Di Matteo forciniti

Ennesimo record di contagi da Covid 19 in Uruguay: ieri, giovedì, per la prima volta è stata superata la barriera dei 10mila nuovi positivi. Oltre a 6 decessi, 10.650 sono state le positività riscontrate nelle ultime 24 ore. Un numero enorme, impensabile fino a poco tempo fa, che dimostra quanto ormai stia dilagando Omicron, la variante che si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo e che qui appare ormai incontrollabile. Attualmente i positivi in tutto il paese (con in testa i dipartimenti di Montevideo e Maldonado) sono 65.665. Una persona su 50 ha il virus. Tra questi, però, solo 55 sono i casi gravi in terapia intensiva, ovvero lo 0.08%. I numeri sono chiarissimi e oggi, in attesa di capire se il picco di contagi sia stato o meno raggiunto, il Covid 19 si sta avviando a essere una banale influenza su una popolazione vaccinata al 79% con almeno una dose e oltre il 50% con tre dosi.

 

È anche per questo che molti esperti stanno chiedendo al Ministero della Salute di modificare i criteri per effettuare i tamponi che oggi sono troppi. Dopo la Comisión de Vacunas, ieri è intervenuto il Sindicato Médico del Uruguay (SMU)chiedendo di smettere di fare i tamponi agli asintomatici e alle persone vaccinate che non presentano rischi perché la situazione è “diventata insostenibile”. Come aveva rilevato nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Luis Lacalle Pou, in Uruguay oggi si spendono un milione di dollari al giorno in tamponi molecolari PCR. In base alla normativa attuale, il tampone deve essere effettuato da tutti coloro che presentano sintomi o hanno avuto un contatto con un caso positivo, tranne quelli che hanno la terza dose e sono asintomatici anche se queste persone devono essere sottoposte ugualmente al test se il positivo è un convivente.

 

Per via dell’alto numero di tamponi e per le quarantene ilSindicato Médico del Uruguay ha parlato di una situazione ospedaliera “molto preoccupante” dato che in questi giorni “non si sta potendo garantire una risposta adeguata” a chi richiede assistenza sanitaria. I riflettori sono puntati sui primi livelli di assistenza che che stanno generando notevoli ritardi. Come evidenziato nel comunicato di ieri del SMU, sono attualmente 1.571 gli operatori sanitari attualmente positivi al virus, una cifra che è quadruplicata negli ultimi dieci giorni. Un altro motivo di preoccupazione espresso riguarda le persone vulnerabili, compresi i non vaccinati, gli anziani, gli immunodepressi e quelli con comorbidità.

 

Intanto il governo ha appena autorizzato “l’ingresso eccezionale” di cittadini uruguaiani o stranieri residenti nel paese positivi al virus e bloccati all’estero (soprattutto in Argentina e in Brasile) che chiedevano da tempo una soluzione con la creazioneun corridoio umanitario per poter rientrare. Il decreto indica che queste persone potranno entrare “purché lo facciano attraverso un mezzo di trasporto privato e non collettivo, in cui sia garantita la permanenza isolata di una sola persona oppure del nucleo familiare convivente”. Una volta entrati nel paese, queste persone “devono rispettare il regime di isolamento preventivo e le altre misure sanitarie vigenti” aggiunge il decreto.