Caro Direttore, 

Fine d’anno, tempo di bilanci. E che anno, seguito a un 2020 che ci ha fatto capire quanto imprevisti e profondi possano essere i baratri che si aprono, quando meno ce lo aspettiamo, sulle strade che percorriamo nella nostra tranquilla quotidianità.
È stata una lezione che non ha risparmiato nessuno, anche se c’è sempre chi è più protetto e chi paga un prezzo più salato. Il mio pensiero, comunque, va alle persone, a quelli che hanno sofferto di più per la loro salute, per la difficoltà di far vivere i legami umani, per il loro isolamento, per il disagio psicologico che li ha accompagnati in questa difficile traversata; ai fragili, ai tanti che nel mondo sono stati colpiti dalla pandemia e che non possono curarsi e vaccinarsi, agli uomini, alle donne e ai bambini che lasciano il proprio paese per fame, guerre e violenze e che non trovano pace e rifugio ma continuano a imbarcarsi e a camminare nella speranza di trovare una casa da qualche parte.
In questo periodo abbiamo dovuto affrontare tante difficoltà degli stessi italiani all’estero: prima i rientri, nonostante il blocco e le limitazioni dei voli, poi un sostegno a chi ha perso lavoro e stabilità, l’ammissione alla vaccinazione, non essendo inclusi, gli iscritti AIRE, nel Servizio sanitario nazionale; il riconoscimento, ai fini dei permessi di ingresso e delle autorizzazioni alla mobilità, delle certificazioni vaccinali estere e anche dei vaccini non inseriti nei protocolli dell’EMA; il Green pass per i vaccinati all'estero, la possibilità di assumere la terza dose, anche questa non scontata in partenza.
Su tutte queste situazioni ho avuto una continua interlocuzione con il Ministero della Salute e con la struttura del Commissario Figliuolo, che si sono dimostrati sempre attenti e disponibili, anche se la risposta delle singole Regioni, titolari del servizio sanitario, è stata più lenta e alterna.
Alla fine è passata l’idea che non solo chi si trovi in condizione di bisogno di fronte a un pericolo così grande è giusto che sia aiutato e riceva solidarietà, ma che – ed è questo il punto al quale tengo di più – i diritti di cittadinanza degli italiani all’estero non sono né mai devono essere diversi o minori di quelli di qualsiasi altro cittadino.
Su questo filo di ragionamento mi è sembrato urgente e necessario affrontare, assieme ad altri colleghi del PD e al responsabile del PD Mondo, Luciano Vecchi, la più grave questione che oggi attraversa la nostra comunità: la disfunzione dei servizi consolari per i connazionali.
La situazione, già aggravatasi nel corso degli anni per la progressiva mancanza di personale a fronte della crescita costante della comunità italiana nel mondo, è diventata ormai insostenibile.
Anche in questo caso, sono partita da un punto di principio, l’uguaglianza dei diritti di cittadinanza di fronte allo Stato e alla Pubblica Amministrazione, che non consente vi siano cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Per questo, ho suggerito, fortemente voluto e sottoscritto una risoluzione in Commissione Esteri della Camera – non potendolo fare personalmente in quanto io sono componente della Commissione Affari sociali -  che chiede al Governo un piano di emergenza per riattivare subito la funzionalità dei consolati e assorbire gli arretrati e che, in prospettiva, reintegri il personale adibito ai servizi, venuti a mancare sulle piante organiche. Alla nostra risoluzione ne sono seguite altre simili. Sta di fatto che è stata approvata, con la sola astensione della Lega, sempre pronta a far prevalere gli interessi di parte su quelli generali.
Ora il Governo si trova di fronte a un’espressione di volontà del Parlamento e, avendone accettato le indicazioni, deve tenerne conto.
Già in questi giorni con la legge del bilancio, partita dal Senato e giunta alla Camera "blindata", senza la possibilità per i deputati di fare proposte, abbiamo raggiunto dei risultati positivi con l'approvazione di emendamenti del Partito Democratico. Ricordo, l’adeguamento retributivo dei lavoratori contrattisti della nostra rete consolare nel mondo, il recupero di risorse per inviare più personale all’estero, l’aumento dei fondi per il capitolo relativo ai consolati onorari e finanziamenti aggiuntivi, nella misura di 600.000 euro per il 2022, per i corsi di lingua e cultura italiana all’estero. Segnali che vanno nella giusta direzione. Ma è necessario fare di più e a più lungo termine, sicché occorrerà altro impegno e altro lavoro, che non mancheranno.
Un altro importante risultato, arrivato proprio a fine anno, è stato quello relativo all’Assegno unico universale.
Ho più volte allertato Governo e Parlamento sul fatto che la legge approvata avrebbe comportato per gli italiani all’estero la cancellazione sia delle detrazioni Irpef per i figli a carico che l’assegno per il nucleo familiare (ANF). In Italia, l’abolizione di queste misure sarà sostituita dall’Assegno unico, ma all’estero? Ho segnalato prima al Ministro del lavoro Orlando e poi all’intero governo tale incongruenza, mentre un’analoga azione ho svolto a livello parlamentare: finché, grazie anche al sostegno del PD, nel parere finale della Commissione affari sociali, il relatore Lepri ha accolto interamente questa mia segnalazione e l’ha trasmessa al Governo, chiedendo di ritornare sulla decisione riguardante gli italiani all’estero. Si tratterà ora di monitorare la situazione e spingere il governo ad operare positivamente per risolvere la questione.
Infine, non ho mollato per un attimo la presa sulle politiche di promozione della lingua e della cultura italiana all’estero. Vengo dal mondo dell’emigrazione, mi sono formata e professionalizzata in un Paese straniero e so di persona cosa significhi avere la fortuna di potere incontrare e studiare la lingua italiana. Non solo perché ti aiuta a costruire un’identità plurima e moderna, ma anche perché ti spinge in una dimensione di interculturalità e di plurilinguismo, che è il vero orizzonte del presente e del futuro.
Nel settore si sentono scricchiolii e si avvertono sintomi di crisi. Prima i passaggi normativi tra la vecchia legge 153 e i Decreto 64 del 2017, poi la transizione regolamentare tra la vecchia e la nuova circolare, tra poco la formazione di una nuova Direzione generale che assorbirà tutte le funzioni in questo campo. Morale della favola: ci sono stati ritardi nell’assegnazione del personale docente all’estero e nel trasferimento dei contributi agli enti gestori, che hanno aggravato le loro difficoltà. In più, una volta che verrà a mancare il ristoro di un supplemento di finanziamento dovuto a un mio precedente emendamento, si rischia che nel ’23 e nel ’24 ci possa essere una contrazione di risorse. Dopo un’interrogazione in merito, in occasione del Bilancio per il 2022 ho presentato un ordine del giorno che è stato accolto dal Governo. Anche qui, ci aspettiamo i fatti.
Continuo a credere che quello che il nuovo anno ci porterà sarà frutto del lavoro e dell’impegno. Per questo mi sono forse dilungata sulle orme già tracciate, perché da quelle partiranno i passi futuri.
Bene, facciamolo insieme questo cammino, seguendo la stella polare dei diritti di cittadinanza, tenendoci per mano in un patto di solidarietà, spiegando con pazienza quale grande valore rappresenti la comunità italiana all’estero. Per l’Italia.
Buon Anno a tutte e a tutti!


Angela Schirò - Deputata PD Europa