Gente d'Italia

“Anagrafe digitale”: addio alle code agli sportelli, avremo i certificati gratis da casa

Di Enrico Pirondini

 

Anagrafe, è arrivata la rivoluzione . Bene. Ci faremo gratis da casa tutti i certificati che ci servono. Al momento sono 14. Tanta roba. Basta un click.

Bastano un pc ed una stampante e il gioco è fatto. Addio code agli sportelli, addio alla burocrazia vessatoria. Tutto facile? Sembra di no. Perché  non è così semplice come dice il ministro Brunetta.
Per carità, l’innovazione online ci porta modernizzazione, ci  fa risparmiare tempo (pare), ci cala in un mondo giovane. Tutto molto bello.

Però due o tre cose su questa anagrafe bisogna dirle per non restare illusi, per non aggrapparsi ad una realtà più rosea che vera.

1) Ai nonni chi ci pensa? Nessuno ha insegnato loro come fare. Peccato. Devono arrangiarsi. Questa rivoluzione digitale è “ il più colossale fai-da-te tecnologico nel tempo della modernità “ (copyright Stefano Zecchi). Ma questa autodidattica ha un prezzo sociale enorme. Andate a dire al nonno che basta essere connessi, basta conoscere username e password, click, ed è tutto fatto. Il nonno vi guarderà come si guarda un forestiero disceso da Marte, e solo per antica cortesia non replicherà. Chiedendosi semmai in quale pianeta sia finito. Minimo.

2) Il problema è serio. Guai prenderlo sotto gamba. Solo il 42% di italiani fra i 16 e i 74 anni dispone di “competenze digitali di base” contro una media europea del 56% .

E gli altri? Li lasciamo in fuorigioco ? Li abbandoniamo ai nipoti informatici, figli di questo tempo ibrido “sempre connesso “? Un tempo non remoto si parlava solo italiano, oggi dilagano  gli inglesismi, anche quando sono superflui. 

Questa rivoluzione ha dato il suo contributo. E così, dopo aver reso familiari password e username, ci ha rifilato Spid (carta nazionale dei servizi o carta d’identità elettronica). Mi sa che ci stiamo imbarbarendo.

È una deriva inaccettabile. Siamo arrivati al punto che negli uffici – tanto per fare un esempio – si dice “fare una call” quando si potrebbe tranquillamente dire “fare una chiamata “. E si insiste a chiamare “coffee break“ la pausa caffè. Lasciamo poi stare  termini come meeting, business, mission, welfare, manager, target, trend, trash. I linguisti e i puristi dell’italiano non riescono più a protestare. Figurarsi gli anziani.

3) Ci abitueremo? Speriamo. Dobbiamo. Scaricheremo i certificati sui siti web indicati.
Ma a noi che non abbiamo più vent’anni questa novità online (che già coinvolge sette mila comuni) mette ansia. È il caso di rinverdire l’arte della pazienza. Altre scelte non ci sono. O si ritorna in coda.

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