Doveva essere il Natale della ripartenza, invece si sta rivelando un incubo per il settore turistico italiano e per tutto quello che ci gira intorno. Colpa della variante Omicron, che sta facendo esplodere una nuova ondata di contagi da Covid in tutto il mondo. Così, molte regioni italiane sono tornate in zona gialla, come la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, le Marche e le provincie autonome di Trento e Bolzano. Ma ora rischiano anche Lombardia e Lazio. Con uno scenario simile, che aveva in animo di farsi una vacanza nel Bel Paese per le festività natalizie ci sta seriamente ripensando. E piovono le disdette.
Non ha aiutato la decisione del governo Draghi di blindare l'Italia, che comunque ha una situazione di contagi migliore di tanti altri Stati, anche nei confronti degli altri paesi dell'Unione europea. Fino a fine festività, i no vax non potranno varcare il confine senza sottoporsi a cinque giorni di quarantena obbligatoria, mentre i vaccinati dovranno comunque sottoporsi a un tampone antigenico. E come se non bastasse, è arrivata anche la mazzata dagli Stati Uniti che hanno classificato l'Italia a livello 4, ad alto rischio, sconsigliando ai cittadini americani di venire nel nostro Paese.
Il risultato è presto detto: a Roma come a Venezia, a Milano come a Firenze negli hotel due stanze su tre sono vuote. Federalberghi calcola una perdita di 10 miliardi di euro per tutto il settore. Per intenderci, nonostante una estate andata non male, il 221 si chiude con il 36% delle presenze di turisti in meno rispetto al 2019, quando il Covid non esisteva. In particolare, gli arrivi di stranieri hanno segnato una flessione di ben il 52,8%, mentre gli italiani sono calati del 16%. È proprio grazie agli italiani che il settore alberghiero riesce ancora a far registrare qualche incasso, ma le stime per le prossime vacanze natalizie non sono rosse: solo 14 milioni di italiani andranno fuori e solo 4 milioni passeranno il Capodanno in giro per il Paese. Tutti gli altri resteranno a casa propria per un Natale in famiglia.
Naturalmente, il crollo dei turisti non colpisce solo hotel e bed & breakfast, ma si riflette pesantemente su tutto l'indotto. L'associazione guide turistiche di Roma denuncia un calo delle prenotazioni dell'80%. La Fipe denuncia una diminuzione di incassi per bar e ristoranti del 19,6% rispetto al 2019, con perdite che si aggirano attorno ai 300 milioni di euro. E non è solo colpa del calo dei turisti: per la ristorazione pesa anche il fatto che circa 300mila lavoratori no vax, senza il green pass, non possono mangiare fuori durante la pausa pranzo. Tni Italia, sindacato che rappresenta gli operatori Horeca (hotel, ristoranti e catering) calcola che in media in tutto il Paese, dalla Toscana alla Sicilia, si rischia un calo di entrate del 60% rispetto al periodo pre-pandemia.
Chi non farà affari questo Natale saranno anche i negozianti di beni di lusso e gadget per turisti: a Roma segnano un calo di fatturato del 70%, mentre le associazioni di categoria milanesi parlano di un calo del 34%. Mancano soprattutto i turisti asiatici e americani, che sono tra l'altro quelli che spendono di più quando visitano le nostre città d'arte. Soffrono meno le località di montagna, finalmente le stazioni sciistiche sono aperte dopo un inverno di totale stop, e la voglia di tornare sulla neve è stata contagiosa. Anche perché le settimane bianche sono per lo più appannaggio di italiani, e la diserzione in massa dei turisti stranieri colpisce di meno le località alpine. Roberta Alverà, presidente degli albergatori di Cortina d'Ampezzo, ha annunciato che la più rinomata delle mete invernali registra il tutto esaurito per Natale e Capodanno. Mentre nel resto delle Dolomiti Bellunesi, secondo Walter De Cassan, presidente provinciale di Federalberghi, siamo al 70-75% dei posti letto prenotati. Dati favoriti anche dai problemi della diretta concorrenza, con l'Austria in lockdown totale le Dolomiti sono l'unico posto dove sciare in sicurezza. Ma Valeria Ghezzi, presidente dell’Anef, associazione di Confindustria dei gestori di funivie e impianti di risalita, è preoccupata piuttosto per il dopo festività, perché a gennaio in genere calano gli italiani e arrivano gli stranieri, che quest'anno però potrebbero restare lontani dal Bel Paese.