di Massimo Ascolto

Ne saremmo dovuti uscire migliori. Ne stiamo uscendo (pare) ma peggiori di prima. Avevamo cominciato questo incubo pandemico con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi mentre adesso ci ritroviamo con il Governo dell’assembramento partitico e con un branco di attempati signori – o nonni prestati alla politica, per dirla con qualcuno – che ci vogliono insegnare il futuro. Passi per i Comitati di scienziati che non ne hanno azzeccata una, dalla tachipirina alla vigile attesa passando per le interpretazioni dei dati. Adesso i migliori al Governo ci dicono che il futuro è arrivato, che ne siamo fuori e che bisogna tornare alla vita di prima. Quindi, secondo i nonni prestati alla politica, il futuro è un ritorno al passato, ai riti stanchi pre-pandemia, alle code per qualsiasi cosa, alla spesa fatta il sabato per tutta la settimana, perché purtroppo non si ha mai tempo, alla rasatura della barba seduto sul wc per uscire di casa, a un orario decente e timbrare in orario.

I nonni prestati alla politica scrivono ancora con la penna stilografica, prendono gli appunti a mano e conoscono la videoconferenza come massima espressione tecnologica. Hanno passato quaranta degli ultimi settant’anni chini su una scrivania, le slide le chiamano ancora “lucidi”, hanno bisogno di una squadra di tecnici per mandare una mail ma vorrebbero insegnarci il futuro. E con sguardo ammiccante invitano a fidarti, perché restituiranno presto la tua splendida esistenza in coda sulla strada provinciale per raggiungere un palazzone, dove una volta entrato dovrai mandare qualche mail, compilare qualche tabella, fare qualche videoconferenza, usare il telefono, alimentare un software gestionale on-line. Sono orgogliosi di ciò che stanno facendo, perché lo stanno facendo per il tuo bene e cioè per fare in modo che i capi controllino di persona che i lavativi siano on-line, seduti alla scrivania e che non spostino le terga da quella sedia. Non provare a spiegare loro che questo controllo banale si può fare da remoto (che cazz’è questo remoto) e che non è la presenza ciò che dovrebbero controllare, ma gli obiettivi.

I nonni prestati alla politica non immaginano altro futuro se non il passato e te lo restituiranno, così che tu possa godere di quella splendida cattività di un tempo, perché solo così la Patria riparte: con la presenza, con le code alla mensa e con i cessi sporchi già di prima mattina per l’enorme numero di persone che non hanno avuto tempo a casa. Che importa se tuo figlio starà con un esercito di tate nel mentre tu, con la tua presenza, contribuisci alla crescita del Pil recandoti in ufficio a svolgere attività on-line. Il mondo aspetta la tua timbratura del cartellino.

Recentemente i nonni al potere, quelli che sul futuro ne sanno una più del diavolo, hanno cambiato anche l’articolo 41 della Costituzione, stabilendo che l’attività economica sia esercitata a fini sociali e ambientali: sarà costituzionale tutto questo spreco di Co2 per andare al lavoro? Ai posteri l’ardua sentenza. Tremano le vene ai polsi quando impiegheranno i fondi del Pnrr per progettare l’Italia di domani: già immaginiamo lo Stivale pieno di treni a vapore. Ciuf ciuf.