Governo, il premier Mario Draghi (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Dopo i pericolosi bombardamenti della notte tra giovedì e venerdì, la centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, è stata catturata dai militari della Federazione russa, in guerra con il Paese da ormai 10 giorni. Insomma, l'offensiva di Mosca non dà tregua: c’è stata una vera e propria battaglia nella notte per il controllo della centrale nucleare, la più grande d'Europa, la quinta al mondo.

Nel corso degli scontri tra le forze russe e ucraine è scoppiato un incendio fuori dal perimetro della centrale poi per fortuna messa in sicurezza: non sono stati segnalati cambiamenti nei livelli di radiazioni. Ma la paura di un disastro peggiore di quello che fu con Chernobyl per qualche ora ha preso il sopravvento.

Inevitabili le reazioni dell'Occidente, a partire dal presidente del Consiglio Mario Draghi che ha definito l’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia come “scellerato e contro la sicurezza di tutti”. E dunque “l'Unione Europea deve continuare a reagire unita e con la massima fermezza, insieme agli alleati, per sostenere l'Ucraina e proteggere i cittadini europei”.

Il presidente ucraino ha accusato Mosca di ricorrere al “terrore nucleare” e di voler “ripetere” il disastro di Chernobyl. Il presidente Usa Joe Biden ha esortato la Russia a cessare il fuoco sulla centrale. E il primo ministro britannico ha accusato Vladimir Putin di mettere in pericolo l'intera Europa. Boris Johnson ha poi chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.