Di Franco Esposito

Il bando con i soldi del Pnrr. Venti milioni per salvare un borgo in ogni regione d'Italia. I soldi in arrivo scatenano una rissa, protagonisti i sindaci. Gli esclusi dal bando sono furibondi e veicolano il caso in Parlamento. Impazzano velenose polemiche, vengono agitate minacce più o meno palesi di ricorrere a chissà chi chi. Ma a fronte della rabbia degli esclusi dal bando dei ristori che promettono ricchezza, esultano entusiaste le regioni che hanno già scelto.

La Regione Piemonte punta sul complesso di Stupinigi. Quei venti milioni serviranno al recupero dell'area della palazzina di caccia e a creare una cittadella commerciale. La Provincia autonoma di Trento intende destinare l'investimento all'intera valle dei Mòcheni, non solo al borgo ai piedi della catena del Logorai. La Regione Lazio ha scelto Trevinaro, nel Viterbese. Nel borgo c'è il ristorante "la Parolina" dello chef stellato Iside De Cesare.

In Campania vibrante è la protesta, sale forte quella del cosiddetto "paese fantasma", Roscigno Vecchia. Quattro ruderi abbandonati nel silenzio della collina salernitana. Eppure non c'è traccia di questo borgo dimenticato dagli uomini prima che da Dio nella lista delle segnalazioni della Regione Campania. Si tratta appunto dell'elenco stilato per accedere al bando che il Minisitero dei Beni culturali ha indetto per “il rilancio economico e sociale di borghi disabitati o caratterizzati da un avanzato processo di declino o abbandono”.

Fa sentire la sua voce, arrabiata e dolente, il sindaco Palmieri. “Tranne Spagnuolo Giuseppe, conosciuto come il garibaldino, qui non c'è niente”.

Presa visione dell'elenco, Roscigno Vecchia ritiene una grande ingiustizia l'esclusione dalla ricchissima lotteria di 420 milioni da dividere in parti uguali tra le ventuno regioni e provi e autonome, ciascuna delle quali deve selezionare un solo comune. Un piatto da 20 milioni di euro per i sindaci che firmano il progetto migliore. “Più di quello che si è visto in cento anni”, sottolinea Alessandro Gattara, uno dei concorrenti, sindaco di Roccabianca, nel Parmense. Il primo cittadino minaccia di imougnare il bando. E non è l'unico scontento, con il collega Pino Palmieri, sindaco di Roscigno.

L'Italia, si sa, è ricca di piccoli gioielli nascosti. É inevitabile che vi siano esclusioni e di conseguenza polemiche e rivendicazioni. Siamo al tutti contro tutti e l'eco della protesta rimbomba fino al Parlamento della Repubblica.

Il denaro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr, per l'accapparramento di quei 20 milioni di euro, deve riproporre un piano in grado, almeno sulla carta, di ripopolare il borgo e rilanciare l'occupazione. Il denaro servirà per far rinascere scuole, alberghi diffusi, centri di ricerca e campus universitari, residenze per anziani e famiglie con lavoratori in smart working. Un progetto ambizioso, non si sa se realizzabile nella pratica.

Tutto questo è comunque prescritto nel bando del ministro Dario Franceschini, che ci crede con convinzione assoluta. “Le nuove condizioni tecnologiche consentono di far diventare luoghi di lavoro realtà che fino a pochi anni fa non potevano attrarre né persone, né aziende”.

Roscigno Vecchia rappresenta un esempio lampante. Una soluzione simbolo. Tormentata dalla fame, iniziò a svuotarsi già nel 1902. Il paese è migrato a Roscigno Nuova. Il sindaco Palmieri è intenzionato a dare battaglia per il suo borgo. “Se le Regioni agiscono così, i fondi del Pnrr vengano mandati direttamente ai Comuni”. La protesta del primo cittadino di Roscigno gode dell'appoggio di molti esponenti del mondo politico. La deputata del M5S, Anna Bilotti, è firmataria di una interrogazione parlamentare indirizzata al ministro dei Beni culturali e architettonici. “Roscigno Vecchia è conosciuto in tutto il mondo non solo per il pregio storico, ma soprattutto per l'abbandono che gli è valso la definizione di borgo fantasma. E tale resterà. Non saranno i milioni dell'Ue riportare la vita a Roscigno Vecchia. L'unica bandiera che continuerà a sventolare sarà quella del Regno delle due Sicilie issata da Giuseppe Spagnuolo, detto Garibaldi, suo malgrado”. Il custode di un passato che resiste, la barba ormai canuta e la pipa in bocca. Giuseppe detto Garibalid fa da Cicerone a curiosi e turisti incantati al cospetto della storia del borgo abbandonato.

Borghi di questo tipo ce ne sono a bizzeffe nella nostra bella Italia. Bella e punto, per il resto è meglio non sottilizzare. I sindaci che li hanno avuti in dote sono una moltitudine che va a caccia del biglietto vincente della lotteria Pnnr da 420 milioni. Alle Regioni il delicato compito della scelta e poi di comunicare la decisione al Mibact entro il 25 marzo.

Nella Regione Toscana corrono quarantadue borghi. Tredici in Emilia Romagna e dodici nella Marche. Addirittura cinquanta in Puglia, dove i sindaci dell'area interna Dauna, hanno proposto di destinare i fondi a una zona più ampia e non a un solo luogo. Lo scopo finale è l'uscita dall'impasse.

Legambiente Touring Club e Pro Loco sono sintonizzati sulla medesima lunghezza d'onde del concorso i Borghi più belli d'Italia. E protestano anch'essi in coro. “In alcuni casi i soldi utilizzati stanno sollevando la rivolta dei territori”. Il bando comunque è ancora aperto e il ministero evita qualsiasi tipo di commento. Ma il treno in corsa non si ferma.

Intanto ci sono già quei tre vincitori, in Piemonte, nella Regione autonoma di Trento e nel Lazio. “Ma era davvero questo il senso dell'intervento finanziato dall'Unione Europea?”, chiede il presidente dell'Unione dei Comuni e delle comunità montane locali, Marco Bussone. “Un conto è tutelare un patrimonio storico e artistico, un altro recuperare dei centri abitati”-

La risposta dei destinatari di precoci scelte non si è fatta attendere. Una manna dal cielo per i borghi che contano di ricevere il finanziamento a breve. Quei venti milioni ciascuno, ma per farne cosa? Alessandra Terrosi, sindaco del comune laziale di Trevinano, frazione di Acquapendente, nel Viterbese. “Abbiamo pensato a mettere ad uso di albergo diffuso le case inabitate”.

Aspettando Trevinano, come Stupinigi e Palù dei Fersina, nel Trentino, l'imprimatur del Mibact. La ricezione dei fondi dovrebbe avvenire in primavera inoltrata, in maggio. Non sarà mai maledetta la primavera come in una famosa canzone. Molti fiori fioriscono a maggio. E pure i finanziamenti ai borghi d'Italia, fantasmi veri o meno fantasmi.