduttrice e attivista politica, Cristina si é dovuta esiliare in Spagna nel 1972, specificamente a Barcellona, dove ha sviluppato praticamente tutta la sua carriera letteraria.

Il critico letterario Seymour Menton sostiene che Cristina è stata una delle più importanti narratrici contemporanee dagli anni '50. D'altra parte, dalla Redazione della rivista Confluencia si afferma: "....è considerata una delle più importanti scrittrici di lingua spagnola, tradotta in più di venti lingue, tra cui yiddish e coreano." 

Durante la dittatura militare uruguaiana che ha governato l'Uruguay dal 1973 al 1985 é stata censurata e il suo lavoro fu vietatocosì come la menzione del suo nome sulla stampa. Nonostante il suo esilio in Spagna, sotto il regime franchista, e poi anche a Parigi, l'autrice continuò a pubblicare opere di alto contenuto politico e mai smise di dedicarsi all'attivismo fuori dall'Uruguay.

Peri Rossi è stata pioniere come donna, essendo l'unica scrittrice legata al boom latinoamericano, movimento generalmente associato ad autori come Gabriel García Márquez, Mario Vargas Llosa e Carlos Fuentes. 

Ha tradotto opere di Clarice Lispector e Monique Wittig, e per 7 anni ha collaborato con media spagnoli.

Peri Rossi è nata il 12 novembre 1941 a Montevideo, Uruguay, prima di due figlie di una famiglia di immigrati italiani, anche se a casa si parlava solo spagnolo. Suo padre, Ambrosio Peri, operaio tessile, morì quando lei era giovane, anche se questa morte non sembra aver influenzato troppo la vita di Cristina. Sua madre, Giulietta Rossi, era un'insegnante che, ben presto,  riconobbe il talento di sua figlia per la scrittura, essendo fonte di ispirazione nella sua carriera. Cristina aveva uno stretto rapporto con suo zio, anch´egli italiani, celibe, comunista e titolare di una biblioteca. Lei si è gettata da giovanissima nella lettura e fece affidamento sulle biblioteche, a causa della situazione finanziaria della famiglia. In un'intervista rivela; "Leggevo nelle biblioteche perché non potevo comprare libri in librerie".

A sedici anni andò alla Biblioteca Nazionale, dove lesse Il secondo sesso, di Simone de Beauvoir, un libro che marcó per sempre la sua carriera di poetessa. Ha frequentato una scuola elementare pubblica e poi il liceo, anche pubblico, Rodó, dove ha completato gli studi pre-universitari tra il 1958 e il 1960. Appunto nel 1960 fu accettata nell'Instituto de Profesores Artigas, un istituto di istruzione terziaria dove i docenti sono formati per l'insegnamento. Nell'IPA si è sempre dedicata alla letteratura comparata, oltre ad insegnare nelle scuole superiori. Ha vinto la cattedra nel 1964 e poi ha tenuto corsi presso varie istituzioni undici anni, fino al suo esilio nel 1972.

Nell'anno 1963 pubblicò la sua prima opera Living, una raccolta di racconti. Il secondo dello stesso genere, I musei abbandonati, fu pubblicato nel 1969, come il suo primo romanzo con il titolo  Il libro dei miei cugini. Dopo queste pubblicazioni, la carriera di Cristina cambió radicalmente perché i critici cominciarono a considerarla una delle scrittrici più importanti della sua generazione, con riconoscimenti come il Premio Jóvenes del Arca nel 1968 e il Premio di marzo per "Il libro dei miei cugini" del 1969. 

Queste opere, e altre pubblicate fino al 1972, avevano un marchio ideologico, legato alla gravità della situazione politica prima del golpe militare.

Intanto , Peri Rossi cominció a partecipare al neonato Frente Amplio anche se come membro indipendente. Questa relazione insieme ai suoi articoli nella rivista di estrema sinistra Marcha, chiusa dai militari e al quotidiano comunista El Popular, provocò minacce alla sua vita. A 31 anni, decise di esiliarsi in Spagna, dove tuttoggi abita.

Con l'aiuto del suo amico e grande scrittore Julio Cortázar, fuggì poi a Parigi nel 1974 perché il governo spagnolo del dittatore Franco collaborò con quello dell'Uruguay per rifiutare l'autorizzazione  del suo passaporto spagnolo. Rimase a Parigi un paio d'anni e al suo ritorno in Spagna, ottenne la nazionalità spagnola nel 1975, anche se gli fu concessa nuovamente la cittadinanza uruguaiana nel 1985. 

Con il ritorno alla democrazia in Uruguay, pensò di tornare nel suo paese, ma scelse di restare in Spagna, anche se, come ha detto piú di una volta, non si è mai sentita a suo agio lì, con l'alibi del fatto che "una scrittrice deve sentirsi a disagio per scrivere bene".

L'esilio ha influenzato non solo la sua scrittura, ma anche i suoi rapporti con altre scrittrici. A Barcellona ha incontrato autori come Ana María Moix, Montserrat Roig e Esther Tusquets.

L'esilio è stato, per Cristina, un'esperienza negativa e soffrí molto, ammettendo che più volte pensò nel suicidio. Dopo tanti anni la scrittrice si é abituata a una vita fuori dalla sua terra natale ed ha vissuto in Francia, Spagna e Germania, considerandosi una cittadina del mondo. Per Peri Rossi, i paesi con cui sente affinità sono quelli dove c'è giustizia e si difendono i diritti umani e animali. Secondo lei questa è la vera patria.

Una volta scrisse in un'intervista: "Sono una scrittrice molto impegnata nella voce pubblica della sinistra". 

La sua carriera letteraria è iniziata in Uruguay negli anni '60. Nei suoi primi libri i protagonisti  erano, soprattutto, i bambini. 

Ha continuato a scrivere in esilio cambiando diametralmente la tematica e affrontando argomenti come l'erotismo e l'omosessualità. Anche se il lesbismo sia più popolare in molti scritti successivi, c'è ancora una distinzione tra la sua scrittura lesbica e non lesbica. I suoi primi scritti, ad esempio "Viviendo", consistono in storie di qualcosa come un lesbismo sommerso ed esplora l'attrazione sessuale verso altre donne. Cristina confessa di non aver avuto un'infanzia felice, ma "...attraverso la scrittura e l'immaginazione, ho saputo affermare la mia identità e lottare contro la manipolazione". Secondo lei l'attività di scrittura non si limita alla fissazione di un testo, ma comprende anche l'atto di "immaginarlo, sognarlo e intuirlo". "Ho scritto poesie e racconti da quando ero bambina" , infatti, a sei anni, disse alla famiglia che il suo desiderio era diventare una scrittrice. Eccetto mamma Giulietta, consapevole del talento della figlia, la reazione del resto della famiglia fu di risate e incredulitá. Contro venti e maree e la disapprovazione della famiglia, la giovanissima scrittrice cominció a pubblicare i suoi primi l racconti come  Vivere nel 1963) e I musei abbandonati nel 1968 e il romanzo, Il libro dei miei cugini nel 1969.

Il suo primo lavoro si pubblicó nel 1963, anche se lo scrisse molto prima. Sono tre storie realistiche, "Vivere", "La danza" e "Non so cosa", tre narrazioni protagonizzate da donne.  Ogni storia ci da una visione oscura del mondo, rappresentando un luogo troppo stretto per le donne che lo abitano. Vivere tratta  di una donna condannata a una vita da single. Gli ultimi raccontano storie simili. Tutte le storie affrontano implicitamente la questione delle relazioni lesbiche.

Una delle sue opere più importanti è La nave de los locos del 1984, considerata il romanzo latinoamericano più importante dopo il boom latinoamericano. La nave è un'allegoria dell'esilio. Il romanzo si compone di due piani narrativi, il primo dei quali è la rappresentazione dell'arazzo romanico della Creazione e la rivista Confluencia lo ha considerato in questo modo:  "è considerato il miglior romanzo del post boom latinoamericano". 

Nel 21° secolo, Peri Rossi ha scritto raccolte di poesie come Estado de Exilio  (2003), Estrategias del Deseo (2004), Mi casa está escribiendo (2006) e Cuarto de Hotel (2007). Il libro di poesie Estrategias del Deseo del 2004 è una storia d'amore dagli albori del desiderio fino alla minaccia della dimenticanza. 

Playstation del 2009 è un'altra raccolta di poesie, con la quale é diventata la prima scrittrice a vincere  il Premio Loewe. 

Secondo l'autrice stessa: "...si tratta di un libro molto duro, e completamente urbano. Cioè, demistificazione di tutti i rituali della vita urbana e tratta di una grande solitudine." essendo un libro completamente autobiografico. Ognuna delle poesie tratta di un'esperienza della sua vita. 

Come attivista politica e scrittrice, l'opera di Peri Rossi è piena di temi sociali, essendo proprio questo aspetto che l'ha portata all'esilio nel 1972. Indices del Pánico del 1970), è un suggestivo elogio della libertà e l'allora governo uruguaiano vietó la pubblicazione e la distribuzione di questo lavoro nel 1972. 

Alcune opere sono commenti sulla società patriarcale. La critica Ana Corbalán, ha analizzato le storie "Primo amore" e "Distruzione o amore" per mostrare come rivelano che la famiglia tradizionale non funziona mai, mentre Cristina, sempre secondo Corbalán, propone altri tipi di modelli familiari, come le coppie non eterosessuali. C'é un chiaro attacco all'istituzione del matrimonio e un rifiuto all'autorità maschile e queste opere mettono in luce le trasgressioni sessuali e familiari.

"Primo amore" è scritto in prima persona, attraverso un narratore maschile. Il testo esplora altri tipi di sessualità alternative e presenta l'incesto come un argomento tabù nella nostra società.

La principale influenza letteraria di Cristina é stato, senza dubbio, Julio Cortázar, la cui amicizia è stata fondamentale per la sua carriera letteraria.

La giuria del Premio Cervantes, ha tenuto in conto tutta la carriera di questa fenomenale scrittrice compromessa con temi vincolati alla libertá d'espressione e una vera e propria rivoluzionaria della Letteratura.