Gente d'Italia

Università: esami a distanza con imbroglio di massa

Sede Centrale dell'Università degli Studi di Napoli Federico II (foto di repertorio Depositphotos)

di Alessandro Camilli

 Un articolo del Corriere della Sera, ma anche il racconto spontaneo di un ragazzo/a che ora è (dire frequenta è dirla grossa) all’Università. L’articolo di giornale dice che, quando possono e sempre più possono, gli studenti universitari in gran numero evitano (meglio sarebbe dire fuggono) l’esame in presenza. Paura del contagio? Solo una santissima ingenuità potrebbe dar credito a questo alibi solido come burro fuso. L’esame in presenza viene evitato per la semplice e consolidata e sperimentata ragione che nell’esame a distanza si imbroglia. Alla grande.

Connessione che, guarda caso, va giù quando l’esaminato non conosce la risposta alla domanda. Testi incollati alla libreria o sotto o di fianco allo schermo. Auricolari più o meno nascosti, suggeritori defilati e occultati, secondo computer…La panoplia dei trucchi da esame a distanza è appunto…panoplia. Certo, in teoria (e anche a volerli nella pratica) ci sarebbero tecnologie di contrasto e controllo del truccare e copiare l’esame a distanza da parte degli esaminandi. Ma immancabilmente il Garante della Privacy ne inibisce l’uso che andrebbe a violare appunto la privacy dell’esaminando. Di fatto la Privacy finisce per far da palo all’imbroglio di massa realizzato durante gli esami universitari sostenuti a distanza.

Qualche esponente/portavoce di qualche organizzazione studentesca è arrivato perfino a pubblicamente rallegrarsi del fatto che controlli siano non praticati e praticabili, “così aumentano le nostre garanzie”. Molte famiglie si rallegrano se il figlio/a passa l’esame, non importa come. Molti docenti si arrendono e si sono arresi. Subiscono. Risibili sono appelli e richiami al binomio onestà/responsabilità. Il binomio soccombe all’altro binomio, quello astuzia/opportunità. Il tutto, il che aumenta il senso di sgradevolezza, avviene sotto la copertura di una pandemia

D’altra parte gli universitari non sono l’unica categoria o gruppo sociale che della pandemia ha trovato il modo di fare una astuta opportunità. Grazie anche all’esame universitario a distanza avremo medici, avvocati, ingegneri e laureati vari di ogni disciplina diciamo così…meno bravi. La naturalezza con cui gran parte della meglio gioventù, quella che va e sta all’Università, si è accomodata all’esame imbroglio a distanza attesta peraltro che il pesce società comincia a puzzare anche dalla coda.

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