A due mesi dall’elezione del nuovo presidente della Repubblica (a netto del fatto che Sergio Mattarella non ha nessuna intenzione del bis) la politica italiana è impegnata più che mai nel trovare il nome giusto. Chi chiede velocità d’azione e unione d’intenti è il segretario del Partito democratico Enrico Letta: “Sono sicuro che il nostro Paese avrà a fine gennaio un presidente o una presidente eletto a larga maggioranza e rapidamente dalle Camere riunite in seduta comune, e non con vecchi modelli come capitò in passato con lunghe settimane di votazione”. E poi ancora: “Bisognerà dare un segnale e fare questa scelta in modo tale che sia anche una scelta rapida e credo che sia una scelta che debba avvenire nel nome dell'Europa”, ha aggiunto spiegando di ritenere “inimmaginabile l'Italia con un presidente della Repubblica anti europeo”.

Sul fatto che il nuovo capo dello Stato sarà eletto a larga maggioranza si è detto d’accordo anche il numero uno di Italia viva Matteo Renzi, ieri ospite ad Atreju, la convention di Fratelli d’Italia: “Per me il presidente della Repubblica bisognerebbe eleggerlo tutti insieme, da Meloni ai Cinquestelle, da Letta a Salvini. Ma penso che sia difficile”. L’ex premier ha poi alzato subito la palla al Centrodestra per la corsa al Quirinale: “Oggi la destra ha dei numeri in maggioranza, da FdI a Forza Italia rappresenta il 45% dei grandi elettori. Il punto è se il Centrodestra prende un’iniziativa insieme o no. Io connivenza col nemico? Assolutamente no. Stavolta o la Destra si incarica di fare una proposta complessiva o, se non lo fa, dal 20 gennaio in poi si deve cercare le ragioni migliori per cercare tutti insieme un arbitro”.

E a proposito di Centrodestra, Matteo Salvini ieri ha annunciato per lunedì la convocazione dei segretari dei partiti presenti in Parlamento, “li chiamerò tutti, dal primo all’ultimo, dal più piccolo al più grande”. Per il numero uno del Carroccio “Il centrodestra è centrale, non solo strategicamente, ma numericamente. La Lega ha l'onore di guidare un Centrodestra che ha le carte giuste per essere protagonista della scelta di un presidente della Repubblica che, finalmente, non abbia in tasca la tessera del Pd”. La chiosa: «Stavolta i numeri sono in mano nostra. Io non voglio un presidente della Repubblica amico di Salvini o della Lega ma vorrei che il prossimo presidente Repubblica permetta a chi vince le elezioni il diritto di governare senza se o senza ma”.