Gente d'Italia

All’ombra dei pini dell’Alabama dove riposano tre soldati italiani

 

 

di ROBERTO ZANNI
Anniston è una cittadina di poco più di 20.000 abitanti che si trova nel nord-est dell'Alabama. Un tempo lì c'era Fort McClellan, che originariamente era Camp McClellan, che per un secolo è stato una delle basi di U.S. Army: dalla fine dell'800 fino al 1999, quando con una piccola cerimonia si sono chiuse per sempre quelle porte. Ma i ricordi restano, legati soprattutto alla Seconda Guerra Mondiale perchè lì, tra le tante attività che vi si svolsero, furono addestrati oltre mezzo milione di soldati americani. E se oggi Fort McClellan non esiste più, le strutture sono state riciclate e destinate ad usi per la comunità locale, non lontano c'è una strada avvolta da pini e case tipiche del sud che nasconde un piccolo cimitero di guerra. È il German-Italian Memorial Cemetery che accoglie 29 prigionieri della II Guerra Mondiale morti negli Stati Uniti, 3 dei quali italiani: Resorie Spera, deceduto il 24 agosto 1943, Vincenzo Vernacchio (17 febbraio 1944) e il capitano Giuseppe Jacoboni (4 marzo 1944). Durante quegli anni furono oltre 51.000 i soldati italiani che vennero tenuti prigionieri negli Stati Uniti, almeno fino all'armistizio con gli Alleati del 1943, perchè dopo quella data gran parte di loro accettarono di giurare fedeltà agli USA collaborando nella lotta contro i tedeschi. Ma perchè 3 italiani sono stati sepolti proprio a Anniston? La storia va indietro alla Campagna d'Africa, in quel periodo finirono nelle mani americane e quindi deportati negli Stati Uniti. A Fort McClellan, che fungeva anche da campo di detenzione, furono circa 3.000 i prigionieri di guerra e al tempo quello era considerato un 'campo modello'. E non lontano dalla base dell'U.S. Army è stato creato questo piccolo cimitero, ancora oggi perfettamente tenuto. E quando alcuni soldati italiani, come quelli tedeschi, morirono, tutti o quasi a causa di incidenti, furono sepolti con gli stessi diritti di un soldato americano, comprese le lapidi che sono rimaste lì intatte. Qualche anno fa poi è stata avviata anche una campagna per ripulire di tutta quell'area. Lapidi e tombe riportate all'originale aspetto, aggiunta anche una recinzione e nonostante siano passati ormai ottant'anni dalla morte di quei soldati prigionieri di guerra, ci sono ancora eventi per la commemorazione, un esempio la terza domenica di novembre con la cerimonia che prevede la deposizione di corone con la presenza di rappresentanze militari. Appuntamenti che ultimamente sono stati sospesi a causa del Covid, ma pronti a ritornare non appena la situazione sarà nuovamente quella di un paio di anni fa. Il German-Italian Memorial Cemetery è stato anche inserito nel Alabama Historic Cemetery Register dalla Alabama Historical Commission e tutti possono visitarlo: non c'è biglietto d'ingresso, quello che si chiede è solo rispetto per i defunti e nemmeno il cancello viene chiuso con un lucchetto, per entrare basta sollevare il chiavistello. Una piccola storia quella del cimitero di Anniston che poi è stata raccolta, in tutti i suoi aspetti, da Joan McKinney che un tempo era stata impiegata proprio a Fort McClellan e che, una volta chiusa la base per sempre, si è dedicata al cimitero di guerra, cercando e archiviando informazioni su ogni soldato deceduto e sepolti lì, chi con un dossier di un paio di pagine, altri con molti più dettagli.
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