Gente d'Italia

Torna lo spot “Cei” sul sostegno alla missione dei preti diocesani

Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani. Un breve video racconta la realtà di Don Luigi Lodesani e della sua comunità dell'Unità pastorale Sacra Famiglia di Albinea. Al via a novembre la campagna 2021 declinata su tv, web e stampa.

Un grazie per il dono dei sacerdoti in mezzo a noi, questo il significato profondo delle offerte deducibili. I nostri preti infatti sono ogni giorno al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.

La campagna della Cei sulla missione dei sacerdoti - Una partecipazione che ci rende “Uniti nel dono”: questo il messaggio al centro della nuova campagna #DONAREVALEQUANTOFARE della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti e si sofferma sul valore della donazione, un gesto concreto nei confronti della propria comunità

A supporto della nuova campagna anche la pagina https://www.unitineldono.it/donarevalequantofare collegata al nuovo sito in cui oltre alle informazioni pratiche sulle donazioni, si possono scoprire le esperienze di numerose comunità che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

“Ogni offerta destinata al sostentamento dei sacerdoti è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per raggiungere tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro – sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – Anche nel pieno dell’emergenza dell’ultimo anno i preti diocesani hanno fatto la differenza. La Chiesa, grazie anche all’impegno dei nostri preti e delle comunità, ha aiutato nei giorni più bui tante famiglie a rialzarsi”.

Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio e video online oltre alla campagna stampa con lo scopo di approfondire storie di diverse comunità attraverso video interviste e contenuti dedicati. Un viaggio in giro per l’Italia, tra città metropolitane e centri piccoli, a volte piccolissimi. Un percorso che permette di toccare con mano la bellezza che nasce dall’unione delle vocazioni: quelle dei sacerdoti e quelle dei laici che collaborano con loro.

Le realtà di Don Davide Milanesi e Don Luigi Lodesani - In particolare lo spot ci conduce dentro una parrocchia, quella di Sant’Antonio Maria Zaccaria guidata da Don Davide Milanesi in un quartiere popolare nella periferia meridionale di Milano. Ci porta nella “comunità”, vera e propria protagonista, motore delle numerose attività rese possibili grazie all’impegno dei volontari, coesi intorno al proprio parroco. Come accade anche a Borzano, 2.200 abitanti in collina nel comune di Albinea, nella diocesi di Reggio Emilia, dove Don Luigi Lodesani guida l'Unità Pastorale Sacra Famiglia, composta da quattro piccole parrocchie.

Accanto alla chiesa della Natività della Beata Vergine Maria, chiusa da tre anni a causa del tetto pericolante, sorge la scuola parrocchiale dell’infanzia San Giovanni Bosco, di cui Don Gigi è presidente, che da una settantina d’anni è al servizio della comunità e che consente ai piccoli alunni una straordinaria esperienza di immersione nella natura.

“Questa scuola dell’infanzia è un luogo che tutto il paese sente suo – spiega don Gigi – Ormai diverse generazioni sono passate in quelle aule, e genitori e nonni sono ancora molto coinvolti nelle attività organizzative e gestionali. In un comune non tanto grande come il nostro, diventa fondamentale l’appoggio ed il sostegno di tutta la comunità, e faremmo fatica a continuare quest’opera se non potessimo contare sul supporto costante delle famiglie e dell’intero paese”.

Una scuola, come spiega con commozione una mamma “che ha saputo regalare emozioni ed esperienze irripetibili a mia figlia ed è stata maestra di vita anche per me; nelle frasi delle educatrici, che mia figlia mi riporta, ho ritrovato quegli insegnamenti, preziosi e ricchi di valore, che avrei voluto trasmetterle e che qualche volta ho dato per scontato”.

Collocata vicino al bosco la scuola, che accoglie 48 bambini, di età compresa tra i tre ed i sei anni, ha sfruttato questa posizione geografica per promuovere un metodo formativo che coniuga educazione ecologica e spirituale.

“Grazie al lavoro prezioso della pedagogista Ornella e alle maestre, quando cinque anni fa è uscita la Laudato si’, si è iniziato ad utilizzare anche il bosco come luogo educativo – prosegue don Gigi – dove i bambini vivono a pieno il rapporto con il creato: l’ammirano, provano stupore, lo rispettano, imparano la cura e ringraziano Dio per quello che ci ha donato. Grazie anche all’intervento di alcuni nonni è stato creato un percorso per facilitare l’arrivo dei bambini al “campo base” nel bosco. Durante il percorso attraversano diversi paesaggi naturali: un torrente, una vigna, un canneto, poi il bosco, dove una natura rigogliosa e varia li abbraccia. Sentono i suoni del bosco, gli uccelli, gli spostamenti degli scoiattoli o di altri animali, i suoni del paese in lontananza. Così da settembre a giugno, per due giorni alla settimana, il bosco diventa un’aula a cielo aperto”.

“In questa esperienza i bambini imparano con il corpo e con i sensi –chiarisce una maestra – e sperimentano le varie stagioni, il paesaggio che cambia, i mutamenti climatici. Familiarizzano con gli elementi naturali, ne scoprono le proprietà e li trasformano in elementi di gioco che stimolano la loro creatività. Durante il percorso ci fermiamo ad osservare e a raccogliere elementi naturali: foglie, rami, sassi, gusci di piccoli animali, piume… Scopriamo impronte, animaletti, uccelli, ed ogni volta sempre nuove scoperte ci aspettano. Noi insegnanti ci stupiamo davanti al creato, ma anche davanti allo stupore stesso dei bambini”.

Aggiunge don Gigi “i bimbi imparano a conoscere le piante, gli animali e tutto ciò che li circonda e migliorano le loro abilità motorie, aumentano l’autostima, l’autonomia e la responsabilità.

Poi imparano a collaborare gli uni con gli altri e a condividere le loro emozioni; alla fine di ogni esperienza i bambini sono molto felici”.

Chi è Don Gigi Lodesani
Classe 1976, Don Gigi, nato a Sassuolo, ha maturato la vocazione in parrocchia quando era ragazzo. Dopo la maturità scientifica si è laureato in filosofia a Bologna, entrando poco dopo in seminario. Membro della comunità sacerdotale Familiaris Consortio, è stato ordinato nel 2009, e per 5 anni ha fatto il responsabile della casa di formazione dei seminaristi della Familiaris, e dal 2014 è parroco dell’Unità Pastorale “Sacra Famiglia”.

Punto di riferimento per la comunità, don Gigi vive insieme ad altri due sacerdoti, in una comunità sacerdotale. Anche in piena pandemia, il suo volto sorridente ed il forte impegno in particolare per i giovani, ha permesso di superare le difficoltà attraverso proposte forti di fede e comunitarie. Anche la scuola dell’infanzia parrocchiale di Borzano è stata luogo di vitalità e conforto per le famiglie del paese.

“Nel periodo del lockdown sono state molto brave le maestre – conclude don Gigi – che hanno avviato subito programmi di didattica a distanza, pensati appositamente per i piccoli alunni che non hanno mai perso il contatto con la scuola e sono stati coinvolti anche da casa. La forte alleanza e condivisione tra genitori ed insegnanti ha fatto il resto”.

Una scuola speciale, dunque, supportata da un intero paese che dona tempo e sostegno per il futuro dei propri figli e nipoti.

L’opera dei sacerdoti è resa possibile anche grazie alle Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi. L’Offerta è nata come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.

Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni curato infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.

Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e 3.000 sacerdoti, ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio agli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2020 si è attestato sopra gli 8,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2019. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi.

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