Martedì 14 dicembre potrebbe essere la giornata decisiva in merito al seggio vacante ora a Palazzo Madama dopo la decadenza dell'oramai ex senatore Adriano Cario sulla vicenda legata ai brogli elettorali. In pratica, chi gli succederà? Dopo il voto dell'Aula della scorsa settimana, il Pd ha chiesto naturalmente il seggio per il dem Fabio Porta, ma nel frattempo a reclamare la poltrona è anche Francisco Nardelli, primo dei non eletti con l'Usei (dove Cario era di casa) che sarebbe difeso anche lui dall'avvocato Paniz, il legale di Berlusconi che tutti ricordano per la storia legata alla giovane marocchina Ruby, che il Cavaliere per farla rimettere in libertá telefonó personalmente al capo di gabinetto della questura di Milano, Pietro Ostuni chiedendone il rilascio perché era la nipote di Mubarak...),

Cosa succederà? Staremo a vedere. Ricordando anche che dagli Stati Uniti all'Argentina elettori della Lega e di Forza Italia hanno sottoscritto un appello a Mattarella (per la politica italiana questo potrebbe essere l'ultimo appello per ristabilire un rapporto di fiducia con gli italiani nel mondo). Ripetiamo: per noi de 'La Gente d'Italia' non è importante chi sia il sostituto (anzi, abbiamo consigliato lo stesso Porta di tirarsi fuori da questa storia), ma è stato fondamentale ufficializzare che con intrighi e falsificazioni si viene puniti. In un servizio de 'Le Iene' il senatore De Falco del Gruppo Misto ha dichiarato che qualche schieramento (MoVimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia) voleva l'incredibile conferma di Cario, in pratica, per una questione di voti, visto che a breve bisognerà eleggere il nuovo presidente della Repubblica. 
Ma caro Maurizio Gasparri, lei che è il presidente della Giunta per le elezioni e immunità del Senato nonché un forzista, saprà ovviamente meglio di noi che questi voti promessi non servono a niente in quanto il segretario dei dem Enrico Letta e Fratelli d'Italia hanno spiegato che l'elezione al Colle dovrà essere condivisa. Insomma, vi chiediamo di ragionare, in merito alle decisioni che prenderete tra tre giorni, non secondo coscienza o magari convenienza, ma nel nome della legalità che è quello che chiedono a gran voce i milioni di italiani che vivono all'estero, stufi di assistere a pagliacciate o a giochi di potere. Certo è che qui in Sud America votare non è facile e i ricorsi sono all'ordine del giorno. È bene ricordare, per esempio, che anche il deputato Eugenio Sangregorio (sempre dell'Usei come lo era Cario) è sotto la lente dalla Procura di Roma sempre per questioni legate a schede fasulle (come denuncia presentata a suo tempo da Alberto Becchi). Dalla denuncia presentata  in Argentina si legge infatti che in 33 seggi elettorali il deputato Eugenio Sangregorio ha ottenuto 15.861 preferenze sulle 16.478 espresse in totale.
«Il candidato per la Camera dei deputati dell'Usei ha ottenuto 38 mila voti in tutto il Sudamerica – sintetizza Becchi - E solo in alcuni seggi di Buenos Aires ha ottenuto 24 mila voti. Negli altri 500 seggi, 14 mila voti». Ma non solo. In Italia, nella città in provincia di Cosenza dove ha sede l'Usei, è in corso da tempo un'altra indagine della magistratura nella quale, seppur non indagati, si citano anche alcuni uomini chiave del movimento politico. Il fatto contestato è un lavoro all'hotel della famiglia Sangregorio assegnato e svolto in maniera irregolare. L'inchiesta va oltre: ipotizza l'esistenza di un vero e proprio sistema per assegnare illegalmente i lavori pubblici nei comuni del litorale cosentino. Insomma, la modalità di voto per gli italiani all'estero va assolutamente rivisto e riformato, impossibile andare avanti così. Ne va della dignità dei connazionali che vivono al di fuori del BelPaese che non ne possono più di vedere bruttezze politiche. Non per niente le ultime elezioni dei Comites sono state un vero flop e a Montevideo hanno espresso la propria preferenza 1000 persone in meno rispetto a quelle che si erano prenotate (poche migliaia). Schede sparite... ingresso alla stampa vietato dall'ambasciata....qui c'è sempre qualcosa che scompare. Come la pazienza della gente che si sente sempre più sola, circondata da persone che sembrano curare soltanto il proprio orticello.