Domani o al massimo mercoledí mattina la Giunta del Senato dovrà assegnare il seggio  che fu di Adriano Cario. E non dovrebbero esserci "sorprese" dato per scontato che nelle ultime ore l'elezione al Colle sembra aver messo d'accordo un  po' tutti sul fatto che dovrá essere condivisa da un'ampia maggioranza. 

Infatti ci ha provato prima Enrico Letta, proponendo un tavolo di maggioranza sulla Manovra, anche se tutti avevano subito capito che sarebbe stata una prova d’orchestra in vista della campagna per il Quirinale. E adesso Matteo Salvini rilancia, allargando lo spettro: “Chiamerò tutti i segretari dei partiti - ha detto - dal più piccolo al più grande, per dire: sediamoci intorno a un tavolo e parliamo” del Colle. Qualche tempo fa, il tentativo del segretario Pd si è arenato quasi subito. Al momento, anche l’invito del leader della Lega è rimasto un po’ appeso: nessuna adesione pubblica da parte dei destinatari. Da sinistra a destra, il mantra è: il capo dello Stato deve essere eletto dalla più ampia maggioranza possibile. Ma, per adesso, il punto di convergenza non si delinea. Nei corridoi si continuano a fare i nomi del presidente del consiglio, Mario Draghi, e di Sergio Mattarella per il bis.

Ma sono solo scenari. Letta si è detto comunque fiducioso: “Sono sicuro che il nostro Paese avrà a fine gennaio un presidente, o una presidente, eletto a larga maggioranza e rapidamente”. Ma l’alleato di governo Matteo Renzi non è apparso dello stesso avviso: “Per me il presidente della Repubblica bisognerebbe eleggerlo tutti insieme, ma penso che sia difficile”. Se, da una parte, l’avvicinarsi della fine dell’anno dà aria alle disquisizioni sul Colle, dall’altra mette i partiti di maggioranza nella necessità di dover decidere sullo stato di emergenza, che scade il 31 dicembre. Le valutazioni sulla proroga o meno saranno legate alla situazione della pandemia, un aspetto che potrà incidere anche nel dibattito sulla scelta del prossimo Capo dello Stato e Salvini ha chiesto “un presidente della Repubblica scelto in condivisione”.

Non sembra esattamente la via maestra per arrivare a Silvio Berlusconi, che da mesi è al lavoro con Forza Italia per diventare il candidato unico dello schieramento. “La Lega ha l’onore di guidare un centrodestra che ha le carte giuste per essere protagonista della scelta di un presidente che, finalmente, non abbia in tasca la tessera del Pd”, ha spiegato Salvini, indirettamente rimarcando il primato su FdI e dimenticando ogni riferimento alle ambizioni del cavaliere. E trovando una pronta sponda da Renzi: “Avete il 45% dei grandi elettori, siete voi i kingmaker”, ha detto il leader di Iv alla festa di Fratelli d’Italia, Atreju. Poi, come a scacciare preventivamente un’accusa: “La nostra è connivenza col nemico? Assolutamente no”, ha detto il leader di Iv. Insomma, la scena appare ancora piuttosto sfuocata. Al di là dell’ufficiale ricerca di condivisione, ogni partito gioca la propria partita.

E prevalgono i sospetti. Come quello di Renzi, convinto che gli altri leader stiano lavorando per andare al voto nel 2022, subito dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Letta lo ha smentito: “Costruiremo un’alleanza ampia, democratica, progressista in vista delle prossime elezioni politiche che ci saranno nel 2023, non prima”. Sul totonomi per il Quirinale non c’è che l’imbarazzo della scelta. Per dire, alla festa di FdI sono saliti sul palco Marcello Pera e Luciano Violante ed è intervenuto in video Sabino Cassese: tutti e tre nel borsino dei papabili. E poi c’è chi parla di Pier Ferdinando Casini: “Tutti quelli che hanno fatto il presidente della Camera o del Senato hanno una carta in più”, ha detto Renzi. Mentre Virginia Raggi ha chiesto al Movimento cinque stelle un ritorno alle origini: “Potrebbe provare a immaginare nomi diversi valutando insieme a cittadini personalità della società civile”.   Insomma le ambizioni del Cavaliere dovrebbero aver  uno stop definitivo. 

Lo capirá anche  Maurizio Gasparri, presidente della Giunta per le elezioni e immunità del Senato nonché un forzista, domani, quando tornerá prepotentemente in Giunta la decisione sul seggio da attribuire al posto di Cario?  Si sará reso conto che le promesse di voti per l'elezione al Colle che arrivano dal Sudamerica non serviranno a nulla in quanto il segretario dei dem Enrico Letta, la Meloni e oggi anche Salvini  hanno confermato che l’elezione al Colle dovrà essere condivisa? Per cui basta equivoci e brogli, ragioni e faccia votare  il candidato che ha permesso di ristabilire l'ordine e la legalitá all'interno del Senato, Fabio Porta. Lo  chiedono a gran voce i milioni di italiani che vivono all’estero, stufi di assistere a pagliacciate o a giochi di potere. Che stanno continuando a firmare l'appello al presidente Mattarella. Che vigili insomma, che vigili perché vinca la legalitá......

L'APPELLO 

Signor Presidente,

Viviamo ormai da qualche anno e segnatamente in questi ultimi giorni uno stato d’animo tormentato a causa della vicenda dei brogli elettorali avvenuti nel 2018  in Argentina e che hanno portato il 2 dicembre scorso alla destituzione del Senatore Adriano Cario, eletto nella circoscrizione estero dell’America meridionale.

Pur accogliendo con grande soddisfazione tale peraltro doverosa decisione, ci appelliamo a Lei e al Suo ruolo di Garante della Costituzione affinché sia fatta piena giustizia nella tutt’ora inconclusa vicenda, mettendo fine ad ogni tentativo di abuso e delegittimazione del voto. Ci permettiamo dunque di segnalarLe alcuni dei punti più critici e meno conosciuti della questione.

Signor Presidente, Le chiediamo di dare voce alle nostre voci, impedendo il consumarsi di una vergognosa manipolazione della realtà dei fatti che si tradurrebbe in un enorme “vulnus” per la giustizia e la democrazia.

Le riassumiamo brevemente la nostra richiesta. Dall’Ordine del giorno approvato il 2 dicembre scorso dall’aula di Palazzo Madama, che ha determinato la destituzione del Senatore Cario, si evince chiaramente che almeno l’86% delle preferenze ricevute nel 2018 dal destituito è frutto di gravissimi e numerosissimi brogli.

Bisogna immediatamente dedurne che almeno l’86% dei voti della lista di appartenenza del suddetto Senatore (USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani) debbano essere annullati.

Non é infatti pensabile di scindere le due cose senza corredare con un inaccettabile vizio logico, prima ancora che giuridico e politico, la imminente decisione della Giunta per le elezioni del Senato della Repubblica riguardante l’assegnazione del seggio senatoriale rimasto vacante. Una volta effettuato lo scorporo di tali voti truffaldini, infatti, il risultato finale del voto del 2018 nella suddetta Circoscrizione elettorale vedrebbe lo schieramento dell‘USEI nettamente al di sotto della lista del PD. Ne consegue che il seggio andrebbe assegnato, in base alla legge, Sarebbe infatti assurdo, oltre che contro la legge elettorale, assegnare un seggio senza l’annullamento dei voti del Senatore decaduto e  quelli di un partito che si é beneficiato di voti falsi e manipolati sui quali esistono perizie che dimostrano che tale broglio é stato altresì compiuto anche nel voto per la Camera dei Deputati.

Certi del Suo altissimo rigore istituzionale, della Sua saggezza e della Sua comprensione, confidiamo in un Suo autorevolissimo intervento che impedisca una legittimazione (se non addirittura un incoraggiamento) dei brogli elettorali.

Nel frattempo, Le auguriamo buon lavoro e, unitamente ai più sinceri auguri per le ormai prossime feste di fine d’anno, Le porgiamo i nostri più deferenti saluti”.

  • Rosario Grenci, ex Funzionario del Ministero degli Affari Esteri, Segretario del Circolo PD Primo Maggio (Argentina) Silvana Mangione, Vice Presidente Consiglio Generale degl’italiani all’estero Loris Zanatta, ordinario di storia dell’America latina presso l’università di Bologna Renata Bueno, ex deputata Alfredo Lazzeretti, Rettore Università Mar del Plata  (Argentina);  Salvatore Milanese, imprenditore (Brasile) Marcello Battistig, responsabile PD in Olanda Andrea Bonzo, giornalista InfoBae Rita Blasioli, CGIE (Brasile);  Norberto Caputo, avvocato (Argentina);  Roberto Panzarani, docente CRIE Università. Rio de Janeiro (Brasile);  Ceumar Turano, giornalista (Brasile) Guido Gazzoli, giornalista Claudio Morandi, insegnante (Argentina);   Antonella Pinto, Comites (Venezuela) María Ana Ianni, docente In pensione ex interprete Teatro Coliseo di Buenos Aires . Brusco Antonio. ex caposcalo Alitalia in Argentina Martino Antonio, professore Emerito Università del Salvador (Buenos Aires) e Università di Pisa Martucci Luca, agente turístico ed ex manager Alitalia in Brasile Tomizzi Maria Isabel, avvocato Gennari Claudio Alberto, insegnante di Italiano Quadranti Silvia, insegnante di Italiano Giovo Gilda, imprenditrice nel campo della moda in Cile Giovo Bruno, Gabriel Puricelli, Sílvia Viganò, Andrea Bonzo, Circolo Pd Enrico Berlinguer Buenos Aires Paolo Valente, vice Presidente Comites Perú Antonio Chiuquipiondo, Associazione Lucani Perù Salvatore Belcuore, esecutivo Comites Perú Giuseppe Petrucci, sociologo  Pasquale Matafora, Circolo PD Brasilia Fabio Giancaspro, Circolo PD Primo maggio Buenos Aires  Massimo Polvani, direttore Istituto Culturale Italoperuano, Pietro Mignozzetti, Presidente associazione umbri di San Paolo (Brasile) Edda Cinarelli, direttrice del.sito web: www.italianiabuenosaires.com.ar, Giornalista Adriana Postinghel, ex impiegata Ministero Affari Esteri Salvatore Finocchiaro, coordinatore USEF Argentina  Daniele Marconcini, editore del Portale dei Lombardi nel Mondo www.lombardinelmondoFranco Patrignani, sociologo Residente in Brasile  – Vitória/ES, Maurizio Monesi, ex Presidente dell’associazione “Unione Lombardi di Salto” Uruguay. Marco Sterlla, professore Rio de Janeiro Franco Arena, "Passione Tricolore" Buenos Aires, Gianni Lattanzio presidente Confassociazioni International, Giuseppe Sommaro, Universittá Cattolica Sacro Cuore Milano., Ciocci Francesco, Pontificio Messicano, Liliana B G. Porta, Pediatra Santa Fe, Salvatore Di Cione, Roma., Mario Antonioni, Roma........