Il "Soleri Amphitheater"

Paolo Soleri, pluripremiato architetto torinese scomparso nel 2013, noto soprattutto per le sue città prototipo, nel 1970 realizzò questa struttura unica nel suo genere che poi nell'arco di quarant'anni, prima della chiusura del 2010, ha visto passare grandi protagonisti della musica da BB King a Carlos Santana a Jackson Brown. Sembrava dovesse essere demolito, ci sono state mobilitazioni e proteste e ora lo si vuole ristrutturare

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di Sandra Echenique

È passato oltre un decennio da quando l'ultima nota si è spenta al 'Soleri Amphitheater' di Santa Fe nel New Mexico. Un teatro all'aperto che dal 1970, anno dell'inaugurazione fino al 2010 è stato un punto di riferimento della città. Da lì sono passati artisti della statura di BB King, Carlos Santana, Jackson Brown, Arlo Guthrie (e l'elenco potrebbe continuare) concerti che hanno fatto storia. Un piccolo grande anfiteatro, in un certo senso unico. "Era abbastanza grande da emanare tanta energia - ricordano a Santa Fe - ma allo stesso tempo abbastanza piccolo per essere intimo". Così particolare e così italiano, firmato dall'architetto Paolo Soleri che poi ha dato il nome alla struttura. Nato a Torino il 21 giugno 1919 e morto a Cosanti in Arizona il 9 aprile 2013, è stato un architetto, scrittore, scultore, urbanista e artista che dopo la laurea ottenuta al Politecnico di Torino decise da attraversare l'Atlantico dove conobbe subendone l'influenza, Frank Lloyd Wright, teorico dell'architettura statunitense, uno dei più importanti del XX secolo. Soleri poi divenne un precursore, forse addirittura troppo. Infatti tra le sue pietre miliari ci sono Cosanti e Arcosanti, prototipo di città per 5.000 persone basata sui concetti di 'arcologia', l'unione tra architettura ed ecologia, ispirandosi alla frugalità di risorse ed energia per vivere sfruttando il meno possibile l'ambiente. Erano gli anni Settanta, come dire che la difesa dell'ambiente non era ancora cominciata. Tanti i premi ricevuti durante la sua esistenza, anche un Leone d'oro alla Mostra internazionale di architettura di Venezia nel 2000. Nel suo lungo viaggio attraverso architettura, ambiente, ecologia nel 1965 si fermò a Santa Fe, nel New Mexico, per realizzare l'Amphitheater un piccolo gioiello che poi divenne uno spazio indispensabile per la comunità, ma solo fino al 2010, quando durante l'estate Lyle Lovett tenne il suo concerto, che fu l'ultimo per la struttura. Da quel momento il sipario è calato e sembrava anche per sempre, al punto che ci sono state mobilitazioni e proteste per cercare di salvarlo da un destino che sembrava senza via di ritorno: la demolizione decisa dall'istituto scolastico che ne è proprietario. Ora però, grazie a un progetto di legge, ecco che il 'Soleri Amphitheater' potrebbe rinascere nonostante l'alta cifra necessaria per la ristrutturazione: 15 milioni di dollari. Intanto è iniziata la raccolta dei primi $3 milioni che serviranno per valutare le esigenze strutturali e ingegneristiche. Con 2.900 posti a sedere al tempo della realizzazione fu paragonato a un palcoscenico all'interno di una grotta. Soleri iniziò a progettare la struttura nel 1965, in cemento, per l'Institute of American Indian Arts e dal giorno dell'inaugurazione è stato utilizzato, per quarant'anni, sia per concerti musicali, ma anche per eventi accademici. "Il 'Soleri Amphitheater' - ha ricordato Jamie Lenfestey, produttore di spettacoli - era il punto di riferimento per i concerti all'aperto del New Mexico e ha ospitato show e artisti leggendari e tutti ricordavano la singolare esperienza di suonare in un luogo così straordinario: ma da quando si è arrivati alla chiusura, Santa Fe non è stata più l'epicentro dei concerti nel New Mexico". E ora, anche se per la nuova vita del 'Soleri Amphitheater' al momento gli spettacoli musicali non trovano posto (si parla soprattutto di attività dedicate e con protagonisti gli studenti di arte e spettacolo dell'istituto), solo il fatto di poter dire che la straordinaria opera di Soleri resterà viva è una grandissima conquista, per tutti: un esempio della grande inventiva italiana che resterà per sempre a Santa Fe.