Di VINCENZO MUSACCHIO

I rapporti criminali tra i narcotrafficanti dell’America latina e la criminalità organizzata spagnola ci sono sempre stati. La Spagna è una delle principali porte di accesso della droga latinoamericana in Europa. 

Il Paese iberico da qualche tempo si è attrezzato per fermare questo traffico di droga, ma lo sradicamento della criminalità organizzata è pieno di difficoltà e uno dei maggiori ostacoli è la capacità delle mafie di mutare per cercare di eludere le forze di polizia. In Spagna ci sono organizzazioni criminali autoctone e straniere (presenze costanti della ’ndrangheta e della camorra) dediti principalmente al traffico di droghe illegali. La loro particolarità è di essere strutture strettamente connesse con i cartelli dei narcotrafficanti latinoamericani (soprattutto messicani e colombiani). Nonostante l’aumento della pressione della polizia spagnola, queste strutture criminali continuano a operare con significativi margini d’impunità e notevoli vantaggi economici.

In Spagna il delitto di associazione di stampo mafioso è un delitto di scarsa applicazione giurisprudenziale. Le mafie del narcotraffico inoltre hanno mutato anche il loro metodo mafioso e per evitare arresti importanti, i boss della droga usano maggiormente i metodi corruttivi preferendoli alla violenza e all’intimidazione. Le nuove generazioni hanno compreso che occorra minore visibilità. I grandi trafficanti di droga ora operano sottotraccia sia in Spagna, sia in Sud America. La scissione del crimine organizzato latinoamericano in piccoli clan autosufficienti rende molto più difficile l’azione di contrasto da parte dello Stato. Pur indebolendo la struttura di vertice i piccoli clan, riescono sempre a ricomporsi rapidamente e con i clan satellite occupano immediatamente la posizione liberata e riprendono le attività criminali continuando i traffici illeciti del precedente gruppo.

Il crimine organizzato dei narcotrafficanti negli ultimi anni si è dimostrato non solo resistente, ma molto veloce nell’adattarsi alle mutevoli condizioni politiche, economiche e sociali, sfruttando le nuove opportunità con rapidità eccezionale, mentre, la magistratura e le forze dell’ordine nazionali e internazionali perdono inesorabilmente terreno. I clan latinoamericani che si trovano in Spagna sono strutture di collegamento con la loro madrepatria e hanno lo specifico compito di organizzare il traffico di droga verso tutta l’Unione europea. 

Sono semplici organizzazioni affiliate al clan principale che si trova in Colombia o in Messico, hanno contatti con le mafie del continente europeo (’ndrangheta in primis) e sono aperte a ogni possibile attività criminale che riguardi il traffico di stupefacenti. Forniscono tutti i tipi di servizi compreso il trasporto e lo spaccio. Coloro che prima si dedicavano solo al traffico illecito, si scopre che possono anche distribuire droga sintetica nel resto d’Europa. 

A conforto del nostro articolo vi sono dati oggettivi. In Spagna, nel 2019 sono state sequestrate circa 40 tonnellate di cocaina e circa 350 tonnellate di hashish. La Guardia Civil ha arrestato più di ventimila narcotrafficanti in un solo anno. Tutte queste operazioni di repressione hanno costretto le mafie a modificare il loro modus operandi. Le organizzazioni criminali latinoamericane che ricevono droga in Spagna la gestiscono nascondendola, riducendo così i costi e diminuendo il rischio di eventuali sequestri. Lo scopo finale della nuova organizzazione resta sempre lo spaccio degli stupefacenti in ogni Nazione europea. La loro nuova organizzazione prevede l’arrivo della droga nei principali porti della Spagna atlantica (Coruña, Cadice, Huelva, Marin). Nei primi nove mesi del 2020 il traffico delle merci nei porti spagnoli è cresciuto di circa il 10% e le mafie sanno che le forze dell’ordine riescono a controllare poco più del 3% delle merci che entrano dai porti spagnoli. La legislazione antimafia locale inoltre non aiuta poiché non è tra le più aggiornate ed efficaci. Tale contesto ovviamente sta rendendo molto difficile la lotta contro questo nuovo tipo di criminalità organizzata che approfittando della situazione contingente accumula grandi quantità di denaro che riesce a riciclare facilmente perché il riciclaggio di denaro e le indagini patrimoniali sono un altro punto debole della legislazione antimafia spagnola. Le nuove mafie del narcotraffico reinvestono subito gli straordinari profitti nell’organizzazione stessa. Sono all’avanguardia nella tecnologia (es. usano droni e sottomarini senza pilota) e all’avanguardia nei metodi di occultamento (es. hanno bunker impenetrabili e zone franche). 

Negli anni passati gli strumenti più in voga nei clan erano le armi. Oggi, invece, sono gli smartphone e i computer con programmi di crittografia e cifratura internazionali. I nuovi narcotrafficanti sono ben istruiti ed esperti al punto da riuscire ad amalgamare denaro pulito e sporco in un mix spesso irrintracciabile perché ritenuto lecito. Nella lotta al narcotraffico internazionale si dovranno fare i conti con questo nuovo tipo di criminalità organizzata molto più pericolosa, astuta e difficile da combattere con la legislazione antimafia in questo momento esistente a livello europeo e internazionale.