Giá, "Chi controllerà che i controllori controllino?", scriveva Bertolt Brecht. Ce lo chiediamo anche noi, otto giorni dopo le elezioni dei Com.It.Es., tenute il 3 dicembre scorso; sette giorni dopo l'apertura dei seggi, il 4 dicembre scorso, per lo spoglio degli infinitamente esigui voti, visto che non c'è ancora un quadro generale dei dati elettorali, aggregati per Paese, continente, mondo. Non conosciamo i computi totali: singoli, parziali o assoluti che siano. Non sappiamo quanti sono stati gli optanti per circoscrizione consolare, Paese, continente, mondo.  Non è nota l'entità di tutti i votanti per circoscrizione consolare, Paese, continente, mondo. Non possiamo fare considerazioni sui voti validi per circoscrizione consolare, Paese, continente, mondo. Non sono state ancora pubblicate in modo organico le percentuali per ognuna delle voci che abbiamo citato. In alcune comunicazioni ufficiali, che hanno preceduto le ultime consultazioni, nel confronto con le elezioni del 2015 sono stati paragonati come esempio di successo dati non omogenei, saltabeccando da una all'altra delle categorie: AIRE, optanti, votanti, voti validi.

I lavori di scrutinio dei voti non sono stati aperti al pubblico e, in alcuni casi, addirittura vietati alla stampa. Perché? Perché tutto questo? Qual è la ragione vera? Qualche improvvisato Solone, che transita per le stanze dei bottoni e pertanto è depositario della verità, ha dichiarato urbi et orbi che i Com.It.Es., non essendosi ancora insediati, di fatto non esistono. Non perdiamo tempo a controbattere quest'ultima piccola foglia di fico che è stata propinata al termine della lunga serie di edulcorate pseudo-plausibili spiegazioni precedenti. I dati chiesti a gran voce dal popolo degli italiani all'estero sono concreti, definitivi e inequivocabili, perché riguardano l'opzione inversa, la partecipazione e la volontà espressa dai votanti che ha portato all'elezione di Giuseppe Verdi o di Michelangelo Buonarroti o di Grazia Deledda. Questi dati non hanno nulla a che fare con quanto succederà alla prima riunione dei Com.It.Es. nell'adempimento dei loro doveri iniziali di verifica delle ineleggibilità, elezione del Presidente, del Segretario, dell'Esecutivo, etc. etc. etc.

Questa seduta di insediamento dei nuovi Com.It.Es. è stata fissata quasi ovunque per giovedì 16 dicembre, presumiamo su istruzioni emanate dalla Farnesina, quindi agli sgoccioli della concomitante assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato – Regioni – Province Autonome – CGIE, convocata dal Presidente Draghi a Roma. Se perdura il silenzio sul quadro numerico e percentuale delle elezioni, il documento finale dell'importante assise, che indica "le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche del Governo, del Parlamento e delle Regioni per le comunità italiane all'estero", non potrà contenere l'analisi, fondata su informazioni complete ed esatte, della distruzione di ogni residua parvenza di credibilità delle rappresentanze di base degli emigrati. Il caso più plateale di cui abbiamo contezza è quello del Com.It.Es. di Canberra dove, a fronte di oltre 3.000 iscritti all'AIRE, hanno optato per il voto 46 cittadini in tutto e lo hanno espresso soltanto in 29: tolti i 12 (o 16?) candidati che certamente hanno votato per se stessi, rimangono 17 (nel secondo caso 13) elettori non candidati, con la conseguenza che ogni eletto ha ricevuto soltanto poco più di un unico voto da parte della comunità.

Lungi da noi suggerire a tutti i neoconsiglieri, che si trovano in situazioni simili di inesistente rappresentanza, l'unica azione dignitosa da prendere in risposta a questa nomina fatta da Chichì a Cocò, formalmente ineccepibile, ma sostanzialmente del tutto insultante per gli stessi diretti interessati. Il treno della Farnesina è guidato da tecnici perfetti, determinati a svuotare di potere e significato i primi due livelli di rappresentanza, che continuano ad avere la presunzione, la caparbietà e il preciso impegno a compiere il loro dovere. Dopo averli delegittimati, per farli cancellare del tutto per legge, gli alti papaveri si appelleranno ai parlamentari conniventi, nani, giocolieri e tersicoree, primi fra tutti alcuni provenienti dalla circoscrizione Estero, che aderiranno subito alla proposta di chi li governa con suadente pressione, per non dire con l'anello al naso. I Consiglieri Com.It.Es. e CGIE, infatti, costituiscono da sempre una potenziale competizione pericolosa per gli eletti all'estero alle due Camere perché, come affermava Napoleone Bonaparte incitando le truppe a morire per lui: "Ognuno di voi ha nel suo zaino il bastone da Maresciallo", in questo caso l'uso del pulsante del voto telecomandato dal partito di riferimento, in quanto seduto sullo scranno della Camera o del Senato.  Le virtù teologali nella dottrina cristiana sono fede, speranza e carità. E noi, da buoni cattolici riverenti, attendiamo con fede che i dati che domandiamo a gran voce siamo pubblicati, ci rimettiamo serenamente alla speranza che ciò succeda al più presto e siamo pronti a esercitare tutta la carità possibile nei confronti di coloro che dovessero frustrare la nostra certezza nei risultati promessi dalle due virtù precedenti. 

(Carlo Cattaneo)