Variante Omicron, i vaccini anti Covid-19 mostrano di avere una ridotta azione neutralizzante nei confronti della variante. Stesso discorso anche per gli anticorpi monoclonali. Ad indicarlo sono i dati osservati in laboratorio in una ricerca condotta in Germania dall’Istituto di Virologia medica dell’Università di Francoforte. I dati sono anche accessibili online nel sito medRxiv che accoglie gli articoli non ancora sottoposti alla revisione da parte della comunità scientifica. Variante Omicron, studio tedesco (non ancora sottoposto a revisione scientifica) scopre una ridotta azione dei vaccini Coordinata da Alexander Wilhelm e Marek Widera, l’analisi è stata condotta sul sangue periferico di individui vaccinati con Pfizer-BioNTech. Il sangue è stato raccolto sia prima della somministrazione del vaccino, sia a tre settimane e a tre mesi dalla vaccinazione. “I nostri risultati ottenuti in vitro utilizzando autentiche varianti del virus SarsCoV2 indicano – scrivono gli autori della ricerca – che, contrariamente a quanto accade con la variante Delta attualmente in circolazione, l’efficacia nella neutralizzazione dei sieri risultato della vaccinazione è risultata severamente ridotta” nel caso della Omicron. I ricercatori osservano inoltre che, “la variante Omicron è risultata resistente agli anticorpi monclonali casirivimab e imdevimab” e che per questo, potrebbe essere necessaria l’analisi genetica del virus SarsCoV2 prima di iniziare il trattamento con gli anticorpi monoclonali. Per questo, concludono, “contro la Omicron “potrebbero essere necessari vaccini e anticorpi monoclonali specifici”. Intanto si registra, in Gran Bretagna, un incremento-record di casi accertati di variante Omicron. Sono infatti 633 in 24 ore, circa il 50% in più rispetto al giorno precedente. Lo rende noto l’agenzia per la sicurezza sanitaria nazionale che viene citata dal Guardian. Attualmente, il totale dei contagi provocati dalla nuova variante sono 1.898. E sempre in queste ore arriva uno studio da Israele in cui si dice che le dosi di vaccino Pfizer dopo 5 o 6 mesi non danno “alcuna protezione” contro la variante Omicron, mentre il booster offre una protezione “significativa” contro la malattia grave, anche se “4 volte meno” di quella offerta nei confronti della Delta. Ad annunciarlo in una conferenza stampa la professoressa Gili Regev Yochay dello Sheba Medical Center di Tel Aviv al termine di uno studio condotto su due gruppi di sanitari della struttura: uno vaccinato con due dosi, l’altro con il booster.