Un super green pass contro la quarta ondata del Covid. Una misura da far valere solo per i vaccinati oppure guariti dal Covid, con l'appello a mantenere divieti e restrizioni non solo nel malaugurato caso di nuove chiusure ma anche in "zona bianca", solo ed esclusivamente per i no vax. È quanto, in sostanza, hanno chiesto le Regioni al governo, nell'incontro convocato ieri, a Palazzo Chigi, alla presenza dei ministri della Salute e degli Affari Regionali Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli con i governatori collegati in videoconferenza. La proposta è quella che, in pratica, prevede il doppio binario: invece di chiudere "indiscriminatamente" cinema, teatri, bar, ristoranti e stadi in caso di emergenza, si limiterebbe l'accesso a quella sola fascia di popolazione in possesso del certificato verde, negando l'accesso a chi invece ha scelto di rifiutare il siero (poco meno del 15% della popolazione vaccinabile).

"Bisogna dare certezze alle categorie produttive e all'economia premiando i cittadini che si sono vaccinati prevedendo per loro minori restrizioni in zona arancione o rossa" hanno ribadito, in coro, i presidenti. Più facile a dirsi che a farsi, dal momento che, come noto, anche chi è immunizzato può contagiarsi e diffondere, seppur in maniera minore, il virus. Un elemento, questo, che non mette dunque al riparo il suggerimento dei governatori da eventuali ricorsi come, tra l'altro, ci ha tenuto a sottolineare il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli sulle colonne de Il Messaggero. Dubbi condivisi pure dal governatore veneto Luca Zaia: "Lockdown per i non vaccinati? Sarebbe di difficile applicazione costituzionale".

Per non dire di un'altra questione non da poco: quella che riguarda la gestione dei dati personali e dunque la tutela della privacy. Con il super green pass, infatti, chiunque sarà chiamato a effettuare i controlli potrà conoscere se la persona che si trova di fronte è vaccinata, guarita oppure ha fatto un tampone. Un punto sul quale il Garante stesso della Privacy ha già espresso parere negativo. Ancora, questa volta dal governo, è stato riferito che, dopo l'ok dell'Aifa, è arrivato il via libera alla somministrazione della terza dose o il richiamo già cinque mesi dopo l'ultima inoculazione. "Sono ore molto delicate, in cui stiamo valutando ulteriori scelte da compiersi nell'interesse del Paese" ha commentato, a caldo, il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Per dirla con altre parole: la palla è passata adesso nei piedi dell'esecutivo cui tocca decidere il da farsi, sulla scorta delle indicazioni dei presidenti di Regione, probabilmente già giovedì prossimo, in Consiglio dei ministri dove, tra le altre misure, si potrebbe adottare l'estensione della copertura vaccinale a tutte le fasce della popolazione, con richiami periodici nel tempo, proprio come accade con i vaccini antinfluenzali.