DI STEFANO  CASINI

Nessuno puó mettere in dubbio che l’iscrizione dei connazionali nel mondo per votare i propri COMITES è una totale vergogna! Non arriviamo al 4% del totale degli aventi diritto, che possono esprimere il proprio voto il prossimo 3 dicembre. In poche parole al 96% degli italiani nel mondo, non gliene fregano niente i COMITES! D’altra parte, in che misura la pandemia ha influenzato le elezioni di quest'anno?

Dall'ambasciata italiana di Buenos Aires hanno spiegato che il referendum costituzionale per ratificare la riforma degli articoli 56, 57, 58 e 59, che è stato effettuato nel 2020, si è svolto in un contesto condizionato dalla pandemia. In pratica, il voto per corrispondenza, che costituisce la forma di voto all'estero, riduce le possibilità di affollamento ai seggi elettorali, rende meno problematico il voto ed evita fenomeni di astensione poiché non è necessario assistere di persona alle elezioni. Su questo siamo tutti d’accordo, la tecnologia è arrivata anche per migliorare le condizioni umane. 

Ma, molti di noi, che abbiamo vissuto tutto il lungo degrado delle comunità italiane, soprattutto in America Latina, ricordiamo con  nostalgia, il XX secolo quando, per la prima volta, nel 1986, ci furono le prime elezioni del COEMIT (poi COMITES), quando i Magno, Palermo o Narducci, portavano, casa per casa i plichi per votare e cercavano di convincere i connazionali ad andare a votare. In quell’epoca non esisteva l’internet e tutta la tecnologia delle reti, quindi…..era tutto a mano!

L’Ambasciata italiana di Buenos Aires aggiunge che nel caso specifico dei Comitati, la pandemia ha spinto i legislatori a semplificare i requisiti necessari per presentare le liste, con l'intento di garantire la massima viabilità politica nel rispetto dell'obbligo di distanziamento sociale che l'emergenza sanitaria ha imposto a livello mondiale. Come assicurato, saranno adottate specifiche cautele per garantire le migliori condizioni di svolgimento dello scrutinio a tutela di tutti i partecipanti allo scrutinio dei voti, dei pubblici ministeri e dei rappresentanti di lista.

Ma cosa potranno rappresentare 3000 italiani su 90.000 aventi diritto, almeno in Uruguay? Ci viene da dire che è una presa in giro, anche se é vero che, decine di migliaia di concittadini, dei quali appena il 5% parla o capisce l’Italiano, si sono allontanati dai circoli, associazioni o sodalizi che, in certi casi, sono direttamente scomparsi. I sistemi Zoom sono stati utilizzati anche da alcune associazioni (voglio anche ricordare la mia, l’Associazione Marchigiani nel Mondo Sez. Uruguay), lo hano fatto molte volte anche le 3 liste che si presentano per le elezioni del COMITES. Ma quanto si puó fare per stimolare la partecipazione civica dei 130.000 italiani in Uruguay? Ben poco, per adesso e l’allontanamento dalle radici è ormai diventato cronico. É anche per questo che il nostro giornale ha dato le sue ragioni proprio per eliminare direttamente il voto degli italiani all’estero! Chi rappresentano? Cosa fanno? A che servono? C’é qualcuno che crede che rappresentano il popolo italiano all’estero?

Insomma, il dolore è grande e sta diventando impotenza!

STEFANO CASINI