Il Covid ha ripreso a correre. Non solo in Europa. I contagi, infatti, stanno aumentando anche in Italia. E difatti i ricoveri all’interno delle terapie intensive sono notevolmente aumentati. Quello che deve far riflettere è il fatto che sono proprio i cosiddetti no-vax a entrare in questi reparti ospedalieri, intasandoli e facendo sì che altre persone (regolarmente vaccinate) che richiedono la necessità di un ricovero in intensiva (non per Covid, ma per altre gravi patologie) non possano goderne. Insomma, sono vittime di chi crede che questo maledetto virus sia solo uno strumento di potere da parte delle istituzioni. Assurdo. L’obiettivo è chiaro: far sì che la situazione non precipiti. Da qui la mossa delle Regioni con i governatori che, da nord a sud, hanno chiesto un confronto urgente con il governo proprio alla luce dell'andamento dell'epidemia. Come si ricorderà alcuni presidenti, in testa il ligure Giovanni Toti, avevano invocato il ricorso a un “doppio binario”, con misure più stringenti (non escluso il lockdown) da adottare nei confronti dei no vax. Non è escluso, pertanto, che un nuovo appello possa essere lanciato, in tal senso, direttamente al presidente Draghi non appena il capo dell’esecutivo avrà deciso di incontrare i rappresentanti degli enti locali. D'altronde che la situazione sia seria lo certificano i dati settimanali legati alla diffusione dei contagi - raccolti dalla Fondazione Gimbe - da cui si evince che la quarta ondata virale è nella sua fase montante. Ebbene, nella settimana compresa tra il 10 e il 16 novembre i contagiati sono saliti a 54.370 contro i 41.091 registrati nei sette giorni precedenti (più 32,3%). Anche le vittime del Covid (402 contro 330, più 21,8%) sono aumentate. Tradotto in soldoni: l’onda epidemica è tornata a fare paura anche se al momento viene contenuta “grazie ai vaccini”, come ci ha tenuto a ribadire la stessa fondazione. E che la vaccinazione rappresenti l'unica arma, attualmente valida, contro l'avanzata del morbo, lo dimostra la tipologia dei ricoverati nei reparti di terapia intensiva dove, la gran parte degli ammalati gravi risulta aver rifiutato l’inoculazione del siero. Una circostanza, questa, comprovata dall'Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, secondo la quale la maggior parte dei ricoverati in terapia intensiva sono pazienti non vaccinati, “perciò vorremmo reiterare la necessità di fare il vaccino e, per chi è idoneo, a fare il richiamo” perché “è vitale continuare la campagna di vaccinazione, specialmente nei Paesi con un basso indice di vaccinazione”, ha dichiarato Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema). Ma c'è di più. Un recente studio dell’Iss svolto in Italia, a sua volta suffragato da una nuova ricerca, questa volta francese (la Dress, Direction de la recherche, des études de l'évaluation et des statistiques), ha dimostrato che i no vax rischiano di morire nove volte in più rispetto a chi si vaccina. Un buon motivo, dunque, per correre seriamente ai ripari una volta e per tutte.