di Matteo Forciniti

Tra musica, teatro e polenta venerdì pomeriggio la comunità italiana è tornata a riunirsi al Mumi, il Museo de las Migraciones di Montevideo. Diverse associazioni hanno partecipato alla festa organizzata dall’Ambasciata nell’ambito delle attività previste per “Museos en la noche”, importante iniziativa volta a valorizzare il patrimonio culturale della nazione attraverso l’apertura notturna dei musei e altri luoghi significativi in tutto il paese con esposizioni speciali.

Sul palcoscenico allestito all’interno del museo si sono susseguiti diversi spettacoli culturali a cominciare dall’esibizione del Coro Voci e pensieri di Efasce, l’Ente Friulano dell’Uruguay a cui è seguito il Coro Gioia. La Famèe Furlane ha curato la preparazione della polenta secondo l’antica tradizione friulana intorno al fuoco; la festa è poi proseguita con l’esibizione del Coro Stella Alpina del Circolo Trentino di Montevideo e, a chiudere, è andata in scena l’opera teatrale “Yo, un emigrante” preparato dal gruppo di Aercu (Associazione Emigrati Regione Campania in Uruguay).

La festa ospitata dal Mumi è stata organizzata all’interno delle diverse attività previste per il mese delle migrazioni tra il 18 novembre e il 18 dicembre. Si è trattato, inoltre, anche di un anticipo di un altro importante appuntamento: il 18 dicembre, infatti, sempre al Mumi verrà inaugurata la mostra “Oltre i confini. Experiencias migrantes italianas” che affronterà la tematica dell’immigrazione italiana in Uruguay e rimarrà allestita fino al mese di marzo del prossimo anno.

“Eventi del genere mancavano” ha riconosciuto Bernardo Zannier della Famèe Furlane di Montevideo durante la preparazione della polenta con il cjavedâl (alare da camino) secondo l’antico rituale friulano. “Per le persone che sono rimaste ferme per quasi due anni, ovviamente, mancava la rinascita delle attività. Ritrovarsi insieme alle altre associazioni era assolutamente necessario e rappresenta anche un modo per difendere le nostre origini. Da parte nostra abbiamo pensato che la polenta potesse essere qualcosa di originale in grado di catturare l’interesse della gente. La sfida adesso è quella di crescere insieme, di fare cose ancora più importanti arrivando a coinvolgere il maggior numero possibile di gruppi”.

“I nostri soci sono impazienti” -ha affermato Andrés Demirdjian di Aercu -“perché hanno tanta voglia di tornare a riunirsi. Il 5 dicembre abbiamo fatto il nostro primo pranzo dopo due anni ed è stata una grande gioia per tutti. Allo stesso tempo, però, sentiamo che sarebbe bello dare continuità ad attività più aperte come questa. La parola d’ordine è unire le associazioni italiane e organizzare qualcosa di ancora più grande come si fece nel 2016 con la Giornata degli Italiani al Latu. Abbiamo bisogno di eventi così in cui ogni gruppo può mostrare le tradizioni della propria regione attraverso danza, cucina, vestiti tipici, oggetti o video”.

Attraverso l’opera teatrale di Aercu, per la direttrice Maria Del Carmen Fernandez, “si cerca di sensibilizzare gli spettatori sui fenomeni migratori che continuano a interessare il mondo portando sofferenza e sacrifici all’interno di tante famiglie come è successo in passato in Uruguay”.

“Oggi è una giornata di allegria per la comunità”: così Silvia Norbis del Circolo Trentino di Montevideo. “Ci mancava molto poter tornare a riunirci e vederci in faccia senza la mascherina. Per fortuna qui abbiamo un posto sicuro all’aria aperta, accessibile ai vaccinati e con il rispetto dei protocolli. Queste caratteristiche sono importanti considerato che molti dei nostri soci sono anziani e hanno ancora un po’ paura ad uscire”. “Questa festa può essere l’inizio di qualcosa più grande” ha concluso la Norbis. “L’aspetto più importante da sottolineare è l’unione tra le diverse associazioni che hanno modo di ritrovarsi solo in queste occasioni. Sarebbe bello poter dare continuità ad attività come queste pensando magari a qualcosa di più grande in modo che sia un appuntamento fisso a cui la gente si abitua”.