Di MINO TEBALDI

Mario Draghi vive in bilico. Tra Palazzo Chigi e l’ipotesi di approdo al Quirinale. Naturalmente, come nella migliore tradizione della corsa al Colle, il premier non fa mai menzione, nei suoi interventi pubblici, ad aspirazioni o visioni. Dichiara, sempre, di agire per spirito di servizio. Il premier non ha mai mosso un passo in direzione del Quirinale ma, nonostante le pressioni di chi invoca altre strade, il suo nome resta quello più gettonato per il voto. Con la pandemia in corso Draghi deve rimanere a palazzo Chigi, non è possibile cambiare lo schema attuale: chi nei giorni scorsi legava la decisione sulla proroga dello stato di emergenza al “fattore Colle” ora fa sentire ancora più forte la propria voce. C’è chi lo fa pubblicamente e chi, invece, preferisce sussurrarlo ma nei gruppi parlamentari della maggioranza, anche per il timore che l’eventuale elezione dell’ex numero uno della Bce al Colle possa portare il Paese al voto anticipato, il “refrain” è che sarebbe sbagliato indicare l’attuale presidente del Consiglio per la successione di Sergio Mattarella. Sotto traccia c’è poi ancora chi spera in un Mattarella bis. Ma il sospetto nei partiti è che i leader delle principali forze politiche stiano preparando comunque una rete ‘pro Draghi’, per arrivare ad un’ampia convergenza in Parlamento ed evitare il muro contro muro. Il premier non ha mai mosso un passo in direzione del Quirinale ma, nonostante le pressioni di chi invoca altre strade, il suo nome resta quello più gettonato per il voto. Per il segretario Pd Enrico Letta “il ruolo del presidente della Repubblica è unico, così lo hanno disegnato i costituenti. Rappresenta un arbitro, un motore, un garante che dà voce a tutti i cittadini. Da qui si capisce la delicatezza del profilo che deve avere il presidente della Repubblica e rivedendo i 12 presidenti viene fuori che non c’è mai stato nessun leader o capo politico. E non è un caso. Richiede una figura di spiccata sensibilità delle istituzioni. Questo non sarà banale nella scelta”. Lo dice il leader dem al Sole24ore.it. “Dobbiamo continuare con presidenti istituzionali, consensuali, in grado di rappresentare tutto il Parlamento”. Per il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, “Berlusconi non ha mai affermato di volersi candidare al Quirinale. Siamo noi che glielo abbiamo proposto, perché è l’uomo più adatto con Mario Draghi per dare prestigio e forza al nostro Paese, a livello nazionale ed internazionale”. Sulla corsa al Colle interviene anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: “È ora da evitare, sottolinea, che si aggiunga e pesi “un clima di incertezza politica dovuti ai passaggi elettorali delle elezioni del Quirinale”. Bonomi chiarisce: “Confindustria non ha candidati per Palazzo Chigi o per la presidenza della Repubblica, Confindustria ha troppo rispetto per le istituzioni repubblicane: scendiamo nel gioco del nome per Palazzo Chigi o per il Quirinale”. Secondo il numero uno degli industriali, “il Parlamento deciderà e come sempre deciderà il meglio. E noi ci confronteremo”, dice il leader degli industriali. Che sui ‘rischi’ di questa fase politica ribadisce: “Sicuramente abbiamo già grande incertezza sui mercati, sulle commodity. Sarebbe pericoloso attraversare un periodo anche di incertezza politica. Ed anche perché nel 2022 dobbiamo continuare nell’impostazione del Pnrr. Abbiamo ancora tante cose da fare per il Paese sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista economico”.