Una ricerca raccolta in 44 pagine, un lungo lavoro durato 19 mesi per raccontare quello che successe il 17 dicembre 1944 al secondo tenente dell'U.S. Air Force Elwood 'Woody' Lawson originario di Escondido, in California.

Quel giorno il pilota americano, 22 anni, uscì in missione con il suo P-47 Thunderbolt, per un bombardamento, ma 22 minuti dopo il decollo scomparve nel cielo senza lasciare traccia. Fu dichiarato deceduto in una azione sul Mar Ligure. Ma dopo oltre 75 anni da quel giorno, Claudio Mischi, mantovano, noto per le sue ricerche sui piloti statunitensi morti in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, ha cominciato ad indagare, esattamente 19 mesi fa, per cercare di ricostruire le ultime ore di 'Woody'. E l'ha raccontato in un approfondito rapporto appunto di 44 pagine.

"Ma non riuscire a trovare il relitto - ha spiegato poi Mischi in una intervista via mail - è stata una grande delusione. All'interno della cabina di pilotaggio infatti potrebbero esserci dei resti umani, appartenenti a Elwood Lawson, il cui corpo non è stato mai ritrovato. Era mia intenzione riportare a casa ciò che rimane del ragazzo, se davvero è laggiù. Ma spesso tutto non funziona come si spera".

Ma nonostante il rammarico di Mischi, a migliaia di chilometri di distanza in California, Ben Georgeson, 62 anni, parente di Lawson, ha accolto quel rapporto di 44 pagine con gioia. Nato a Kermin nell'area di Fresno, Georgeson ha detto che aveva sempre idolatrato Woody (che era cugino del padre), seguendo anche le sue orme, diventando pilota della California Air National Guard, riuscendo a conoscere alcuni compagni di volo del suo parente scomparso, in particolare Lloyd Martin (morto nel 2011)  che durante la Seconda Guerra Mondiale fu abbattuto e fatto prigioniero in Belgio. "Mi raccontò che quando scomparve Woody non volava, ma fu per lui il peggior giorno di tutta la guerra".