di Franco Esposito

Trema il mondo del calcio. Barcolla sotto il peso enorme di un’inchiesta destinata a sconvolgerlo quel mondo che si nutre e vive di inghippi, azioni illegali, vecchi e nuovi trucchi. Soprattutto quelli che incidono sui bilanci societari dei club. Il sistema delle plusvalenze per tentare di far quadrare i conti puntualmente e fortemente sbilanciati. Il rosso che diventa rosa, quando addirittura bianco.

Strano che dirigenti potenti come quelli della Juventus, eredi del grande Avvocato, non sia siano accorti di essere spiati, intercettati, sottoposti ad accorti controlli esterni. Strano che non abbiamo sospettato di nulla, mai. Ma ora c’è un’inchiesta che potrebbe incastrare la Juventus. La Procura di Torino ha ingigantito la sua lente indagatoria su operazioni di calciomercato sospette: 282 milioni sporchi contabilizzati in tre anni, non una cosa da poco.

I dirigenti intercettati per tre mesi. Scambi di giovani con club stranieri e italiani per dare un’aggiustatina ai conti. E altro, parecchio altro. L’esercizio sistematico delle plusvalenze è finito all’attenzione della Guardia di Finanza, che agisce in parallelo con Consob e Covisoc. La Juventus è impresa calcistica quotata in Borsa.

Proprio la Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio, ha segnalato alla Procura della Figc decine di operazioni sospette che riguardano molti club, quasi tutti in serie A, non solo la Juventus.

La Procura di Torino sta inoltre vagliando il comportamento di alcuni procuratori di calciatori e di un congruo numero di direttori sportivi. Quello della Juventus, Cherubini, ascoltato venerdì da pm. L’interrogatorio è durato dieci ore. Forte è il sospetto di contratti fittizi. All’attenzione dei magistrati anche le azioni compiute da Fabio Paratici, a lungo direttore generale della Juventus, ora in Inghilterra, al Tottenham. Il protagonista dell’acquisto di Ronaldo dal Real Madrid e nella sporca vicenda Suarez. 

Le intercettazioni telefoniche avrebbero accertato che i pagamenti non corrispondono alle operazioni concluse. Messa all’angolo, la Juventus reagisce con una nota. “Abbiamo rispettato le leggi. Stiamo collaborando con gli inquirenti e con la Consob”. Il club confida di poter chiarire ogni aspetto della scomoda, ingombrante, pesante questione. Soprattutto l’aspetto delle relazioni finanziarie, “svolte in conformità ai principi contabili e in linea con la prassi internazionale della football industry e delle condizioni di mercato”.

Indagati, oltre a Paratici, il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e il vice Pavel Nedved. Falso in bilancio, false comunicazioni sociali e false fatturazione: sono queste le accuse della Procura di Torino. L’inchiesta è partita a maggio da articoli di giornale, e riguarda in gran parte operazioni cosiddette “a specchio”. In parole povere, gli scambi di calciatori, le cessioni di giovani dell’under 23, la seconda squadra della Juventus che gioca nel campionato serie C.

Già braccio destro di Paratici, Federico Cherubini viene ritenuto il personaggio chiave della maleodorante vicenda. Secretato Il verbale del lunghissimo interrogatorio del ds. Verranno presto ascoltati i dirigenti Maurizio Arrivabene, Giovanni Manna e Paolo Morganti. Le indagini si allargano ovviamente ai club che hanno concluso operazione di mercato con la Juventus.

Tre mesi di indagini hanno portato i pm di Torino a questa conclusione. Il club avrebbe messo in atto “un vero e proprio sistema per far quadrare i conti, correggere le perdite e truccare i bilanci negli esercizi dal 2019 al 2021. Secondo gli inquirenti, il sistema porta una firma precisa, quella di Fabio Paratici. “Dirigente con responsabilità strategica”.

I pm Mario Bendoni, Ciro Santoriello e l’aggiunto Marco Cianoglio ritengono Paratici “l’artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze”, che avrebbero permesso alla società di “assicurarsi un ingiusto profitto nei bilanci, nelle comunicazioni dirette ai soci, esponendo consapevolmente fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica della Juventus”.

Andrea Agnelli e il suo vice Pavel Nedved per cosa sono indagati? Ai due dirigenti verticisti è contestata “la consapevolezza del sistema di ricavi fittizi per camuffare perdite di esercizio”. E di aiutare così la Juve a liberarsi della grave situazione di bilanci.

“Una macchina ingolfata da plusvalenze fittizie e accordi fantasma, fuori dalle carte ufficiali, come quello tra la Juve e Cristiano Ronaldo”, dicono al telefono al direttore sportivo Cherubini. “la carta famosa che teoricamente non deve esistere”. O una scrittura che attesti un “obbligo non federale” dell’Atalanta nel trasferimento di Romero e Demiral all’Atalanta.

Mesi di intercettazioni, registrate frasi come questa: “Ammortamenti e tutta la merda che sta sotto e non si può dire”. E ancora Cherubini, intercettato, al telefono con Paratici: “Hanno chiesto de fa’ le plusvalenze, che almeno Fabio, dovevi fa’ le plusvalenze e facevi le plusvalenze. I pm dicono che “per quanto emerge dall’attività di ascolto, i vertici della società, in primis Andrea Agnelli, appaiono consapevoli della condotta dell’ex manager, e delle conseguenze estremamente negative sotto il profilo finanziario del sistema utilizzato per coprire le perdite”.

Emergono nell’indagine i casi eclatanti, a dimostrazione di come funzionava il sistema. L’acquisizione dal Genoa di Nicolò Rovella, comprato dalla Juve per ventuno miliardi a gennaio 2021, per pochi giorni dopo aver rinnovato il contratto col club ligure, laddove poteva trasferirsi a costo zero a fine stagione. Il paradosso è solo apparente. Quei diciotto milioni servivano a chiudere uno scambio alla pari con Manolo Petrelli e Manolo Portanova nel loro trasferimento al Genoa. Il tutto senza alcun passaggio di denaro, ma con l’iscrizione a bilancio di una plusvalenza del valore dello scambio, ventuno milioni, che abbatteva le perdite in quell’anno.

La Procura indaga anche sui rapporti Juve-Ronaldo. Si cerca “la famosa carta che teoricamente non deve esistere”. Forse una scrittura privata dove ci sarebbero “dettagli su contratto e retribuzioni arretrate”.

La Juventus è nei guai. Sconfitte in campionato e mediocre classifica sembrano però niente rispetto alla portata dell’indagine della Procura di Torino. Una cosa pesante, maledettamente seria.