di Stefano Casini

 

Olga Del Grossi è nata a Tacuarembó nel 1932. I nonni giunti nel secolo XIX dalla Lombardia, si dice che siano stati discendenti della famiglia nobile Grossi, con tanto di scudo familiare.

Ad appena 12 anni ha debuttato con l'orchestra Malunga Sáenz e subito vinse tutti i concorsi in cui si esibiva. Piú tardi la  famiglia decise di stabilirsi a Montevideo e Olga inizió nella capitale sua carriera professionale. Si è esibita in locali di moda come il  “Café Palace” e “Ateneo”, quindi è stata assunta da Radio El Espectador che l'ha subito inserita tra i suoi artisti dell’antica fonoplatea.

Come Mercedes Simone in Argentina, Olga Delgrossi era chiamata “La Dama del Tango”. La sua ammirazione per la cantante di Buenos Aires non dovrebbe essere estranea a questo. Ma, in più, la sua presenza, la sua indiscutibile personalità, il dono delle persone dentro e fuori dal palco giustificano questo nome.

Come molti dei grandi valori del tango “oriental” (Carlos Gardel fra l’altro), Olga è nata all'interno dell'Uruguay, proprio nel cuore del paese,  la città di Tacuarembó.

Quando aveva solo 12 anni, ha debuttato con l'orchestra Malunga Sáenz, vincendo tutti i concorsi in cui si esibí. In un luogo e in un'epoca in cui le preferenze erano dalla parte del folklore, sapeva come riuscire a cantare il tango affascinando il pubblico.

 

Nel 1957, dopo la partenza di Nina Miranda, Olga fu richiesta dall'orchestra più popolare di Montevideo, quella di Donato Racciatti, che stava provando uno stile alla Juan D'Arienzo. È stata la sua cantante preferita per sette anni e, anche se ha sempre mantenuto un'amicizia personale con Racciatti fino al giorno della sua morte, ha lasciato l'orchestra per iniziare un nuovo palcoscenico, che lei ha chiamato "solista", ma, per tutti coloro che hanno seguito la sua carriera, viene chiamata d’” interprete".  Se ci fosse qualcosa da mettere in risalto durante un’presentazione de "La Diva" , termine molto utilizzato dai suoi fans è, oltre a unfraseggio eccezionale, anche una gamma di sfumature vocali che, letteralmente, riempie il palcoscenico, interpretando sia il tango che la milonga, come pochi artisti lo fanno, davanti a un pubblico fervente che la ammira e la applaude in piedi.

Con Racciatti ha inciso vari dischi ed ha realizzato varie tournée all'interno dell'Uruguay. Olga e Donato si esibivano anche ballando, alla radio, nei teatri e nelle prime produzioni televisive. Tra i suoi maggiori  successi da sottolineare in questo periodo: “Fumando Esperanza”, “Hasta siempre amor”, “Fueon tres años” e “Limosna de amor”, di Racciatti ed Enrique Soriano.

Il duo Racciatti-Del Grossi ha girato l’Argentina dal nord al sud, esibendosi nel popolare programma radiofonico "El Glostora Tango Club" e al cabaret Marabú.

Quando Olga si è separata dall'orchestra Racciatti, ha continuato la sua carriera nella capitale argentina e all'interno del paese con il maestro Víctor "Toto" D'Amario.

Nel 1966 viene chiamata dal bandoneonista e direttore d'orchestra Luis Stazo per integrare “Los 7 del Tango”, un gruppo famosissimo e molto riconosciuto per la qualità di musicisti e interpreti come: Stazo, Trípodi, Suárez Paz, Monteleone e Ortega. Con loro ha fatto tournée in tutta l'Argentina e innumerevoli presentazioni in teatri ed emittenti radio. Los 7 del Tanto hanno inciso per l'etichetta Odeón e sono apparsi su vari canali televisivi con grandi personaggi come Libertad Lamarque, Alba Solís, Lalo Martel, Néstor Fabián, tra gli altri.

Olga, comunque, é sempre stata una donna di famiglia ed ha scommesso più su questo che sulla sua carriera, tornando a Montevideo, con la sua gente, dove ha continuato a brillare artisticamente ma in un ambiente più ristretto. In ogni caso, la sua decisione di abitare a Montevideo non le ha impedito di essere assunta per fare numerose tournée in Brasile, Venezuela e Stati Uniti, dove il suo successo l'ha fatta tornare quattro volte.

L'America ha apprezzato la sua arte per decenni e Olga ha condiviso i palchi con grandi artisti di tutti i generi, come José Luis Rodríguez “El Puma” e Rosamel Araya. Ha cantato con la sinfonia di Frank Pourcel, diretta, come ci racconta, da Paco Pérez, un uruguaiano con sede in Messico e noto in tutto il mondo della musica.

Olga si è anche esibita e con grande successo a Londra, Madrid, Parigi e altre capitali europee. In Francia, ha deliziato il pubblico in diverse città, e nel suo ultimo viaggio nel 2000, insieme agli insegnanti Julio Cobelli e Waldemar Metediera, ha registrato un compact disc di grande impatto, con 20 titoli, diventando l'unica cantante uruguaiana ad incidere in Francia. Tra i titoli troviamo: “La cumparsita”, “Non la voglio più” di Alberto Mastra, “A un similante”, “Dal palco” del compositore uruguaiano Ledo Urrutia.

A Montevideo, in teatro si è presentata in teatro con "Nostalgeses" (1986) e "Discepolín", due opere di César Charlone Ortega.

Nel 2001 è tornata a Buenos Aires e ha inciso nove canzoni per il programma Tango Club sul canale televisivo Crónica. Nello stesso anno gli resero un meritato tributo a Tacuarembó, la sua città natale e, l'anno dopo, a Minas ha ricevuto il Premio Morosoli per la sua vasta carriera artistica.

In quest'ultimo periodo ha alternato le sue esibizioni in vari luoghi con la rappresentazione dello spettacolo, “Qué tango hay que cantar”, durante il quale ha condiviso il palcoscenico con due argentine Perla e Lucila Laske, con il maestro Mario Díaz.

Nel 2003, dopo 56 anni di carriera, ha inciso con il cantante Ricardo Olivera, un compact disc su poesie di Nelson Pilosoff, i cui testi sono stati musicati da Donato Racciatti, Julio Cobelli e dal pianista argentino Miguel Ángel Barcos.

Olga Del Grossi, purosangue italiana, rappresenta quella generazione di donne pioniere, che, a forza di talento e perseveranza, si sono guadagnate il diritto a un posto rilevante nel campo artistico. Oggi, ai suoi 89 anni, si è ritirata completamente dai palcoscenici e gode di una vita di pace con la sua famiglia.

STEFANO CASINI