Gente d'Italia

I tamponi fonte di ricchezza per le farmacie, il boom di test antigenici rapidi dopo l’aumento dei contagi

 

 

 

di Franco Esposito

 

La pandemia portatrice di ricchezza. Il Covid veicolo di benessere. Ricchezza e benessere a beneficio di chi? Dell'industria farmaceutica, che continua a macinare miliardi di euro, tra le ondate pandemiche che si susseguono, e la quarta che potrebbe arrivare. Sciò scio, speriamo non accada. L'industria farmaceutica e poi? Innanzitutto le farmacie. I cittadini italiani spendono in tamponi mediamente 376mila euro al giorno. Il dato è riferito ad ogni singola regione d'Italia. 

Prendiamo la Toscana come regione campione: in un mese il giro d'affari delle farmacie supera gli undici milioni di euro. Il boom è esploso dopo l'ordinanza della Regione sui test rapidi. In Toscana il governatore Giani l'ha firmato il 28 dicembre. “Abbiamo molti costi per assumere persone e acquistare dispositivi”, avverte Federfarma. L'ordinanza prevede una nuova regola: basta il test antigenico rapido per accertate la positività al Covid 19. Senza dover confermare l'esito positivo con un tampone molecolare. 

La Toscana regione campione. Le farmacie attive sono 985: 627 quelle che effettuano tamponi. La media di test antigenici rapidi fatti in un giorno raggiunge quota 25.080. Davanti alle farmacie si formano puntualmente lunghe code di persone non vaccinate alla ricerca della certificazione verde. “Ma per le farmacie non si tratta di una montagna di guadagni. Piuttosto di un aumento di responsabilità per tutti i colleghi”, osserva il presidente di Federfamaci, Sergio Bottari. “Il nostro lavoro è divenuto ancora pià consistente e pressante dall'inizio di gennaio”. 

Il boom per le farmacie ha preso grande slancio nel momento in cui i contagi hanno registrato una poderosa impennata. Il motivo sostanziale è doppio: l'incremento della domanda di test antigenici rapida e l'ordinanza del presidente della Regione. Il valore legale stabilito del test antigenico rapido ha contribuito alla realizzazione del boom a favore delle farmacie. Come pure l'impossibilità, talvolta, di riuscire a prenotare un  tampone su www.prenotatampone.sanità, anche con ricetta alla mano. 

Il picco delle richieste si è registrato all'inizio di quest'anno. E con la riapertura delle scuole i numeri hanno proseguito la loro crescita esponenziale. Il tampone antigenico serve a stabilire la fine della quarantena in caso di un contatto con un positivo. Ma anche la fine dell'isolamento per un guarito. Ancora la voce di Federfarma: “I motivi per farsi un tampone non mancano e nelle nostre attività lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle”. 

I test antigenici rapidi vengono eseguiti al prezzo calmierato di 15 euro; otto per chi si sottopone al tampone, per chi ha tra i dodici e i diciotto anni. Le cifre a lievitare fanno in fretta, soprattutto se aggiungiamo il ricavato della vendita dei tamponi “fai da te”, a un prezzo tra i 5 e 12 euro. “Il volume di affari – informa Federfarma – c'è, ma non è a fondo perduto. Non ci si improvvisa a fare tamponi e, non a caso, non tutte le farmacie hanno allestito gazebo e hanno assunto personale specializzato. Servono diversi minuti per ogni tampone. Così come per la delicata fase finale del tracciamento”. 

Le farmacie provano a giustificare i cospicui guadagni che continuano a venir loro dalla pandemia, la madre di tutti i guai e della grande ricchezza per pochi baciati da una professione, quella del farmacista, ora decisamente  invidiabile. “Nel conto vanno messi anche l'acquisto dei dispositivi e la sanificazione dei locali”. A questi due aspetti vengono attribuiti costi elevati. “E il resto dell'attività ne risente”. 

Ma la conclusione qual è? Le file dei clienti, ogni giorno, anche per farsi stampare solo il Green Pass. Le farmacie si propongono come “punto di riferimento importante per i cittadini: una gran bella soddisfazione per noi”. Poi, il pianto, non immotivato, comunque assurdo dopo aver incassato e guadagnato fiumi di denaro. “Il picco in calo delle ultime settimana fa intravvedere all'orizzonte un rallentamento delle entrate per noi farmacisti. L'introduzione dell'obbligo vaccinale per gli over 50 è un duro colpo ai no vax”. Nel senso che si riduce il numero delle persone che fanno il test antigenico rapido per ottenere il green pass”. Il discorso vale anche per l'elevata diffusione e della contagiosità a causa della variante Omicron. “In molti hanno ottenuto la certificazione verde anti-Covid da guarigione. Prevediamo a breve una riduzione dei tamponi”. 

Dovesse accadere davvero, i farmacisti sarebbero delusi. No di certo gli italiani comuni, ormai da due anni in mezzo a una tragedia in8//finita.    

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