Giuseppe Conte (foto: depositphotos)

Il post elezione di Sergio Mattarella porta con sé tantissime fibrillazioni all’interno del governo. Già, perché di certo la politica italiana non ha dato alcuna dimostrazione di buon senso, mostrando ancora una volta una certa improvvisazione dilettantesca. A uscirne peggio, il MoVimento 5 Stelle e la Lega che ora sono chiamati a dei chiarimenti interni. La giornata di ieri è stata movimentata da una bega interna alla galassia pentastellata, con il leader Giuseppe Conte che ha risposto a Luigi Di Maio che ha chiesto una verifica interna politica dentro al M5S in merito alla convulsa e fallimentare settimana contrassegnata da una riffa di nomi candidabili o candidati che non hanno portato a niente, prima della saggia decisione di virare su Sergio Mattarella: “I chiarimenti – ha detto l’ex premier – li ho chiesti per prima io e sicuramente ci saranno. Di Maio avrà modo di chiarire il suo operato e la sua agenda, se era condivisa o meno. Tranquillamente”. E poi ancora: “Se Di Maio ha delle posizioni le chiarirà, perché lui era in cabina di regia, come ministro l'ho fatto partecipare. Chiarirà i suoi comportamenti, ma non a Conte, agli iscritti”. Netta la presa di posizione di uno dei vice di Conte, Riccardo Ricciardi, che mette nel mirino Di Maio: “Occorre un chiarimento politico per capire le motivazioni che hanno fatto emergere comportamenti non lineari e anche Di Maio dovrà rendere conto di alcuni passaggi”. Per Ricciardi “c'è una leadership che insieme a Camera e Senato ha lavorato unitamente, con il supporto della stragrande maggioranza del gruppo”. In merito a Conte, “non è in discussione perché ha dimostrato che la politica non è solo questione di palazzo, ma si fa con il consenso delle persone, fuori”. Chi è sceso al fianco di Conte, in questa diatriba, è stato anche Luigi Di Battista: “Racconterò ovunque (forse oggi mi crederà qualcuno in più) verità successe in questi mesi e in questi ultimi giorni perché ne sono stato testimone oculare... Dico che da anni è necessaria una riflessione politica all'interno del MoVimento ma è vigliacco mettere oggi sul banco degli imputati l'ultimo arrivato che al netto di idee diverse su alcune questioni considero persona perbene e leale”. Una presa di posizione che ovviamente è piaciuta, e non poco, allo stesso Conte: “Mi fa molto piacere, perché stimo Di Battista, è una persona genuina: possiamo avere delle diverse opinioni politiche ma lo rispetto e lo stimo. Direi che in politica la qualità di essere una persona perbene è importante, ma non è sufficiente. La politica deve esprimere delle battaglie e occorre anche tanta determinazione e coraggio”. Insomma, il clima che si respira all’interno della galassia a 5 Stelle e tutt’altro che sereno. I rapporti tra Di Maio e Conte sono ai minimi termini ed è difficile immaginare che tra i due si possa arrivare a una sorta di ‘pax temporanea’. Riuscirà Beppe Grillo a far ricucire i rapporti tra i due. Molto difficile, anche perché l’ex comico, come risaputo, propende più verso il ministro degli Esteri piuttosto che verso l’ultimo Premier.