Di JAMENS HANSEN

Stiamo abusando dell’Apocalisse. La propaganda preparatoria per la recente conferenza climatica COP26 partiva dall’assunto esplicito della prossima estinzione della razza umana se la temperatura del globo dovesse continuare a salire. Un simpatico filmato prodotto e distribuito dall’Onu dà perfino il podio nella sala dell’Assemblea Generale a un dinosauro che avverte i popoli della Terra a non scegliere l’estinzione, una “brutta cosa” secondo il rettile parlante. I tentativi dei governi di “incoraggiare” le popolazioni a presentarsi per le vaccinazioni anti-Covid assumono toni simili, come anche la pubblicistica dei molti movimenti ecologici e pure certi pronunciamenti delle parti politiche che minacciano la fine della democrazia se non vengono votate. I fenomeni negativi alla base di queste preoccupazioni sono comunque reali. Il clima si surriscalda, l’epidemia Covid certamente miete le sue molte vittime, l’utilizzo eccessivo di fertilizzanti e pesticidi sintetici è senz’altro da scoraggiare. Forse è anche vero che i “social” distruggono le menti dei giovani... Ma dobbiamo sempre tirare in ballo “la fine dei tempi” per discutere di questi problemi? La difficoltà è che il costante ricorso all’iperbole fa sì che una parte della popolazione ci creda: qualcuno al punto di agire di conseguenza. C’è l’interessante caso dello Sri Lanka, che ha recentemente messo al bando i fertilizzanti e pesticidi “non naturali”—con, secondo quanto riferito dal New York Times, il risultato di ridurre di colpo la produzione agricola del paese del 40%, portando la popolazione alla fame. In tutto il mondo i ghiacciai si ritirano a causa del riscaldamento globale. Quasi in tutto il mondo cioè. Ci sono ghiacciai nordamericani ed europei che insistono comunque a crescere (nello Stato americano di Washington e sulle Alpi Giulie in Italia...), tanto per ricordarci che a volte “globale” non vuol dire necessariamente “universale”. Altrove il riscaldamento è sicuramente presente, ma i ghiacciai che si ritirano rivelano regolarmente i resti millenari di altri abitanti umani storici e preistorici. Dimostrano in altre parole che il clima è già cambiato radicalmente in passato. Noi però ci siamo ancora... La Terra si riscalda dunque, ed è inoltre perfettamente plausibile che c’entri l’attività umana. Ci sono però dei dubbi su come. È da ricordare che tra il 1940 e i primi anni ’70—un periodo di straordinaria crescita del settore industriale—il pianeta si è invece raffreddato: qualcuno pensa proprio a causa dell’accresciuto inquinamento dell’aria, in particolare per l’utilizzo eccessivo del carbone, i cui fumi rilasciavano particelle di solfato che bloccavano l’arrivo dei raggi solari sulla superficie terrestre. Per ironia della sorte, è da quando si è cominciato a ridurre quelle emissioni che la Terra ha iniziato a surriscaldarsi. Infatti, alcuni climatologi che hanno visto saltare i propri calcoli relativi alla velocità del peggioramento ipotizzano che la colpa potrebbe essere di Cina e India che, insistendo a usare a oltranza il carbone, avrebbero distorto il fenomeno, ritardando “artificialmente” l’arrivo del riscaldamento previsto. Questo dibattito e altri continueranno, ma rischiano di provocare una reazione contrastante. Viste le molte “fine del Mondo” preannunciate, che senso ha continuare a pagare l’ipoteca quando si potrebbe invece andare a ballare? Magari alla musica dell’Orchestra del Titanic, quella che suonava mentre la nave affondava—cioè, in attesa dell’Apocalisse che s’avvicina...