Carlo Zucchi

DI STEFANO CASINI

Carlo Zucchi, uno dei piú grandi costruttori italiani del Rio de la Plata, nacque a Reggio Emilia il 25 febbraio 1789 e morí a Nebbiara, sempre in provincia di Reggio Emilia, il 9 settembre 1849. Fu un architetto che esercitò la professione in Argentina e Uruguay, lavorando anche come incisore e scenografo.

Al principio della sua attività giovanile in Italia, anche se l'Italia ancora non esisteva, fu esiliato in Francia per le sue idee indipendentiste raggiungendo il Río de la Plata alla fine del 1826. Dal 1829 al 1842, prestò servizio come architetto ufficiale a Buenos Aires e a Montevideo. Questo periodo fu marcato da continue turbolenze politiche e guerre civili e Zucchi realizzò un gran numero di progetti nel campo dell'architettura pubblica e privata, monumenti funebri e commemorativi e la decorazione delle feste civiche.

Quando il conflitto del Rio de la Plata prese dimensioni per lui troppo grandi, decise di tornare in Italia, ma passó prima per Rio de Janeiro per svolgere qualche interessante lavoro in Brasile.

Era figlio dell'Avvocato Troilo Gaetano Zucchi y nipote del Generale napoleónico Carlo Zucchi. La sua formazione, tuttavia, fu a Parigi e ancora si discute se é stata all'École des Beaux Arts o al Politecnico.

Durante le guerre napoleoniche, Zucchi fu ufficiale dell'esercito dell'imperatore e, dopo la caduta di Napoleone, continuò a svolgere una forte attività politica per l'indipendenza italiana ancora in fascie tra i gruppi carbonari. Per questo motivo fu imprigionato a Milano nell'anno 1822. Dopo aver scontato una pena, commutata in cambio dell'esilio, Carlo Zucchi lasciò la penisola senza sapere che il suo esilio sarebbe durato più di trent'anni. Fu in questo periodo che decise di trasferirsi a Parigi e, dopo alcuni anni nella capitale francese a contatto con l'ambiente artistico, contattò rappresentanti del governo argentino per lavorare a Buenos Aires. Nel 1826 arrivó al porto di Buenos Aires, assieme a un gruppo di emigranti italiani che erano stati assunti come tecnici amministrativi o per essere professori alla nuova Università di Buenos Aires: parliamo di grandi professori come Carlo G. Ferraris, Carlo E. Pellegrini, Pedro de Angelis, Ottaviano F. Mossotti e Pietro Carta Molino.

L'esperienza istituzionale in Argentina, uno dei pochi paesi occidentali dove era sopravvissuto un sistema politico rappresentativo liberale nel pieno della Restaurazione, fu una grande attrazione di molti artisti e intellettuali di un certo peso italiani, proprio come Carlo Zucchi.

I primi tempi a Buenos Aires furono i più difficili. Senza lavoro, Zucchi decise di varcare il Rio de la Plata alla volta di Montevideo dove progettò una casa a più piani per Francisca Romero de Díaz, nella piazza principale della città e la decorazione interna della Capilla del Santísimo Sacramento della Cattedrale.

A metà del 1827, Zucchi tornó a Buenos Aires per una serie di progetti indetti da Ramón Larrea e una proposta per un molo in legno. Le iniziative pare siano state ridotte al minimo per via dei fatti politici di quel periodo storico. Senza la possibilità di portare a termine molti progetti a metà di quell'anno tentò di organizzare, insieme a Paolo Caccianiga, una scuola per l'insegnamento dell'architettura e del disegno. L'iniziativa, purtroppo fallì per mancanza di iscrizione di studenti, deludendo le aspettative del lavoro privato. Negli ultimi mesi del governo Dorrego entrò nell'Amministrazione come Ispettore del Dipartimento degli Ingegneri, sotto il comando di Juan Pons. Nel 1831, lo sostituì come ingegnere della Provincia.

Il suo lavoro a Buenos Aires fu profiquo durante il periodo del governo federale, tra le amministrazioni di Manuel Dorrego e Juan Manuel de Rosas. Nel 1836 diede le dimissioni per problemi che derivavano dalla difesa della propria competenza professionale e la sua libertà di giudizio. Per questo Zucchi lasció Buenos Aires per tornare a Montevideo, dove fu accolto come un grande Architetto, in un momento nel quale il paese, aldilá delle eterne guerre interne, era molto ricco.

L'architetto italiano passò alla Repubblica Orientale dell'Uruguay sotto l'amministrazione del presidente Manuel Oribe, alleato di Rosas, che lo nominò ingegnere-architetto della Commissione Topografica e architetto dell'Igiene e dei Lavori Pubblici.

TEATRO SOLIS

A questo punto é importante fare una precisazione sull'atteggiamento del Zucchi nei confronti dell'intensa attività politica dell'epoca. Era molto simile a quello del suo caro amico Pietro de Angelis. A differenza di molti connazionali con ideali simili, l'architetto di Reggio Emilia pare aver assunto la posizione di tecnico neutrale nel momento di massima tensione politica e grande instabilità. Secondo lui, l'architettura, a differenza di arti più impegnative come la letteratura o la pittura, era distante dai generi architettonici con i rapidi cambiamenti delle istituzioni.

Con la ribellione di Rivera e la caduta del governo Oribe nel 1838 e l'internazionalizzazione del conflitto orientale, la posizione di Zucchi divenne molto delicata e diede le dimissioni, ma fu arrestato su richiesta dei "Colorados" e gli stessi "Blancos".

CIMITERO CENTRALE

Il suo soggiorno a Montevideo, come avvenne a Buenos Aires, fu caratterizzato da una serie di contenziosi e polemiche con interessi privati che impedirono la realizzazione di molti progetti. A partire dal 1839, sulla base di un'amnistia decretata in Italia, Zucchi cercó di tornare in Italia. Comunque, in considerazione del peggioramento del clima politico, Zucchi decise di trasferirsi in Brasile, a Rio de Janeiro, città nella quale emigrò definitivamente negli ultimi giorni del 1843. Intanto la stampa di Montevideo lanciò una campagna diffamatoria contro Zucchi, basata sulla sua amicizia con de Angelis, il contenzioso che circondava molti dei suoi progetti in quella città, con l'accusa di essere una spia dell'avversario dei Colorados, il Generale argentino Rosas e anche l'accusa di essersi approfittato per esercitare la corruzione amministrativa in Uruguay, fatto che mai fu dimostrato, ma che lasció una profonda ferita nel Zucchi.

Dal Brasile, Zucchi rispose alle critiche con un articolo pubblicato sui giornali attaccando gli emigranti argentini per essere traditori della causa americana. Da Rio de Janeiro riuscì a tornare in Europa, prima in Francia e poi in Italia, per morire nella sua città natale nel 1849.

L'opera del Zucchi può essere suddivisa in due fasi, perché non è possibile incontrare salti di stile che permettano stabilire variazioni nella sua produzione.

Il primo coincide con il soggiorno a Buenos Aires (1827-1836) dove realizzó un gran numero di progetti, la maggior parte dei quali non eseguiti. Il secondo corrisponde ai suoi anni di lavoro a Montevideo (1836-1843). Un periodo molto diverso dal precedente perché il marchio Zucchi, a Montevideo, fu molto piú importante, soprattutto nelle decisioni per la crescita della stessa capitale. Fu indiscutibile protagonista di grandi progetti portati a termine, come la diagrammazione della Plaza Independencia, il Teatro Solis, all'epoca e ancora oggi, uno dei teatri piú rispettati del mondo, l'Ospedale Maciel, un'opera architettonica semplicemente splendida che, fortunatamente, nelle ultime amministrazioni è tornata a brillare per un restauro importante e il Cimitero Centrale.

PLAZA INDEPENDENCIA

Carlo Zucchi fu un grande esponente del Neoclassicismo. Nel suo progetto della principale piazza come Plaza Independencia, nell'ambito di un piano urbanistico per la città in espansione, fu ispirato dai suoi maestri Percier e Fontaine e la parigina Rue de Rivoli. Non possiamo dimenticare che, anche questo progetto, fu modificato, anni dopo, da un altro Ingegnere italiano: Bernardo Poncini.

Come aneddoto da ricordare, Zucchi si guadagnó l'odio della società uruguaiana perché fu sua l'idea di riempire la città di lanugine delle banane che ha piantato. Per questa ragione, ancora oggi, la capitale, in primavera, si riempie di semi che, in certi periodi dell'anno, diventano una vera e propria tortura e fonte di fenomeni allergici per la popolazione.

Ricordiamo infine la sue principali opere a Buenos Aires e Montevideo

* Mausoleo del Governatore Dorrego nel Cimitero della Recoleta

* Facciata della Cattedrale Metropolitana Todos los Santos, Santa Fe

* Progetto alternativo per la facciata della Cattedrale di Buenos Aires

* Progetto della Plaza Independencia (Montevideo) nel 1836

* Cimitero Centrale di Montevideo

* Teatro Solís di Montevideo, corpo centrale

* Ospedale Maciel

* Ospedale Generale di Entrambi i Sessi di Buenos Aires nel 1831

* Progetto di ampliamento del cimitero di Recoleta

* Chiesa della città di Coronda (provincia di Santa Fe)